Sicurezza a caccia: a me gli occhi!

Occhio agli occhi…

Gli incidenti a caccia possono capitare come in qualsiasi altra disciplina sportiva o lavorativa, e ad essere interessati, possono essere uno o più organi, a partire proprio dagli occhi, che sono particolarmente fragili. Importantissimi quanto difficilmente “riparabili”, per i quali i danni spesso rischiano di trasformarsi in vere e proprie invalidità permanenti. Ecco perché è importante un’adeguata prevenzione, che avrà come capisaldi:

1) corretta informazione;

2) adeguato livello di attenzione, sempre;

3) utilizzo collaterale di strumenti di protezione adeguati.

Scriviamo questo pezzo da un lato perché proprio ieri c’è giunta notizia che uno dei nostri giovani quanto preziosi collaboratori, Alessandro del duo Romantic Hunters, ha subito a causa di un corpo estraneo entratogli nell’occhio col vento una seria, profonda quanto dolorosa ferita alla cornea dell’occhio destro, e dall’altro dal fatto inequivocabile che per tanti di noi, fra beccacce e cinghiale, si sta per entrare nel clou della stagione dei boschi, con tutto quello che il termine “bosco” può significare in termini di pericoli potenziali proprio per i nostri occhi.

Video: Sicurezza a caccia


Le insidie del bosco (e non solo) per i nostri occhi

Occhiali protettivi con o senza montatura: il mercato offre tantissima scelta anche con lenti per giornate nebbiose capaci di aumentare le capacità visive in termini di nitidezza e campo.

Va detto innanzitutto che le insidie potenziali per i nostri occhi che possiamo trovare in un bosco, e più in generale a caccia, sono di due generi ben distinti (anche se a volte, e poi scopriremo perché, i campi possono incrociarsi):

1) da un lato ci sono dunque quelle naturali, cioè quelle già presenti negli ambienti che frequentiamo;

2) dall’altro quelle di natura antropica, con ciò dicendo quelle potenziali fonti di pericolo derivanti da altri partecipanti alle nostre sessioni di caccia.

Per insidie naturali potenzialmente pericolose intendiamo tutte quelle essenze per loro conformazione acuminate o spinose, sino a qualsiasi ramo del bosco e del sottobosco che potendo agire come frusta causa l’intrinseca elasticità, possa colpirci a causa di comportamenti scorretti o distratti da parte nostra o dei nostri “amici”.

Parliamo quindi di ginestre e marruche, rovi, acacie e ginepri, ma anche di qualsiasi altro arbusto specie del sottobosco. Senza poi considerare ramaglie varie più o meno secche e spezzate (anche piccoli corpuscoli portati dal vento, come abbiamo visto), che le portano ad essere vulneranti quanto spilli, chiodi o coltelli. Tutti elementi che, per disattenzione e/o per comportamenti scorretti, possono trasformarsi da “arredamenti meravigliosi del nostro paradiso”, in vere e proprie armi in grado di infliggere dolorose ferite e menomazioni di vario genere. Sia auto che etero inflitte.

Calma e gesso tuttavia: come dicevamo ci sono regole e sistemi che possono metterci nella pressoché assoluta sicurezza anche in questo rispetto. Basta conoscere e seguire alla lettera le indicazioni che ci sentiamo in animo di suggerirvi!

E lo dico non foss’altro per esserci passato io stesso, e nemmeno una volta…

Quando si è a caccia da soli…

Non solo in poligono: l'uso di occhiali protettivi è consigliabile anche sul terreno di caccia.

Suona il beeper, vibra il palmare del satellitare, Tell o Diana sono fermi nel fitto a 100, 150 metri. Ecco che col cuore in gola vai a servire dimentico di tutto pregustando l’attimo dell’involo. Ci siamo, è qui il problema, in quel “dimentico di tutto”. È infatti proprio nel parossismo di alcune azioni di caccia che si scordano le più elementari norme di prudenza e si diventa disattenti per quello che ci circonda. Cioè, si smette ogni prudenza ed attenzione e magari con passo affrettato si avanza di foga senza prestare “occhio” a quel che ci circonda. È qui che un’essenza acuminata non vista può ferirci. È qui che un ramo frettolosamente spostato può agire come una frusta colpendoci al volto, e dunque agli occhi mentre siamo tutti tesi solo all’azione di caccia!

Non solo, a volte basta una folata di vento improvviso a sbatterci “sul muso” ramaglie varie, che a quel punto possono davvero fare male.

A me è capitato 100 volte, e dopo 3 o 4 volte in cui avevo riportato anche danni agli occhi tutto sommato lievi, ho finalmente imparato la lezione…

Quando si è a caccia in compagnia

Qui, di solito i pericoli sono di due tipi. Il principale dei quali è quando ci si incammina in fila indiana nel folto. E quello che sta avanti, camminando e sfrascando, agisce come vero e proprio caricatore per quelle molle elastiche poi diventano rami e ramaglie così trasformati in veri e propri oggetti contundenti per chi si trovi dietro o nelle strette vicinanze.

E anche in questo, sono già passato tanto da aver oggi le mie regole di base buone per tutto, alle quali mi attengo in maniera fideistica.

Le regole di base per proteggere gli occhi

Portare gli occhiali protettivi non solo salvaguardia gli occhi, ma migliora il contrasto del bersaglio contro il cielo.

Occhiali protettivi: Impariamo dai poligoni (e dai campi di tiro)! Per accedere e frequentare un poligono o un campo di tiro, sono sempre necessari occhiali protettivi. Perché? Esatto, proprio per proteggere gli occhi anche da piccoli, eventuali detriti derivati dal fenomeno della combustione/esplosione, nonché da eventuali schegge di materiale vario e pallini di rimbalzo! Ne deriva che gli occhiali protettivi prevengono praticamente tutto anche per quel che concerne danni potenziali causabili da qual si voglia tipo di essenza vegetale.

Personalmente, li metto sempre. E con sempre intendo sempre!

Con lenti scure nelle giornate di sole e/o buona luce. Con lenti trasparenti quando parecchio nuvolo. Addirittura con lenti gialle o arancione nelle giornate nebbiose di scarsa visibilità.

Ce ne sono di tutti i prezzi e fogge, da quelli super professionali a quelli che vanno bene lo stesso e costano due spicci. Se si opta per quelli da lavoro (li vende una qualsiasi ferramenta ben fornita, e on line se ne trova di qualsiasi genere), si avrà certezza di ottime prestazioni mettendo in sicurezza anche il… portafogli!

Che siano fascianti, con stanghette comode e con pratici inserti in gomma su aste e nasello, dalle lenti di buona qualità.

Mi hanno salvato 100 volte, e in un paio di occasioni sono stati basilari anche contro pallini maldestramente sparati da chi era con me a caccia di quaglie. Si sono incrinate le lenti, è vero, ma gli occhi non hanno subito una minima offesa, e ho ringraziato 1000 volte il cielo per questa mia abitudine che ormai per me è una regola.

C’era chi mi prendeva in giro per questa mia “fissa”, ritenuto quasi un vezzo da “fighetto”. Uno di questi, purtroppo, due ore dopo era in ospedale per farsi asportare un pallino pazzo sparato da un amico che gli era entrato nella cornea durante una battuta a beccacce. E non aveva affatto più nessuna voglia di ridere e scherzare…

Devo essere onesto, uscire a caccia senza occhiali protettivi è per me ormai come andarci con le infradito al posto degli scarponi per quel che concerne i piedi. Uscireste a beccacce o cinghiali con le ciabatte ai piedi in una fredda mattina di novembre fra boschi e rocce? Ecco, la stessa cosa…

Quindi, procuratevene prima possibile 2 o 3 paia. Teneteli sempre in macchina. Assieme, prendete e portate con voi anche un pannetto di quelli atti a tenerli sempre puliti. Non ve ne pentirete.

Occhiali sì, ma anche sale in zucca

Attenzione. Gli occhiali proteggono tantissimo, più ancora protegge la testa e l’uso che se ne fa. Voglio dire, il fatto di avere cintura di sicurezza in auto o casco in moto, non esime in alcun modo dal fatto di dover essere sempre attenti e non correre come i deficienti!

Ci sono in commercio occhiali protettivi economici ma resistenti ai pallini. Basta cercare sulla confezione la sigla che ne indica il livello di protezione, ad esempio ANSI 287.1.

Cosa vuol dire a caccia? Semplice: di fare sempre grande attenzione in ogni caso. Di non muoverci come degli esagitati. Di non dare mai nulla per scontato. Di avere sempre un occhio a tutto quello che ci circonda in termini d’ambiente (anche quando si ripara un capanno di frasche). Un ramo, lo si prende con fermezza e lo si sposta con cura. Fra ginestroni, ci si muove pian piano e senza scapicollarsi. Prima di rilasciare una frasca, si abbia cura di essersi posti in posizione di sicurezza. Quando si accelera il passo per servire i cani o su un abbaio a fermo, si raddoppi la prudenza invece di azzerarla.

Sono poche, semplici regole, ma basilari… E non si scordino gli occhiali!!!

In compagnia. Quando si caccia in compagnia, i problemi per gli occhi possono essere duplici, e di uno quasi non vorrei dire. Da una parte c’è il modo di procedere a affrontare il bosco, che quando si è in due o più e si cammina vicini – specie poi se in fila indiana – può portare quello avanti a trasformarsi in vero e proprio caricatore di rami-catapulta che rilasciati possono finire in faccia, e dunque sugli occhi di cammina dietro. Per evitare questo genere di problemi, io adotto e faccio adottare in maniera ferrea due semplici regole: 

1) si procede mai attaccati, ma sempre a congrua distanza di sicurezza in base a territori ed ambienti (di norma, mai meno di 3 metri minimo l’uno dall’altro); 

2) chi viene dietro, è responsabile per sé, dato che quello avanti non lo può vedere! Ciò significa che sta sempre a chi segue la responsabilità di pensare bene a sé stesso, senza contare mai sulle attenzioni che pur porrà chi gli cammina innanzi.  Primo, perché non può vederlo. Poi, perché è così che deve essere.

Dicevamo per concludere della seconda, potenziale famiglia di problemi e questi attengono tutti alla fase di tiro. Bene, anche qui basti pensare sempre che la prudenza non è mai troppa!

Si spara dunque, solo solo dove si vede bene, dopo esserci sincerati al 100% sulla posizione dell’amico e degli amici, mai ad altezza d’uomo, e in tutti gli altri casi si evita del tutto di sparare. Idem, è buona norma pensare alla sicurezza passiva indossando abiti ad alta visibilità, facendosi identificare e localizzare sempre. Per il buon risultato di una battuta, per la sicurezza di tutti!

Insomma ragazzi, insieme agli occhiali bisogna sempre avere… occhio!

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