Isola di Pianosa: grazie anche ai cacciatori scoperti geni intatti di lepre europea

Da ladeadellacaccia.it. Il 20 aprile scorso il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e l’ISPRA hanno annunciato un ritrovamento sorprendente: la Lepre europea dell’Isola di Pianosa è geneticamente incontaminata e riconducibile alla Lepus europaeus meridiei Hilzheimer, 1906, la sottospecie tradizionalmente descritta per l’Italia, che si era creduta estinta a causa dei noti ripopolamenti effettuati con altre sottospecie importate. Alla scoperta hanno contribuito anche i cacciatori, volontari, degli ATC Bologna2 (in maggioranza imolesi), Livorno, Grosseto, Pistoia, Firenze-Prato, Lucca, Pisa e Chietino-Lancianese, che erano stati invitati, con tanto di attrezzature e di cani da seguita, per la cattura delle lepri. Il tutto è avvenuto nell’ambito di un progetto comunitario di rinaturalizzazione delle isole dell’Arcipelago Toscano.

Lepre europea
La Lepre europea dell'isola di Pianosa è la Lepus europaeus meridiei

L’attività dei cacciatori volontari si è svolta sotto il coordinamento dei ricercatori dell’ISPRA di Ozzano dell’Emilia (BO). Dopo una prima cattura sperimentale realizzata nel dicembre scorso, le operazioni sono proseguite nel febbraio di quest’anno. Sennonché, a seguito della cattura dei primi esemplari, i ricercatori dell’ISPRA si sono accorti di alcune peculiari caratteristiche morfologiche (soprattutto una particolare colorazione grigio-blu del posteriore e le tonalità brune del mantello anziché fulve), che hanno suggerito un approfondito esame genetico, da cui la sorprendente scoperta.

La conservata integrità genetica di questa popolazione è, evidentemente, la conferma che la lepre comune è giunta sull’isola, prima dell’inizio delle diffuse attività di ripopolamento nel nostro Paese. Le informazioni bibliografiche storiche non sono univoche a tale riguardo, ma il riscontro genetico sembra avvalorare le fonti che ne indicavano l’introduzione tra il 1840 e il 1850. La presenza di una colonia penale su Pianosa fin dal XIX Secolo ha, evidentemente, contribuito alla conservazione di questo prezioso patrimonio naturale storico, che ora dovrà essere scrupolosamente tutelato e valorizzato.

Questa realtà non sarebbe venuta alla luce se non vi fosse stato un progetto comunitario a rivitalizzare l’interesse su una popolazione di lepre dimenticata, unitamente alla capacità dei ricercatori dell’ISPRA e del personale del Parco Nazionale, di cogliere l’occasione al momento opportuno. Una bella esperienza di collaborazione dei cacciatori ad un progetto LIFE comunitario di conservazione della natura, già positiva per sé stessa, che si è conclusa nel modo migliore possibile! Tutto questo ci dovrebbe far riflettere anche sull’impatto di un certo tipo di ripopolamenti.