Museo storico della caccia e del territorio di Cerreto Guidi

Una bella iniziativa che ancora una volta sottolinea il legame storico tra uomo caccia, natura e arte dato che alcuni pezzi dell’esposizione museale, ospitata in maniera permanente all’interno della villa medicea di Cerreto Guidi, sono delle vere e proprie testimonianze di ingegno artistico. La villa medicea di Cerreto Guidi è una residenza nobiliare che sorge nel centro dell’omonimo borgo, in provincia di Fierenze. La residenza fu fatta edificare da Cosimo il Vecchio verso il 1555, dopo poco che i Medici avevano esteso in loco i propri possedimenti. La zona è costituita da una collina ai confini con il Padule di Fucecchio. Questa è una vasta zona umida,  ancora oggi  la più grande palude interna italiana e ultimo rifugio di molte specie animali e vegetali, che nel passato rivestiva un ruolo strategico.

Museo della caccia
Commissionato da Cosimo il Vecchio intorno al 1555, il progetto della casa di caccia viene attribuito dagli storici quasi certamente a Bernardo Buontalenti

I Conti Guidi, famiglia nobiliare antecedente all’avvento dei Medici stessi, che controllavano vaste zone della Toscana, vi avevano già impiantato in epoca feudale una rocca, intorno alla quale si era poi sviluppato il paese di Cerreto, detto appunto Guidi, il quale conserva ancora la forma circolare dell’antico Castello di Cerreto, le  mura e le quattro porte che corrispondo anche alle quattro contrade che oggi animano a livello folcloristico diverse manifestazioni tra cui il tradizionale Palio del Cerro. La villa comunque non aveva solo funzioni militari ma anche ludiche e, essendo stata edificata vicina al Padule, ambiente ricco di fauna, una della attività prediletti dagli occupanti fu nei secoli proprio quella venatoria. Se è sicuro che Cosimo il Vecchio, al tempo Duca di Firenze e Siena, fu il committente dei lavori per la realizzazione della residenza medicea, è ancora incerto fra gli studiosi il nome del suo progettista che sembrerebbe da alcuni fonti essere Bernardo Buontalenti.

Interno museo
All'interno del museo della caccia e del territorio sono visitabili anche collezioni varie di dipinti e oggetti d'arte risalenti al periodo compreso tra il Medioevo ed il Settecento

La planimetria degli spazi interni della villa, vedi le stanze con i soffitti bassi e la presenza di ambienti per ospitare cavalli e altri animali, sembrerebbe certificare che almeno inizialmente la funzione dell’edificio fu quella di presidio militare. Molto presto però la villa inizio ad essere apprezzata per la sua funzione di palazzina di caccia. La villa, oltre ad ospitare il Museo Storico della Caccia e del Territorio, ha al suo interno collezioni eterogenee, di varia provenienza, che vanno da un lapidario romano e uno romanico-gotico, a dipinti che spaziano dal Medioevo al Settecento (tra cui opere pregevoli di Guercino, Lavinia Fontana, ecc), arredi e oggetti d'arte italiani e orientali.

Armi da caccia
L'evoluzione delle antiche armi da caccia e da tiro è chiaramente visibile attraverso le armi di varie epoche tra il XVIII-XIX secolo appartenute ad illustri personaggi del territorio come il Granduca Pietro Leopoldo e a Ferdinando III di Toscana

Al primo piano della villa il Museo Storico della Caccia e del Territorio ospita una raccolta di armi, principalmente da caccia e a tiro dei secoli XVIII-XIX. Tra gli esemplari più pregiati si conservano alcune armi appartenute al Granduca Pietro Leopoldo e a Ferdinando III di Toscana. 

L’esposizione museale di Cerreto, prima in Italia di questo genere, si pone la finalità di illustrare, chiaramente limitandosi al territorio circostante, il rapporto tra caccia e territorio nell’evoluzione storica che ha visto da una parte l’attività venatoria passare da mezzo di sopravvivenza ad attività sportiva e sociale, per arrivare ai giorni nostri ad essere una passione condivisibile per tutte le classi sociali, dall’altra l’ambiente sempre più violentato non certo dall’esercizio della caccia ma dall’inquinamento e dall’urbanizzazione e dall’industrializzazione che inevitabilmente hanno influito negativamente sull’esistenza di alcune specie animali di cui è giustamente vietata la caccia stessa.

Armi
Lo scopo del museo di Cerreto Guidi è testimoniare l'evoluzione della caccia non solo nei suoi mezzi, ma anche nei suoi scopi, come attività inizialmente di sussistenza, diventata poi culturale e sociale nelle varie epoche

Per fortuna una sempre maggiore attenzione al rispetto e alla tutela ambientale esercitata in primis e soprattutto proprio dagli stessi cacciatori, ha negli ultimi tempi anche nella zona del Padule permesso la salvaguardia di flora e fauna locali. I corsi e i ricorsi storici hanno voluto che proprio Cosimo il Vecchio sia staro un precursore del cacciatore moderno, che è il primo a essere informato su come vadano tutelati animali e vegetazione, anzi  spesso è purtroppo il solo effettivo guardiano dell’ecosistema presente oggettivamente sul campo. 

Il duca infatti fin da piccolo era solito frequentare da appassionato cacciatore la zona di Fucecchio e del suo padule molto ricca di fauna. Quando salì al potere tra le numerose leggi che promulgò alcune riguardavano proprio la regolarizzazione della caccia nel ducato con appositi bandi. 

Padule di Fucecchio
Trovandosi ai confini del Padule di Fucecchio, la residenza di caccia di Cerreto Guidi rapresentava un luogo strategico ricco di fauna ancora oggi presente nell'area palustre

Il museo attuale costituisce solo il primo nucleo di un’esposizione che dovrà, ci auguriamo quanto prima, comprendere altre sale dedicate alla documentazione delle varie tecniche di caccia e di pesca locali, nonché alla identificazione iconografica delle specie cacciate nel corso dei secoli nella zona del Padule, alla storia della legislazione in merito, fino all’abbigliamento indossato durante le battute di caccia. Invitiamo comunque tutti i lettori di All4shooters, cacciatori ma anche appassionati di arte e amanti della storia,  a visitare la villa medicea di Cerreto Guidi e il Museo Storico della Caccia e del Territorio per contribuire con l’afflusso di visitatori a promuovere e sviluppare iniziative come questa.