Malta, rischio procedura d’infrazione per la caccia alla tortora

La Direttiva Uccelli sta continuando a mietere vittime. Mentre a livello italiano e internazionale proseguono le discussioni sull’opportunità di modificare il documento e aggiustare il tiro sui Key Concepts per la migratoria, stavolta la lente della Commissione Europea si è spostata (di poco) verso sud rispetto alle attenzioni rivolte al Belpaese: sotto indagine è infatti finita la Repubblica di Malta, paradiso dei cacciatori, dopo che il governo di La Valletta ha autorizzato l’abbattimento primaverile di 5.000 tortore.

Le forti pressioni di una parte della comunità scientifica che teme l’estinzione del columbide hanno avuto il loro effetto: il vertice dell’Unione vuole approfondire le possibili violazioni alla direttiva comunitaria dopo che il referendum tra i cittadini ha respinto col 50,4% dei voti il divieto di caccia primaverile alla tortora. La Streptopelia turtur è da poco entrata nella lista rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) come specie a forte rischio estinzione. Il portale cacciapassione.com riporta le parole di Karmenu Vella, politico maltese e commissario europeo per l’ambiente, secondo il quale l’isola dovrebbe considerare urgentemente un divieto temporaneo alla caccia alla tortora per evitare l’estinzione della specie; lo stesso Vella era stato pressato dalla IUCN con una lettera nella quale si chiedeva di convincere Malta ad adottare misure drastiche contro la legge che autorizza gli abbattimenti nella necessità di salvare la tortora dalla reale minaccia di estinzione.

Ma il governo Muscat ha risposto chiaramente che la quota di tortore da abbattere è già stata ridotta rispetto alle 11.000 unità iniziali e che anche il numero delle quaglie cacciabili è stato portato a 5.000. Già nei primi anni 2000 Malta e l’Unione Europea si sono trovate a dibattere sulla liceità della caccia primaverile; adesso la nuova indagine e il pericolo che sia aperta una procedura d’infrazione. E la possibilità di creare un (altro) precedente.