Caccia alla lepre con i segugi

La caccia alla lepre, in Italia, ha inizio la terza domenica di settembre per terminare nella prima decade di dicembre. Un periodo di tempo inferiore ai tre mesi viene concesso agli amanti di questa caccia fra le più antiche, praticata fino a qualche decennio fa più per bisogno di un selvatico comunque dalle dimensioni apprezzabili, che per la passione della sfida con lo stesso. Ma che cosa motiva ancora oggi i cacciatori, in tempi tornati difficili, a mantenere e custodire una muta di cani che per poche occasioni nell'arco dell'anno avranno la possibilità di vedere in azione?

Caccia alla lepre coi segugi
La caccia alla lepre, una delle più classiche svolta con una squadra affiatata e una muta di segugi può regalare soddisfazioni incredibili ai cacciatori

Beh credo di poter rispondere a nome di tutti dicendo che sentire l'esplosione della canizza all'inseguimento di una lepre, in una mattinata trascorsa con pochi fidati amici è uno degli spettacoli più emozionanti che la natura possa offrire ad un cacciatore. 

Tutte le fatiche vengono affogate nell'adrenalina di quei momenti in cui, l'unica cosa che si è in grado di ascoltare e percepire è quel latrato ancestrale che porta con sé soddisfazioni, speranze e gioia pura.

Si potrebbe ingenuamente pensare che una muta numerosa di segugi sia garanzia di maggiori probabilità di far carniere, molto spesso con la lepre accade l'esatto contrario. La concitazione dell'azione e lo scagnare di molti soggetti in movimento possono allertare a tal punto i selvatici da farli fuggire anzi tempo e per territori sconosciuti senza dare ai cacciatori la minima possibilità di vederli attraversare i sentieri abituali dove erano state giustamente assegnate le poste. 

Inseguita invece da una muta non troppo numerosa, la lepre solitamente dopo aver compiuto un ampio giro sul suo territorio abituale per distanziare gli inseguitori, torna sui suoi passi, dando vita alla fase più intensa ed intricata della cacciata.

Caccia alla lepre coi segugi
La lepre per depistare cani e cacciatori compie numerosi depistaggi prima di tornare al covo

Il suo percorso infatti, non si compie semplicemente a ritroso, ma attraverso molte astute manovre di depistaggio che porteranno la muta dei cani ed il cacciatore ad ingaggiare una vera e propria gara di astuzia.

La lepre infatti è di natura più veloce dei cani, quindi questi non sono in grado di costringerla in una data direzione, ma solo di inseguirla. 

A differenza di altri selvatici che per sfuggire ai predatori si comportano in modo estemporaneo, dettato spesso dal caso e dall'istinto, la lepre segue schemi comportamentali che la specie ha elaborato nei millenni per difendersi dai pericoli.

Data la forte antropizzazione di gran parte del nostro paese, la caccia alla lepre con i segugi, soprattutto nelle pianure è sempre più difficile e meno praticata, restano l'alta collina e la montagna i teatri migliori di questa attività in cui è possibile spesso seguire anche con la vista il lavoro dei cani sui declivi.

Le fasi venatorie consistono nell'individuazione della pastura, dove la lepre si è cibata durante la notte, nell'interpretare l'intricata traccia odorosa da lei lasciata ed arrivare al covo per farla saltare allo scoperto. 

Poichè la lepre per eludere i predatori compie molte diversioni nel suo ritorno al covo, i segugi dovranno mettere in campo tutta la scaltrezza e il buon naso di cui dispongono per non cadere in uste fuorvianti. È qui che l'esperienza e la bravura del cacciatore intervengono e fanno la differenza. 

I segugi considerano infatti il canettiere il loro capo branco e ubbidiscono soltanto se questo è riuscito a guadagnarsi la loro fiducia nel corso delle trascorse cacciate, avendoli condotti in prossimità della più probabile rimessa della lepre, risolvendo così l'enigma lasciato dalle numerose tracce.

Caccia alla lepre coi segugi
Il canettiere segue il lavoro dei cani sul campo dopo aver collocato i compagni di battuta alle poste

Il vero segugista infatti, colui che ha addestrato i propri cani, non si adatterà mai alla posta, ma seguirà il lavoro della muta, molto spesso lasciando agli altri compagni di battuta, che ha sapientemente piazzato alle poste, la possibilità di effettuare il tiro. 

La funzione che preferisce il canettiere è quella del conduttore. È lui che conosce perfettamente e riesce ad interpretare la voce della sua muta di cani, un vero e proprio coro che lo informa di qualsiasi cosa stia avvenendo sul terreno di caccia. 

I guaiti dei segugi sono delle vere e proprie espressioni che per chi li conosce possono indicare l'incertezza dell'emanazione, la disperazione per l'usta perduta, o l'esultanza al momento dello scovo e della seguita.

Caccia alla lepre coi segugi
L'esperienza del cacciatore unita al lavoro dei cani porta alla risoluzione dell'enigma e al momento entusiasmante dell'abbattimento

È sempre il canettiere il maggior esperto nella lettura delle tracce e del territorio, lui che raduna la muta e decide quando e dove spostarsi per altre zone se l'usta del selvatico si interrompe. 

Quando i cani vagano nervosamente senza riuscire a recuperare l'emanazione solitamente ci si trova nel momento cruciale in prossimità del covo in cui la lepre, dopo una serie di balzi laterali ha compiuto il suo ultimo e più lungo salto senza sfiorare erbe o cespugli che tradirebbero la sua presenza. 

Qui il cacciatore diventerà miglior attore non protagonista e guidando l'ultimo sforzo della muta arriverà al momento fatidico dello schizzo della lepre dal covo in cui culmina la fase emozionante della battuta, si spera con il meritato abbattimento presso una delle poste.

Se il territorio è pianeggiante le poste migliori sono attraverso i solchi tra le coltivazioni, le strade sterrate di campagna e i margini dei Scampi. In collina ed in montagna presso i valichi, i margini di fossi e boschi, le radure, le tagliate in cui si ha maggiore visibilità e gli incroci dei sentieri, ma sempre cercando di restare in quota, perchè la lepre tende sempre a fuggire verso l'alto.

Una muta efficiente non dovrebbe essere un assembramento di cani diversi, ma una compagine omogenea, perchè segugi aventi velocità e resistenza diverse non possono collaborare avvalendosi delle capacità di tutti che compensano le inevitabili manchevolezze di ognuno.

Caccia alla lepre coi segugi
Il segugio Italiano è senza dubbio uno dei migliori cani da impiegare nella caccia alla lepre

Con un pizzico di orgoglio possiamo dire che in questa caccia un validissimo ausiliare è sicuramente il nostro segugio italiano che oltre ad avere un aspetto nobile ed elegante è anche un cane robusto, intelligente e selezionato appositamente per la lepre. 

Per la caccia in quota i soggetti migliori sono quelli di media taglia ed il numero sufficiente è di tre segugi, ma gli effetti più spettacolari avvengono con mute di quattro o cinque soggetti ben affiatati.

IL TIRO... FUCILI, MUNIZIONI E ACCESSORI

La pressione che riesce a mettere nel momento del tiro un selvatico veloce come la lepre è qualcosa che solo vivendola si può capire fino in fondo. Eppure non dimentico mai il consiglio di un vecchio e caro amico scomparso, maestro in questa caccia che ogni volta mi ripeteva “Quando la vedi, prima di sparare accenditi una sigaretta!” per raccomandarmi non tanto di fumare, ma calma e precisione.

Questo non significa affatto che alla lepre non si possa sparare seguendo l'istinto, anzi in alcuni ambienti boscosi il tiro d'imbracciata è spesso l'unica alternativa prima che il selvatico scompaia tra la vegetazione, ma i migliori risultati si ottengono di regola con un tiro veloce e determinato sì, ma sempre mirato a calcolare l'anticipo giusto.

Caccia alla lepre coi segugi
Cercare di mantenere la calma e seguire il selvatico sono con la lepre le prerogative vincenti del tiro

Vedendola in fuga, sembra sempre che la lepre sia ai limiti del tiro, sia per i suoi movimenti fulminei, che per i suoi scarti laterali che spesso la sottraggono alla mira nel momento decisivo, eppure seguendola anche solo per un istante si avranno molte più possibilità di riuscita. 

In pochi attimi le canne del nostro fucile sembreranno assumere lo stesso passo del selvatico e il colpo preciso scivolerà proprio lì davanti dove l'ultima evoluzione aerea dell'orecchiona precederà l'arrivo festoso della muta.

Bernardelli Hemingway
Con canne medio lunghe sia le doppiette che i semiautomatici sono adatti per la caccia alla lepre
Beretta A300 Outlander
Semiautomatico Beretta A300 Outlander

Per quanto riguarda il fucile adatto, dalla classica doppietta al semiautomatico preferibilmente in calibro 12 andranno bene; a favore della prima forse l'istantaneità dell'imbracciata se si caccia nel bosco e per il secondo invece l'utilità del terzo colpo negli altri ambienti. 

Per le canne consiglierei di restare nella media lunghezza; una 66 cm con strozzatura *** potrà risultare la più versatile, tuttavia se si caccia in ambienti aperti, canne leggermente più lunghe e strozzate potranno dare qualche garanzia in più di riuscita.

Ci sono tipi di cartucce espressamente dedicate alla caccia alla lepre, la cartuccia ideale pevede comunque un buon dosaggio di piombo dai 36 ai 40 grammi

Di cartucce valide o esclusivamente dedicate alla lepre c'è vasta scelta in commercio, l'importante a mio parere sarà non scendere sotto i 36-40 grammi di piombo del n.5 in prima canna e del 4 o anche 3 in seconda. 

Questo selvatico oltre ad essere resistente, se colpito con piombo “leggero” in corsa con muscoli distesi a massa dinamica, tende ad andar via ferito per poi inevitabilmente morire senza venire recuperato, vanificando quindi tutto il senso della nostra passione.

BS Planet radio-ricetrasmittenti, permettono di restare in contatto con i compagni di caccia senza mettere in fuga il selvatico

A tutti è noto lo spiccato udito della lepre, tanto da divenire proverbiale. Per questo in questa caccia è raccomandabile il massimo silenzio da parte dei cacciatori. 

L'affiatamento delle squadre permette a volte di esprimersi e capirsi tra compagni a gesti negli spazi aperti, tuttavia quando si caccia nel bosco o in montagna per comunicarsi gli spostamenti o gli arrivi dei selvatici la cosa migliore è servirsi di radio ricetrasmittenti che permettono di restare costantemente in contatto evitando non solo qualsiasi rumore, ma anche garantendo la giusta sicurezza a tutti i partecipanti della battuta.