La “Riforma Del Rio” ha aperto una riflessione su ruolo e funzione della Polizia Provinciale mentre ci si avvia al progressivo superamento di competenze dell’Ente. A questo si aggiunge la discussione aperta sulla riorganizzazione e la possibile messa in discussione dell’esistenza del Corpo Forestale dello Stato.
Le riforme in essere rischiano di far diminuire l’azione di presidio delle aree rurali e interne con un indebolimento delle attività delle Forze di Polizia specializzate nella prevenzione e repressione dei reati ambientali che sono molto diffusi e, se non perseguiti adeguatamente, danneggiano spesso irrimediabilmente gli interessi di tutti i cittadini italiani.
Nutriamo preoccupazione anche per l’attività venatoria e per i cacciatori, che rappresentiamo, perché potremmo trovarci ad avere meno incisività nella lotta al bracconaggio che, invece, ha sempre più bisogno di tecnologie e di presenze nei territori, anche nell’interesse degli stessi cacciatori che non vogliono e non devono essere assimilati a chi agisce in spregio a leggi e regolamenti.
Modernizzazione, professionalità, conoscenza dei territori e rapidità d’intervento, sono esigenze per le quali mettiamo a disposizione il patrimonio delle nostre Guardie Volontarie. Sottolineiamo l’importanza del ruolo e del valore del CFS ristrutturato e rinnovato in chiave europea perché auspichiamo una nuova fase di collaborazione tra forestale e mondo venatorio, in quanto anche i cacciatori, quali “sentinelle del bosco”, rappresentano una risorsa imprescindibile per la difesa del territorio e la prevenzione dei reati ambientali.
Il Corpo Forestale dello Stato è un punto di riferimento per quanti, senza pregiudiziali ideologiche discriminanti, vorranno concorrere ad un monitoraggio capillare dei tanti luoghi, spesso sconosciuti ai più, che fanno del nostro paesaggio rurale un peculiare valore per l’Italia ed il mondo intero.