Jurki Katainen: “L’unica via è la caccia conservativa”

Il mondo venatorio è pronto a dire la sua. Anche a livello internazionale. Mentre dalle due parti della barricata si stanno affilando i coltelli e definendo gli schieramenti, condizionati anche dalle discussioni sulla revisione europea della direttiva armi, a favore della caccia arrivano le parole (attese, ma non per questo meno gradite) dell’ex premier finlandese Jyrki Katainen, cacciatore e vicepresidente della Commissione europea con delega a lavoro, crescita, investimenti e competitività. La cerimonia inaugurale della 63ª assemblea generale del CIC (Consiglio Internazionale della Caccia e Conservazione della Fauna Selvatica), che si è svolta negli scorsi giorni a Bruxelles, ha visto il politico del Partito Popolare Europeo tra i relatori di punta; e Katainen non si è tirato indietro dinanzi a un mondo di cui sente di far parte.

Responsabilità, sostenibilità, trasparenza: secondo il Commissario europeo sono questi i valori chiave della caccia, destinata sempre comunque a scatenare una miriade di passioni tra chi la ama (e la pratica) e chi la avversa. Da parte di Katainen è arrivato un appello sia ai cacciatori sia alle associazioni venatorie affinché si impegnino a tenere alto il nome del loro mondo; e, inevitabile soprattutto di questi tempi, è giunto deciso l’auspicio per un lavoro congiunto, unico mezzo per raggiungere gli obiettivi comuni.

Secondo quanto riportato dal sito www.bighunter.com, il politico finlandese ha citato la Direttiva Habitat sottolineando il valore conservativo dell’attività venatoria e ha concentrato la propria attenzione sulla Direttiva Uccelli: i cacciatori italiani la conoscono bene, i Key Concepts hanno fatto discutere per buona parte degli ultimi tre mesi e la sua revisione pare inevitabile, ma Katainen ritiene che l’unica via d’uscita passi attraverso un dialogo costruttivo tra cacciatori e ambientalisti. E a proposito di cooperazione, ha suscitato interesse il riferimento alla piattaforma comunitaria che, siglata nel 2014 da otto grandi organizzazioni tra cui il CIC, mira alla coesistenza tra cittadini e grandi carnivori.

Ma non tutto splende sotto il sole: lo stesso Consiglio Internazionale della Caccia assieme alla FACE (Federazione delle associazioni di caccia e di conservazione dell’Unione Europea) si è espresso con preoccupazione in vista della 17ª Conferenza delle Parti del CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) che si terrà a Johannesburg nel prossimo settembre. FACE e CIC hanno criticato le bozze circolate negli ultimi mesi soprattutto in merito alle possibili nuove regole che disciplineranno i trasferimenti internazionali dei trofei da caccia; le nuove proposte sono considerate poco proporzionate e in aperta contraddizione con la convenzione in vigore, perché potrebbero aggiungere nuovi oneri finanziari, amministrativi e scientifici sui Paesi esportatori, spesso non in grado di sostenere altre spese. E a tal proposito è arrivato un deciso appello nei confronti deli Stati membri dell’Unione Europea affinché non supportino le proposte sotto la lente: in ballo c’è il futuro di un prelievo sostenibile e conservativo.