Il tiro a caccia: accompagnamento o stoccata?

Il tiro a caccia
Selvatici e ambienti diversi condizionano il tiro a caccia che può essere improvviso ed istintivo o mirato, di accompagnamento

Tipologie di caccia, ambienti e selvatici diversi mettono il cacciatore di fronte a reazioni ed impostazioni di tiro spesso molto differenti fra loro. Parliamo di tiro dinamico e più generalmente di imbracciata, anche se gli attimi decisivi che seguono ai tempi di percezione del cacciatore alla vista del selvatico e precedono la reazione, quindi il momento in cui si lascia partire il colpo sono sostanzialmente diversi in base a due diverse tecniche di tiro: il tiro mirato ossia di accompagnamento, oppure istintivo propriamente detto di stoccata

L’efficacia può essere la stessa a seconda delle situazioni e dipenderà soprattutto dalle abitudini e dall’abilità che ogni cacciatore svilupperà negli ambienti di caccia e con i selvatici che più spesso avrà modo di incontrare. Molto spesso saranno infatti le circostanze a decidere il tipo di tiro necessario e ci si dovrà adattare, per cui è fondamentale conoscere e prendere dimestichezza con entrambe le tipologie.

Tiro a caccia
Il fagiano è uno di quei selvatici che può involarsi a pochi metri dal cacciatore a conclusione dell'azione del proprio cane, oppure allontanarsi di pedina e costringere a tiri impegnativi a lunghe distanze

Le variabili da tenere costantemente in considerazione sono in entrambi i casi del tiro la distanza e la velocità dei selvatici in volo o in corsa. 

Il cacciatore all’apparizione del selvatico deve stimarne in pochi attimi (tempo di percezione) direzione, distanza e velocità, effettuando immediatamente atti (tempo di reazione) che porteranno all’esecuzione del tiro. 

Il tempo di percezione varia da individuo a individuo, mentre i tempi di reazione dipendono dal metodo di tiro. 

Il tiro di accompagnamento prevede di portare il fucile alla spalla, allineare le canne con il bersaglio, per poi seguirlo nel suo movimento, accompagnare il movimento avanzando le punte delle canne rispetto al bersaglio per valutarne l’anticipo e far partire il colpo in direzione di un punto coincidente con la traiettoria e lo spostamento  del selvatico. 

I movimenti che avvengono sono quindi una serie di atti consapevoli e calcolati. Se si manca il bersaglio al primo colpo infatti, l’azione si ripete, tornando a seguire il selvatico, recuperando lo spazio perso e tornando ad allineare le canne fino ad un nuovo calcolo di anticipo che farà partire il secondo colpo.

Tiro a caccia
Nel tiro di accompagnamento il selvatico viene seguito dal cacciatore con una serie di azioni calcolate per individuare il punto esatto in cui lasciare partire il colpo di anticipo

L’arma e il cacciatore, sono in questo caso in continuo movimento sulla traiettoria del selvatico, anche la pressione sul grilletto è progressiva fino al momento in cui ci si sente sicuri del calcolo e dunque dello sparo. 

Nel tiro mirato, oltre che accompagnare è possibile anche sorpassare il selvatico. È un’opzione che porta ad una riduzione del calcolo dei tempi di anticipo e quindi ad un tiro più veloce. 

Consiste sempre nell’accompagnare il movimento del selvatico portando il fucile alla spalla ed allineando le canne con il suo movimento; ma, piuttosto che restare costantemente in movimento con il selvatico, in un momento si decide di sorpassare il suo movimento puntando rapidamente le canne in un punto giudicato idoneo per il suo passaggio e si lascia partire il colpo. 

Così facendo il cacciatore elimina il calcolo dell’anticipo da dare alla punta delle canne e semplicemente proporzionando il movimento alla velocità del bersaglio lascia partire il colpo con l’arma in movimento e buone probabilità di far impattare la rosata dei pallini con il selvatico.

Tiro a caccia
Nel bosco con ambiente difficile e selvatico imprevedibile per volo irregolare e rapidità, il tiro di stoccata darà spesso più chance di successo, o sarà in molti casi l'unica alternativa
Tiro a caccia
Il tempo di percezione del selvatico varia da cacciatore a cacciatore, da questo deriva il tempo di reazione, cioè quello impiegato per portare l'arma alla spalla ed effettuare il tiro

Nel tiro di stoccata l’esecuzione avviene invece in seguito a degli atti istintivi ed automatici. Questa tecnica è la più difficile da apprendere, ma la più rapida da effettuare. Si riducono in questo caso infatti le distanze che intercorrono tra il cacciatore e il selvatico che non impiega il tempo nei calcoli di anticipo per la fuga. 

I tempi di percezione e di reazione, quindi di sparo, quasi coincidono, perché il cacciatore alla vista del selvatico rimane fermo e ne giudica immediatamente la traiettoria, la velocità e dunque  il punto di coincidenza in cui “buttare” la fucilata per intercettare il movimento dell’animale.  

Il colpo parte nel momento stesso in cui il calcio del fucile si appoggia alla spalla e le canne si trovano in direzione del punto prescelto sulla traiettoria di fuga del selvatico. Il tiro di stoccata è dunque un tiro di interdizione del bersaglio in un punto ed un tempo determinati dal cacciatore che non sposta l’arma come nel tiro di accompagnamento, ma la imposta nel punto in cui parte il colpo, con un anticipo ovviamente maggiore rispetto al tiro di accompagnamento. 

È una tecnica che potremmo definire più soggettiva; il bersaglio non viene infatti seguito con l’arma ma soltanto con lo sguardo dal cacciatore. In caso di primo colpo mancato, si imposta nuovamente la fucilata andando ad indirizzare le canne del fucile verso un nuovo punto di anticipo e quindi di sparo.

Venendo ora alle situazioni di caccia, il tiro di accompagnamento risulta particolarmente idoneo alle medie e lunghe distanze, nelle cacce anche da appostamento in spazi aperti o condizioni comunque di buona visibilità. I selvatici una volta avvistati, concedono infatti al cacciatore il tempo necessario ad impostare il tiro seguendoli nella fuga, soprattutto quando il volo e le velocità si presentano piuttosto regolari come nel caso dei colombacci, ma anche delle anatre e perpendicolari rispetto alla postazione del cacciatore. 

Tiro a caccia
Nelle medie e lunghe distanze e negli spazi aperti il tiro di accompagnamento si rivela spesso più preciso ed efficace

Anche nella caccia alla lepre o per coloro che cacciano con il cane da ferma può risultare in diverse situazioni il modo più consono di tirare, pensiamo ad esempio a quei fagiani o starne che una volta conosciute le insidie provenienti da cani e cacciatore si allontanano di pedina per involarsi solo quando si sentono a distanza di sicurezza costringendo a tiri trasversali impegnativi. 

Per quel che riguarda la stoccata, è sicuramente il tiro istintivo che si rivela quasi sempre risolutivo nel bosco, dove la visibilità e i tempi si riducono drasticamente. Un tiro ideale per animali dal volo veloce ed irregolare come quello della beccaccia o del beccaccino, da effettuarsi alle brevi distanze al primo immediato avvistamento del selvatico, oppure al contrario, quando si è in grado di scorgerlo solo nel momento finale prima che si copra definitivamente.

Tiro a caccia
Il senso della posizione e l'attitudine naturale al tiro distingue alcuni cacciatori per i quali la stoccata si rivelerà il tiro più facile ed immediato

Tiratori quindi si nasce o si diventa?  La risposta non è così immediata, perché potrebbe essere simile a quella per la storica domanda:  “Cacciatori si nasce o si diventa?” Diciamo che la forza della passione è una delle componenti che se innata o acquisita può dare dei notevoli risultati. 

Tuttavia come a caccia c’è qualcosa che sfugge alla tecnica, che fa parte di un curriculum ancestrale e non scritto, e porta i cacciatori nati ad avere quel “senso del selvatico” inspiegabile che li rende spesso simili ai predatori naturali; così in materia di tiro, se molto si potrà di certo imparare attraverso l’esercizio e l’esperienza fino a diventare sicuramente dei buoni tiratori; gli eccellenti tiratori rimarranno però quei soggetti naturalmente dotati e capaci attraverso la conoscenza di selvatici e situazioni di trovare sempre la posizione e la soluzione più adeguata di tiro.

Tiro a caccia
Acquisire esperienza ed allenamento nel tiro significa soprattutto saper colpire meglio i selvatici a cui dobbiamo il massimo rispetto nell'abbattimento sicuro ed immediato

Saranno di prezioso aiuto alla tecnica gli allenamenti al percorso di caccia, o anche la ripetizione di semplici gesti per familiarizzare con movimenti ricorrenti che vadano ad impostare correttamente l’arma. Prendere dei punti di riferimento come ideali bersagli e puntare rapidamente mettendo in mira. 

È necessario sentire Il fucile come un prolungamento naturale del nostro braccio, fedele alleato che in caso di necessità dovremo adattare alle nostre esigenze e alla nostra conformazione fisica con l’aiuto di un armaiolo esperto. Concluderei con una doverosa precisazione. Questa argomentazione e questi modesti consigli, vogliono essere un invito ad impegnarsi per dare il massimo nel tiro di caccia, non sicuramente con il fine di colpire più selvatici, ma di colpirli in modo preciso ed etico, con il massimo del rispetto e della preparazione che si richiede al nostro essere cacciatori oggi.  

L’augurio quindi è quello di scongiurare tiri avventati, azzardati su distanze giudicate in modo troppo approssimativo e con la probabilità di scarseggiare soltanto, ferire, o perdere selvatici preziosi; emozioni volanti per i cacciatori veri.