Emergenza cinghiali Italiana sulle colonne del New York Times

Quella della sovrabbondanza dei cinghiali in molti territori italiani, in particolare in Toscana, è un’emergenza che necessita di soluzioni immediate e concrete”. 

A dichiararlo è Nicola Perrotti, Presidente della Fondazione UNA Onlus commentando l’articolo pubblicato il 7 marzo scorso sul New York Times dedicato proprio alla questione degli ungulati in Italia. “L’articolo apparso sul prestigioso quotidiano statunitense – dichiara Perrotti – dimostra come questa emergenza sia vista sui media internazionali come frutto di un’anomalia tutta italiana, in cui non esiste un coordinamento proficuo tra i vari rappresentanti del mondo faunistico e ambientale."

Nell’articolo del New York Times, infatti, si sottolineano gli ingenti danni economici recati dagli ungulati selvatici nel Belpaese, il cui numero nel 2015 secondo i dati ISPRA è cresciuto ad oltre un milione di esemplari. Tra gli esempi citati, quello dei danni causati ai preziosi vigneti della Toscana, stimanti in milioni di euro.

Altro riferimento esplicito è alle resistenze aprioristiche da parte di componenti radicali del mondo ambientalista, che si oppongono ad ogni tipo di operazione che preveda l’innalzamento delle soglie di abbattimento.

Per affrontare questo tema serve equilibrio e pragmatismo – commenta il Presidente della Fondazione UNA Onlus – tutti le parti (mondo ambientalista, agricolo, venatorio e istituzionale) devono mettere da parte le argomentazioni preconcette e convergere verso pratiche che riequilibrino la presenza dei cinghiali sul nostro territorio. Come Fondazione Una Onlus – conclude Perrotti – seguiamo  un progetto che affronta proprio questo tema." 

Si intitola “La Carta d'identità degli ungulati selvatici” ed è curato da ISPRA, Legambiente, Federcaccia, Arcicaccia e AnuuMigratoristi. 

Il progetto è incentrato sullo studio della fauna selvatica e sull’analisi dei dati ISPRA, indispensabili per prevenire le problematiche (danni alle attività agricole, incidenti stradali e trasmissione di patologie agli animali domestici o all’uomo) derivanti dall’incremento degli ungulati selvatici. Solo con proposte concrete come queste si può pensare di affrontare seriamente un’emergenza non più rinviabile”.