Consigli ai giovani

Il fucile da caccia

Browning A5
Fucile semiautomatico Browning A5 calibro 12
Poli doppiette e sovrapposti
Doppietta o sovrapposto? Questione di gusti e preferenze personali, quando come qui con le armi dei fratelli POLI, andiamo su qualità assoluta!  

Credo che la cosa più difficile del mondo sia l’obbiettività di giudizio. Rispondere cioè, semplicemente e veracemente alla domanda: - che cos’è, per davvero, quella cosa? – certi poi di non compiere errore. Mi sostiene in questo mio pensare la più avanzata fisica speculativa che, dalla formulazione del “principio d’indeterminazione di Heisemberg” , ha sancito come, nel campo dell’infinitamente piccolo (cioè alla base di tutto ciò che percepiamo coi sensi e chiamiamo “realtà”) sia impossibile l’assoluta oggettività d’osservazione poiché il “campo energetico” dell’osservatore – diverso in ognuno e in continuo cambiamento nello stesso soggetto- viene ad influenzare il fenomeno che si cerca di studiare – e dunque determinare – in maniera univoca ed ecumenica. Quando poi di mezzo ci vanno ideologie, formazione, sentimenti, ecco che le cose si complicano addirittura in maniera inverosimile: a conferma dell’assoluta relatività di tutte le cose… Cos’è infatti un fucile da caccia? Lo strumento che ha permesso alla civiltà occidentale di vincere la barbarie e conquistare il mondo, potrebbe dirti lo storico. Una macchina più o meno evoluta -di metallo, legno e/o polimeri, atta a compiere un determinato lavoro – potrebbe invece dirti l’ingegnere. Un attrezzo infernale addirittura, diabolico sterminatore di uccellini, il fanatico ambiental-animalista. E nella loro ottica limitata avrebbero ragione quasi tutti, almeno quanto hai ragione anche tu – amico mio – se, come me, dici e giuri convinto che un fucile da caccia è molto, molto più di questo…

Franchi Imperiale Montecarlo
Franchi Imperiale Montecarlo (ora Beretta): la Doppietta in quanto tale al suo stato dell'arte!

Un sogno, un fratello, un “essere vivente dotato di una propria anima”, un prodigio, una sorta di bastone incantato cui sia propria la capacità di traghettarci lo spirito in dimensioni altre che mai, mai potrà sperare di capire chi non sappia cosa sia un’alba vista dal verso giusto. Cioè, dopo una notte d’attesa e mezzo dormire emozionato. Un’alba contemplata da una sveglia nelle tenebre il cui apice è quando – fatta colazione, messi su i vecchi panni lisi –finalmente giri la chiave per aprire ancora “l’armadio proibito”… E lì ti sorprende il profumo di tutte le cose buone del mondo. Uno scent, una fragranza composita d’olio, alberi e fuoco che lavorò e piegò – mercé l’ingegno e la fatica – così i metalli come incendiava le polveri. Finalmente lo stringi, stai per riporlo in custodia ma indugi un poco perché si compia ancora la magia. Ed ecco che anche il “presente” diviene un concetto relativo assediato com’è da un passato di ricordi e da un futuro di speranze. Tutto questo grazie a lui – il tuo fucile da caccia- una sorta di talismano che ti sorprendi stringere assorto, al cuore, come a proteggere il segreto di questa tua passione senza fine: il mistero di una vita differente che ti volle cacciatore… E fuori il vento, il vento del nord che soffia, ed il cielo pieno di portenti; avrebbe chiosato il tutto lord Dunsany…

UN FUCILE UNICO: ovvero l’arma generica o “tutta caccia”

Fucile sovrapposto
Un eccellente sovrapposto di fabbricazione nazionale

Per questo ti dico stai attento a come lo scegli il tuo fucile: perché a lui rimetterai molto di quel che attiene alla tua soddisfazione ma non solo. C’è infatti qualcosa di assai simile all’amore, fra l’arma da caccia e il suo utilizzatore. Non “rapporto occasionale”, ma scambio duraturo d’amorosi sensi: per la vita non di rado, e finche la “morte” di uno dei due non giunga a separarvi; tu e il tuo fucile.

Basculante
Il basculante: scelta "smart" del cacciatore col cane da ferma

Il fucile generico potrà essere arma atta a coprire le esigenze venatorie d’un cacciatore medio. Non specialista perciò, votato alla più assoluta estemporaneità: il tutto all’insegna di una caccia concepita soprattutto come un piacere della vita. Ne esce fuori il ritratto un cacciatore che esce quasi esclusivamente il sabato e la domenica, che magari ha pure un cane, il quale ricalchi la sua stagione sulle… stagioni. Sarà quindi a tortore all’apertura, ma farà pure un giretto per cercare due o tre quaglie. Andrà poi a fagiani, sperando nella lepre, ma ad ottobre insidierà quasi esclusivamente lodole, tordi e colombacci; ai valichi per lo più. Eccolo dunque a novembre e poi dicembre a spartirsi il tempo libero tra qualche azienda, un po’ di beccaccia e qualche invito al cinghiale. Magari qualche tordo allo schizzo.

Fucile bigrillo
Bi (come in questo caso) o monogrillo? Questione anche tecnica, non solo di preferenze personali

Due o tre giri, tra le piane gelate di gennaio, lungo le aste fluviali, non potranno mancare… Il tutto che lo porterà a considerare come arma d’elezione un fucile come lui: medio. Che non vuol dire affatto mediocre – intendiamoci – ma “tutto fare”. Discretamente efficiente cioè, per affrontare ogni tipo di situazione gli si possa parare d’innanzi. Attenzione infatti: la scelta del fucile unico può anche essere quella del cacciatore accanito che va a caccia sempre e di tutto, e che non vuole as-so-lu-ta-men-te! cambiare ogni volta attrezzo e dunque bilanciamenti e linea di mira… Come sia si palesa l’immagine “d’un ferro” portabile ma capace di tollerare diversi tipi di cariche: né troppo pesante dunque, né troppo leggero. In grado poi d’ingaggiare alla bisogna, giocandosela con le cartucce, bersagli sia relativamente prossimi che a distanze più importanti: dai tubi perciò mai troppo lunghi o corti, e dai valori di strozzatura “ragionevoli”. Semiauto o basculante? …This is the question!

Beretta A 391
A 391 Beretta, un evergreen reperibile anche nel mercato dell'usato

Semiauto. Sono i tiranni delle armerie: i fucili più venduti, quelli più richiesti, quelli nei confronti dei quali s’è più incentrata la ricerca delle grandi aziende (e pure di quelle piccoline). Vero com’è che nessun’altra tipologia d’arma si presentava – e continua presentarsi – così facilmente industrializzabile, “migliorabile” – specie per quel che concerneva i materiali – quanto il semiautomatico. È in effetti figlio legittimo della modernità, e dunque è logico ricadano su di lui tutti i vizi e virtù d’una macchina costruita da altre macchine. Poco fascino dunque, poco sapor di tradizione (fatti salvi alcuni modelli), in cambio tuttavia d’un’efficienza impressionante, d’un maggior volume di fuoco e d’una versatilità d’utilizzo impareggiabile. Il tutto che si traduce in un’economia d’acquisto e d’utilizzo assolute ormai. Per non parlare poi della plasticità d’utilizzo.  È in effetti, proprio il semiauto, l’arma d’elezione capace di farsi “unico fucile” del cacciatore per qual si voglia ragione generalista. Di qui il mio voler aprire questo “capitolo” proprio con tale tipologia d’arma: perché la più adatta e tecnicamente consigliabile.

Franchi Affinity
Franchi Affinity, l'inerziale secondo Franchi, caratterizzato da uno strepitoso rapporto qualità/prezzo

Orbene, dagli anni ’60 in qua esistono tre fondamentali tipologie di “sistemi” atti ad azionare i relativi cinematismi adibiti ai cicli d’espulsione-riarmo: due sfruttano l’energia cinetica, uno il principio di dilatazione dei gas. Ecco quindi il lungo-rinculo che animò i primi semiauto e che oggi è quasi scomparso dopo essere stato per mezzo secolo “il solo”; sfruttato da pressoché tutti i più grandi fabbricanti. Il presa di gas poi, di derivazione militare, che dopo non poche fatiche e titubanti esperimenti, dapprima in casa Remigton e poi in Beretta raggiunse la perfezione d’esercizio; ed infine la rivoluzione inerziale introdotta da Benelli su brevetto Civolani: con una gamma di fucili strepitosi che in breve son divenuti il termine di paragone per tutto il mondo e nulla meno. Dico che a tutt’oggi – tra micro varianti, versioni aziendali e adattamenti – non s’è più fatto un passo in avanti davvero significativo. Dove invece son cambiate, e molto, le cose, è sul duplice versante dei materiali e della concezione globale di questa specifica tipologia d’arma, non ché nella sua completa, totale industrializzazione: tutto ciò ha portato a fucili di molto alleggeriti rispetto a quelli d’un tempo (alcuni raggiungevano e superavano “senza vergogna” i 4 kg.!); configurabili in qual si voglia modo, assemblabili tutti con canne capaci d’alloggiare strozzatori intercambiabili che li rendono, appunto, veri e propri “tuttofare”.

Benelli Super Vinci Camo
Super Vinci Benelli camo, l'arma del cacciatore specializzato in acquatici

Gli ideali, per essere generici, risulteranno quelli dal peso attorno ai 3 kilogrammi, assemblati con canne di 65/666cm, in grado d’alloggiare strozzatori intercambiali, meglio poi se quelli “maggiorati”, più lunghi, d’ultima generazione.

Giustapposti. Il fascino… Evochi il concetto applicato alle armi da caccia e subito traduci: …doppietta. L’arma per elezione del cacciatore romantico. Si pensava non sarebbe mai stata costruita “decentemente” a livello industriale, ed invece… Certo, i prodotti di gran serie sono tali e nulla hanno a che vedere con un’eccellenza ed un lusso che poi, alla fine ed all’inizio dei conti, non cercano neppure. Altro il loro fine: soccorrere con buoni prodotti chi ancora oggi, nel III millennio, ama strizzare l’occhio alla tradizione. Aiutandolo a sognare e a immaginarsi comunque Chianini, Puccini o Barisoni, senza spendere una fortuna…

Consigli ai giovani

Per essere dunque valida generica, una doppietta, sarà arma certo non leggerissima (3,200), robusta, dalle chiusure tetragone e dai corpi balistici caratterizzati da tubi tra i 66-71 cm. e dai valori di strozzatura ****-**/***-* in base alle oscillazioni più o meno cinofile o migratoristiche del suo utente. Personalmente la preferisco sempre bigrillo, calcio inglese o montecarlo, astina sottile. Sull’arma generica tuttavia, industriale per giunta, posso anche capire altre scelte quali monogrillo selettivo come pure canne capaci di alloggiare strozzatori interni intercambiabili.

Beretta SO
Beretta SO, il massimo dei sovrapposti!

Sovrapposti. È il basculante “moderno” per antonomasia, recita la vulgata venatoria. Ed invece non è vero, poiché le prime canne accoppiate, in un’arma, furono… sovrapposte. Vero è tuttavia che proprio l’over & under è il fucile che meglio si presta, fra quelli a due tubi, ad essere costruito – bene–anche industrialmente, visti i minori problemi fisico-meccanici posti dalla sua intera architettura. Il tutta-caccia sarà un fucile sui 3,1-3, 2 kg., con canne lunghe tra i 66 ed i 71 cm.

Pregi e difetti di ogni singola tipologia d’arma

Benelli Raffaello
Il nuovo fucile semiautomatico Benelli Raffaello

In fisica, ad ogni vantaggio corrisponde sempre uno svantaggio uguale e contrario. Ciò a dire che l’arma leggera la porti bene, sì. Ma poi picchia duro in fase di rinculo e viceversa. Lo stesso accade per le varie tipologie d’arma. A dir che per parte loro, doppiette, sovrapposti e semiauto, ognuno guadagna e cede qualche cosa agli altri, nei rispettivi confronti, così come ciascuno di essi finisce per presentare singolarmente delle qualità intrinseche che poi “paga” su altri versanti. I basculanti hanno dunque come vantaggi due valori di strozzatura, la possibilità d’aprirsi facilmente e”disarmarsi” (per saltare un fosso, ad esempio); si brandeggiano meglio poi ed hanno equilibrio costante in tutte le fasi di fuoco. L’automatico però ha tre colpi, canna unica libera di vibrare e dilatarsi, senza poi dire che – quale che sia il sistema- scarica un sacco di rinculo; anche se la strozzatura è quella e sei costretto a sparare le munizioni nell’ordine in cui si trovano. La doppietta è la più veloce alla spalla e negli swings, …e poi è “figa”! Il sovrapposto tuttavia non si torce e non rileva in maniera asimmetrica come il parallelo, col vantaggio in più della linea di mira unica, uguale a quella dell’automatico. Se infine la mettiamo sul piano economico è il semiauto che straccia tutti: popolare quasi, con ricambi che costano un’inezia, facilissimo da smontare e riparare spesso solo sostituendo un singolo pezzo. …Però s’inceppano e si rompono con maggior frequenza dei basculanti: insomma, a ciascuno il suo, con la piena consapevolezza che il nostro – sempre – sarà un acquisto anche emozionale. Non solo ragione dunque, ma anche passione! Ed è bello così…