Tiro al colombaccio: calma e determinazione

Il colombaccio, eccezionale volatore dalle forme estremamente aerodinamiche può raggiungere velocità altissime: 60 chilometri orari come velocità di crociera, con punte di 80-85 quando si trova con il vento a favore.

Dunque un colombaccio che fugge scivolando d'ala aiutato dalla spinta del vento ad una velocità di 80km/h per essere centrato, già a trenta metri impone grandi anticipi dato che si sposta di ben 2,2 metri al decimo di secondo. Il suo volo in condizioni di tranquillità è estremamente regolare e contraddistinto da traiettorie lineari, ma in caso di pericolo può compiere scarti repentini e fuggire in pochi istanti dalla portata dei nostri fucili.

Caccia dal palco

Caccia al colombaccio
Nelle cacce con i richiami i colombacci arrivano di fronte a distanze ravvicinate, quindi l'anticipo della fucilata dovrà essere quasi nullo

In tutte le forme di caccia con l'uso di richiami il tiro al colombaccio in curata, che plana dolcemente ad ali tese non è obbiettivamente impossibile, a patto però di riuscire a restare calmi e non farsi prendere dall'emozione che normalmente la curata dei selvatici suscita, come è bello e giusto che sia.

Per il selvatico che scende sotto i 15 metri dal punto di fuoco, gli anticipi della prima fucilata dovranno essere davvero minimi; basterà “ coprire” il bersaglio ed esplodere il colpo: se l'animale cade ok!

Se viceversa il primo colpo va a vuoto le cose si complicheranno notevolmente: il colombaccio scarterà velocemente diventando un obbiettivo davvero impegnativo. In questi casi, mai farsi prendere dalla furia e dalla bramosia di riparare la padella scaricando l'arma rincorrendo approssimativamente il bersaglio; è opportuno invece reimpostare la fucilata seguendo con precisione la traiettoria di fuga dell'animale.  A questo proposito, se il colombaccio fugge alto di coda dovremmo anticiparlo sparando più in basso rispetto alla sua linea di volo, andando così a diminuire l'angolo tra le canne del fucile e la spalla sulla quale poggia il calcio.

Caccia al colombaccio
Nel caso si sbagliasse il primo colpo la cosa migliore sarà riprendere la mira e reimpostare la fucilata seguendo il selvatico in fuga

Se invece, come capita negli appostamenti situati su declivi o scoscesi, il colombaccio si allontana riprendendo quota e il punto di fuoco si trova più in alto o in linea con la sua traiettoria di volo, la fucilata dovrà essere indirizzata sopra il selvatico anticipandone così la sua ascesa. 

Queste tipologie di tiri sono frequenti non solo in caso di padelle al primo colpo, ma anche nell'occasione in cui giungano a tiro molti selvatici e si tenti la coppiola.

Quando il branco dei colombacci scende compatto in curata  il numero degli animali  a tiro può essere davvero alto ed è in queste situazioni che la freddezza e la determinazione diventano doti essenziali.

Dunque, che sparare “nel mucchio” sia il più grossolano ed improduttivo metodo è cosa risaputa ai cacciatori, è assolutamente necessario inquadrare ogni singolo animale scelto come bersaglio, ma quando ci si trova nella caccia pratica le cose cambiano; tanti cacciatori che su singoli selvatici non sbagliano un colpo, quando si trovano di fronte alla curata di un grande stormo vanno in confusione. I loro sguardi passano da un colombaccio all'altro e, dietro all'inconscia volontà di prenderli tutti non ne raccolgono uno!

Caccia al colombaccio
Nel momento in cui si imposta la fucilata è sempre bene prendere di mira un unico selvatico

È comprensibile che in quei momenti si è spesso presi anche da un senso di responsabilità per la riuscita dell'intera azione iniziata dai volantini e attesa anche dai nostri compagni di caccia, ma questo atteggiamento timido ed incerto seppur inconscio non risulta affatto produttivo. 

Meglio focalizzare la nostra attenzione verso un singolo selvatico, il più vicino che dovrà cadere al primo colpo prima di accorgersi della nostra presenza, certamente il primo centro ci darà la carica e la determinazione per impostare le altre fucilate sicuramente più difficili sui selvatici in fuga. 

Fondamentale rimane poi prima ancora di iniziare ogni giornata di caccia, al momento di salire sui palchi, dividersi i settori di tiro con i compagni di caccia che condividono con noi la “piattaforma di tiro”, questo eviterà nella concitazione dei momenti decisivi eventuali disturbi reciproci, o addirittura la scelta dello stesso selvatico a cui indirizzare il colpo. Sembra scontato da puntualizzare, ma vi assicuro che non lo è!! Proprio l'eccessiva sicurezza e conoscenza dei compagni porta spesso a questo tipo di distrazioni.

Caccia al campo e con le aste

Essendo ormai consolidata da anni la presenza stanziale dei colombacci sui nostri territori, dopo le giornate tradizionali di passo ad ottobre, anche la caccia  a loro dedicata si è specializzata in diverse varianti che seguono l'avanzare della stagione e mutano con i luoghi di pastura o di rientro scelti dai selvatici.

Caccia al colombaccio
I momenti migliori per effettuare il tiro nella caccia al campo sono gli ultimi attimi dell'arrivo o alla ripartenza dei colombacci da terra.

Nella caccia al campo in cui la tesa viene allestita a terra e i cacciatori si trovano pertanto in posizione spesso perpendicolare ad angolo retto con i selvatici in buttata, il momento migliore per effettuare il tiro è sicuramente quello che precede di pochissimo l'atterraggio o che segue immediatamente la ripartenza da terra dei colombacci. 

Questo perché la velocità risulta sicuramente minore rispetto a quella delle discese in cui i selvatici planano verso la tesa e il punto di fuoco avviene con un anticipo praticamente quasi nullo sugli animali in arrivo o in ripartenza.

Discorso a parte riguarda il tiro nella caccia con le aste per l'ambiente in cui si svolge. Queste infatti vengono il più delle volte allestite dai cacciatori all'interno dei boschi ad alto fusto o comunque delle macchie in cui la visibilità sarà notevolmente ridotta rispetto ad altri contesti di tiro e le migliori occasioni saranno sfruttabili soprattutto con tiri di stoccata.

Questa tipologia di tiro che si basa sulle doti di istintività e velocità del cacciatore può tuttavia avvalersi di alcuni accorgimenti strategici. 

Caccia al colombaccio
Dove la vegetazione è fitta sarà bene stare pronti per un tiro che sarà quasi sempre di stoccata su colombacci di passata

Uno dei migliori è prendere dei punti di riferimento nella vegetazione circostante, quel ramo per intenderci o quella cima d'albero che corrispondono alla porzione di cielo a nostra disposizione e in cui la traiettoria dei selvatici in arrivo converge. 

Questo risulterà utile non soltanto a non farsi trovare impreparati al momento del tiro, ma ci guiderà sicuramente anche nell'azione successiva di recupero nel caso di colpo andato a segno. 

Per entrambe queste cacce che si praticano in forma vagante in cui l'impostazione non è fissa, importante da valutare sarà anche la posizione del sole. Postazioni in cui si è costretti a sparare costantemente contro sole aumenteranno decisamente le difficoltà.

Fucili e Munizioni

 

Per quanto riguarda i fucili, ma soprattutto le canne e le relative munizioni più adatte da impiegare, è opportuno continuare a contestualizzare il discorso in base al tipo di caccia. 

Nel tiro ai colombacci dal palco solitamente si spara a selvatici in curata che non superano al primo colpo la distanza di 15-20 metri al massimo dalle postazioni, per poi dileguarsi a distanze maggiori. 

Beretta A300 Outlander
Il semiautomatico nella caccia al colombaccio offre la possibilità del terzo colpo e un maggiore comfort nel rinculo con cartucce corazzate. Beretta A300 Outlander, versione sintetico
Poli Opal
La doppietta o il sovrapposto sono fucili preferibili nella caccia al campo o nella macchia con le aste in cui si predilige il tiro d'imbracciata

In questa circostanza, oltre all'uso del semiautomatico, con un colpo in più e un maggiore comfort, consiglierei una canna di media lunghezza e strozzatura, una 66 cm con strozzatura *** andrà benissimo. 

Anche la cartuccia andrà adeguata al contesto, pertanto in prima canna si potrà optare per una carica di 34-36 grammi di piombo del numero 7, volendo anche senza contenitore, per ottenere una più ampia rosata. 

L'importante sarà poi passare repentinamente alle maniere forti di seconda canna con un classico piombo del numero 5 o 6 fino al 4. Il cambio di cariche si adeguerà infatti al repentino cambio di passo dei colombacci che dopo i primi colpi saranno in pochi secondi difficili da abbordare per velocità e distanza.  

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Questi parametri relativi al munizionamento si possono considerare più o meno una costante per tutte le cacce che si svolgono mediante l'ausilio di volantini, che pertanto portano a tiro ravvicinato i colombacci. 

Per i fucili, si potrebbe valutare un adeguamento relativo all'ambiente in cui si caccia. Mi spiego meglio. 

Nella caccia con l'asta, spesso effettuata al limite o all'interno di ambienti boschivi, doppiette e sovrapposti, maneggevoli e veloci nel puntamento potranno sostituire i semiautomatici, soprattutto per i tiri di stoccata.  

Anche per la caccia dal campo in cui si esce improvvisamente dai ripari temporanei nell'ultimo momento del tiro e si avrà bisogno di trovare subito i selvatici nella linea di mira. 

Ovviamente per le cacce svolte in terreni aperti o valichi le canne dovranno essere più lunghe e strozzate per raggiungere selvatici che tenderanno subito a portarsi fuori tiro. 

Dai 70 cm e oltre con strozzature da 1 o 2 stelle e cartucce un minimo più pesanti. 

Sarà sufficiente passare direttamente il piombo numero 5 in prima canna per scendere al 4 in seconda.