Fino a pochissimi anni fa l’attività venatoria Italiana era caratterizzata quasi esclusivamente dalla caccia alla selvaggina da penna. Con le debite eccezioni relative all’arco alpino, dove la caccia con arma rigata è una realtà consolidata da decenni, i restanti cacciatori italiani erano dediti in via quasi esclusiva all’uso delle armi a canna liscia.
La prima inversione di tendenza la si ebbe con l’esplosione demografica del cinghiale, le cui consistenze numeriche, dal dopoguerra in poi, iniziarono a salire, prima timidamente poi esponenzialmente. La cosa ovviamente ebbe ricadute anche sulle attrezzature, armi in testa, necessarie per praticare tale forma di caccia, al tempo esclusivamente in braccata. Si cominciava a capire che l’arma rigata offriva potenzialità maggiori per finalizzare al meglio la riuscita della cacciata, permettendo ingaggi più lunghi, migliore precisione, maggior potenza terminale ed anche meno pericolosità relativa, in quanto meno soggetta a rimbalzi.
Poi cominciarono a riapparire in Appennino anche gli ungulati nobili, …cervi, daini e caprioli tornarono a popolare i nostri boschi, complice l’abbandono delle campagne e della zootecnia, per cui diverse amministrazioni provinciali cominciarono ad istituire corsi per il prelievo selettivo, dando il via a quella che è da tutti conosciuta come caccia di selezione.
La caccia selettiva diede l’impulso decisivo a quella che è stata l’inversione di tendenza nel mercato delle armi da caccia, portando prepotentemente le armi a canna rigata tra le proposte commerciali delle armerie italiane.
Oggi sostanzialmente le forme di caccia praticabili con arma a canna rigata sono due, la braccata e la caccia di selezione. Profondamente diverse tra loro per approccio e comportamento, braccata e selezione hanno in comune il fatto di utilizzare armi dedicate, sia pur diverse tra loro, ma specifiche, nate per sparare un unico proiettile spinto a velocità elevatissime e con grado di precisione impensabile per una qualsiasi arma a canna liscia. Le armi a canna rigata però presuppongono una buona dose di pratica per essere usate efficacemente, pratica che, in particolare nei primi anni del loro utilizzo, mancava a molti cacciatori ma, superato il periodo di noviziato con i relativi errori e problemi, oggi il livello professionale del cacciatore che utilizza armi rigate è notevolmente cresciuto e con esso l’uso consapevole dell’attrezzo che utilizza.
Cacciare a palla con arma rigata infatti significa sostanzialmente conoscere due cose: l’arma che stiamo utilizzando e la selvaggina che stiamo insidiando. Conoscere l’animale cacciato significa conoscerne la biologia, abitudini, i punti vitali e saper gestire calibro e palla utilizzati in funzione della specie cacciata, della distanza di tiro ecc ecc. Conoscere l’arma significa saperla maneggiare in maniera fluida e sicura, senza incertezze, sempre pericolose a prescindere. Fondamentale quindi sarà la familiarità acquisita con la carabina utilizzata, che si ottiene solo con l’utilizzo, provando e riprovando sia in poligono – a fuoco – ma anche in bianco – a casa, ad arma scarica. L’arma rigata è infatti ben diversa da un fucile liscio, è più pesante, sbilanciata in punta e, nel 95% dei casi andrà alla spalla molto diversamente, costringerà a cercare il bersaglio e, a mirarlo, sempre. Quella che potrebbe sembrare un’ovvietà – mirare – non lo è affatto, in particolare nella caccia in braccata dove la stragrande maggioranza dei colpi sbagliati sono tutti "alti" semplicemente perché non si è mirato.
Dedicarsi alla caccia a palla significa approcciare l’attività venatoria in maniera diversa, meno approssimativa e più tecnica, cosa ancor più vera per quanto riguarda la selezione che ha regole morali molto più rigide che non la braccata. Ma significa soprattutto avere la consapevolezza che si andrà a praticare una forma di caccia che si allontana molto dal vecchio concetto di “predazione” per abbracciare il concetto di gestione, e dove si imparerà ad essere poco individualisti ma più corali. In ultimo, occorre aver ben presente che i colpi sparati a fine stagione saranno davvero pochi.
Ovviamente le armi da destinarsi alla caccia a palla sono tantissime, differenti per tipologia e modelli e sostanzialmente differenti sul funzionamento in relazione al loro uso venatorio, quasi sempre semiautomatiche quando vengono utilizzate per la braccata, sempre a ripetizione manuale per quanto riguarda la selezione. Ne parleremo in seguito