Caccia e richiami... la tradizione continua

Contro la polemica sensazionalista di parti politiche alla ricerca di consensi, si dimostra invece vincente la competenza e la passione del mondo caccia. Definita pratica "aberrante" e irrispettosa, un vero "reato di maltrattamento animale" quella di allevamento e detenzione di richiami vivi da caccia. Questa tradizione anacronistica e crudele, secondo gli abolizionisti porterebbe gli uccelli da richiamo catturati ed inanellati a morte immediata o a malattie derivanti dalla detenzione.  

Come troppo spesso accade per mancanza di conoscenza diretta, si continuano ad indicare come simili o addiittura corrispondenti due mondi in realtà opposti: quello dei cacciatori e quello dei bracconieri. Le catture e le detenzioni irregolari di richiami sono già giustamente perseguite e punite dalla legge come attività di bracconaggio. Altra cosa è parlare di cacciatori che fanno della caccia al capanno, non un commercio, ma la loro scelta di caccia e che quindi sono in possesso di richiami regolarmente denunciati e catturati da autorità competenti e detenuti secondo tutte le cure e le attenzioni previste sia dalla legge che soprattutto, dalla passione.

A larga maggioranza e grazie all'appello di molte associzaioni venatorie, l'emendamento è stato respinto e la correttezza, la passione ed il rispetto per l'ambiente e gli animali da parte dei cacciatori finalmente riconosciuto e rispettato.

Riportiamo qui di seguito il testo dell’art. 4 comma e della Legge 157/92 come modificato con la Legge Comunitaria DDL 1864:

“3. L'attività di cattura per l'inanellamento e per la cessione a fini di richiamo può essere svolta esclusivamente da impianti della cui autorizzazione siano titolari le province e che siano gestiti da personale qualificato e valutato idoneo dall'Istituto nazionale per la fauna selvatica. L'autorizzazione alla gestione di tali impianti è concessa dalle regioni “nel rispetto delle condizioni e delle modalità previste all’articolo 19-bis” su parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica, il quale svolge altresì compiti di controllo e di certificazione dell'attività svolta dagli impianti stessi e ne determina il periodo di attività.”