Le associazioni venatorie fra le quali il C.P.A hanno partecipato all’importante incontro avvenuto a Roma il 19 ottobre per discutere i delicati temi di gestione della caccia alla selvaggina migratoria e alle specie in deroga, dell’aggiornamento di Key Concepts e calendari venatori, secondo i parametri dell’ Unione Europea. Ciò che è emerso sin dalle prime fasi del confronto è che il pericolo di infrazione per l’ Italia deriva dal fatto che ISPRA non fornisce i dati sulle “piccole quantità” impedendo di fatto la corretta applicazione dell’istituto delle deroghe favorendo, tra l’altro, i contenziosi con le regioni. In base ad una delibera della commissione europea L’ISPRA sembrerebbe motivare la mancata consegna dei dati sui passeriformi considerandone la quantificazione impossibile.
Sul punto il Ministro, coadiuvato dalle europarlamentari Lara Comi e Renata Briano si è impegnato ad un controllo nei confronti di ISPRA perché la tematica sia chiarita una volta per tutte alla luce proprio della premessa del Ministro stesso che ha affermato di non voler esporre il Paese ad un procedimento di infrazione da parte dell’Unione Europea. E’ di tutta evidenza che questa ultima presa di posizione impone un radicale cambiamento nel rapporto con ISPRA che qualora si “ostinasse” a non fornire i dati impedirebbe di fatto l’applicazione delle deroghe. Le due europarlamentari hanno presentato un’interrogazione sul punto che potrebbe consentire un importante passo avanti nella corretta applicazione delle deroghe. Ovviamente alle associazioni il compito di un controllo capillare delle prossime mosse.
Altro fondamentale punto portato dalle associazioni all’attenzione del ministero è stato la modifica di legge che impone al cacciatore l’obbligo di segnare nel tesserino la selvaggina migratoria subito dopo l’abbattimento. Su questa modifica della 157 la dott.ssa Maria Carmela Giarratano, dirigente del Dicastero dell’Ambiente, ha chiaramente affermato che c'è stato un espresso volere della Commissione Europea di imporre tale adempimento. Il presidente dell’associazione Caccia Pesca e Ambiente Alessandro Fiumani a questo punto ha promesso la formulazione di una nuova formale richiesta di riesamina alla Commissione per tentare di cambiare o almeno chiarire i punti fondamentali e razionalmente applicabili di questa imposizione che vede i cacciatori vincolati in modo discriminatorio e disturbati nel corretto svolgimento del prelievo venatorio.
"Per chi pratica e conosce direttamente l’attività venatoria", continua il presidente Fiumani," la corretta osservazione di questa imposizione risulta non solo quasi impossibile da espletare correttamente, ma anche deleteria per un corretto e puntuale svolgimento delle azioni di pronto recupero dei selvatici, vista la continua interruzione della caccia in una delle sue fasi fondamentali sia da un punto di vista tecnico che soprattutto etico".