Beccaccino e Frullino: analisi della fenologia migratoria, dei carnieri e delle preferenze ambientali

Lo studio e il monitoraggio di una popolazione di uccelli migratori implica non solo l’ottenimento di dati sul numero di soggetti presenti nelle zone di svernamento e nidificazione o dati sul successo annuale della riproduzione, ma anche dati che ci facciano conoscere e seguire i prelievi di queste specie nella totalità del Paleartico Occidentale. 

Nel caso del Beccaccino, e ancor di più nel caso del Frullino, specie per la quale la stessa Commissione Europea nel 2011 faceva notare come su di esso manchino ancora molte informazioni basilari, le ricerche addizionali dipendono ampiamente dai dati forniti dai cacciatori, dalle riprese dei soggetti inanellati, dalle analisi delle ali, o ancora dai dati concernenti i prelievi venatori (Kalchreuter 1994). 

Così come avviene in Francia ormai da molti anni anche in Italia, su iniziativa dell’Ufficio Avifauna Migratoria della FIdC alcuni cacciatori di Beccaccini e Frullini hanno preso l’abitudine di compilare spontaneamente dei diari di caccia, al fine di conoscere nel tempo le dinamiche di popolazione analizzando le tendenze evolutive delle stesse e/o dei prelievi di Beccaccini e Frullini attraverso il monitoraggio standardizzato dei carnieri considerati come un indicatore degli effettivi numerici presenti nei vari siti.

Frullino e Beccaccino
Il Frullino rispetto al Beccaccino predilige zone umide con acque più basse e vegetazione più folta

Partendo da un campione di 95 siti visitati dai singoli cacciatori dalla stagione venatoria 2010/11 alla stagione venatoria 2013/14, 15 siti sono stati monitorati per almeno tre anni e 8 siti per l’intero periodo. 

I dati raccolti attraverso i censimenti e i carnieri realizzati con l'assistenza di un cane da ferma hanno permesso di comprendere al meglio la presenza degli uccelli nei siti di raccolta dati. 

Durante la migrazione post-nuziale e lo svernamento nel 2010/11, 2011/12, 2012/13 e 2013/14 sono stati censiti 19.802 Beccaccini e 2.769 Frullini, mentre sono stati abbattuti 4.554 Beccaccini e 1.272 Frullini. 

È stato applicato il test del chi-quadrato per saggiare se le frequenze di carniere osservate, per decadi, si discostano significativamente da quelle attese, in base all’ipotesi che il tasso di prelievo sia costante nel tempo. Il test del chi-quadrato è stato utilizzato per evidenziare gli eventuali picchi di carniere di Beccaccino e Frullino durante il periodo venatorio suddiviso in decadi.

In generale, sia per quanto riguarda il Beccaccino che il Frullino, è emerso che la 3ª decade di ottobre e la 3ª decade di novembre sono i periodi caratterizzati da un maggiore prelievo di individui durante la migrazione post-nuziale, mentre la 3ª decade di dicembre è il periodo con maggiore prelievo di individui durante la fase dello svernamento, con frequenze di carniere osservate che si discostano significativamente da quelle attese. 

Per quanto riguarda l’habitat, il Frullino sembra essere prelevato con maggiore frequenza in zone umide leggermente differenti rispetto al Beccaccino, caratterizzate da acque più basse e più ricche di vegetazione. 

Il Beccaccino invece viene maggiormente prelevato in aree meno cespugliate, con bassa vegetazione. 

I carnieri realizzati attraverso l’ausilio di un cane da ferma e/o da cerca, sono gli unici dati, insieme agli avvistamenti e all’inanellamento scientifico, che consentono di comprendere la maggiore o minore presenza di Beccaccini e Frullini nelle aree di stop-over durante le fasi della migrazione post-nuziale e dello svernamento.