“Si può davvero parlare di un nuovo modo di fare politica ambientale, matura e finalmente in grado di affrontare le reali necessità del nostro territorio, emerse chiaramente anche in questa estate funestata da alluvioni e frane, ma anche di metterne a frutto le potenzialità, come la valorizzazione del patrimonio faunistico nazionale, una particolare attenzione alle specie problematiche che vanno anche considerate come una risorsa e il mantenimento della biodiversità e degli ecosistemi italiani”, questo il commento del presidente del CNCN, avv. Giovanni Ghini, a margine del patto di collaborazione siglato dalle associazioni venatorie maggiormente rappresentative a livello nazionale, Federcaccia e Arci Caccia, e Legambiente, la principale associazione ambientalista italiana.
Come si legge nella nota congiunta delle tre associazioni si tratta di una “riforma strutturale, in cui strumenti, mission e l’interpretazione delle politiche di cooperazione per il contrasto delle illegalità a danno della natura e degli animali selvatici, subiscono un radicale cambiamento d’approccio. La cooperazione non è più semplicemente un progetto di sviluppo sostenibile ma un preciso impegno operativo verso un orizzonte ampio che chiama ad una partecipazione attiva”.
Il protocollo di lavoro è di durata triennale e mira alla promozione della tutela della natura in base a quattro filoni principali: protezione di specie a rischio di estinzione; conservazione del suolo; racconto di conoscenze e relazioni positive tra storie umane e natura; raccolta e condivisione di dati faunistici al servizio di tutto il Paese.
“Commentiamo con soddisfazione l’iniziativa – ha detto ancora il presidente Ghini – anche perché possiamo dirci tra i primi a credere ad un modo nuovo di gestire fauna e ambiente. Da anni lavoriamo per questo e l’ultimo appuntamento previsto, ovvero la tavola rotonda "Puglia Parco d’Europa" prevista durante il Game Fair di Vico del Gargano, aveva raccolto la partecipazione di tutte le componenti di questo accordo, con invito allargato anche ad altri stakeholder che spero presto vengano coinvolti. Purtroppo l’evento è saltato a causa dell’alluvione che ha colpito il Gargano a inizio settembre, ennesimo disastro causato dai cambiamenti climatici ma anche da una politica di uso del territorio che, a livello nazionale, non sempre è stata gestita correttamente. Quello che è successo in Puglia è quindi la dimostrazione che bisogna cambiare, e bisogna farlo subito. Auguri di buon lavoro dunque a tutte le associazioni firmatarie del patto triennale per il coraggio di una scelta che qualcuno criticherà per interessi di bottega ma che risulta essere la più corretta e più innovativa per il futuro”.