Ancora confusione in Lombardia e Veneto

Cacciatori in nord Italia
Oltre alla caccia in deroga, i recenti provvedimenti impongono uno stop all'impiego di richiami vivi

Stop alla caccia in deroga e all'impiego di richiami vivi: le pratiche più apprezzate dalle doppiette lombarde e venete, e in almeno un caso frutto di decenni di tradizione venatoria, vengono proibite con un colpo di spugna.

Per quanto riguarda la Regione Lombardia, la decisione è stata presa all'unanimità da maggioranza e opposizione in sede di Commissione Agricoltura 6 dicembre 2011, in seguito a una proposta del presidente della commissione, Carlo Saffiotti (PdL); recependo l'invito del Presidente della Giunta Regionale, Roberto Formigoni, e ottemperando alla nota inviata dall'ufficio di Presidenza del medesimo Consiglio regionale, la commissione ha abrogato gli articoli n°13 e n°16 delle leggi regionali per la pratica venatoria per la stagione di caccia 2011/2012, di fatto cambiando le regole del gioco a partita già in corso e gettando nella confusione gli appassionati di caccia in tutta la Lombardia, oltre a porre seri dubbi e preoccupazioni su quale sarà lo sviluppo della situazione per la stagione prossima.

“Abbiamo assunto questa decisione ”, ha spiegato in presidente Saffiotti,  “come segno di attenzione e disponibilità verso la commissione Europea, consapevoli che quanto contestato è però dovuto a inadempienze legislative in sede nazionale e non certo attribuibili a Regione Lombardia. È da anni che in materia di caccia in deroga invochiamo da parte del parlamento nazionale una normativa chiara e conforme con le direttive europee e che consenta alle nostre leggi regionali di essere al riparo da ogni impugnazione. Auspico che quanto prima il Governo italiano possa provvedere, allineandosi così agli altri Paesi europei anche in materia venatoria” .

Cacciatori in nord Italia 
In Lombardia, la decisione è stata presa all'unanimità in Commissione Agricoltura

Gli articoli abrogati, infatti, vennero immediatamente contestati in sede europea, praticamente all'atto dell'emanazione, in quanto, consentendo la caccia in regola di alcune specie di uccelli (storno, fringuello, peppola, pispola e frosone), si poneva in palese violazione dell'articolo 9 della Direttiva comunitaria in materia. Recependo le stesse motivazioni, in data 21 novembre 2011, il Consiglio dei Ministri aveva impugnato anche la legge lombarda sui richiami vivi. Da qui la richiesta del Presidente del Consiglio Regionale lombardo Formigoni di abrogare le due leggi al fine di evitare la possibilità per la Regione Lombardia di incorrere in sanzioni pecuniarie.

Cacciatori in nord Italia 
La caccia in deroga si configura come contraria alle norme europee

La decisione è stata decisamente mal recepita dal mondo dei cacciatori lombardo; in particolare sui siti specializzati e sui blog in rete, da quando è stato emesso il provvedimento piovono aspre critiche che non lasciano spazio a interpretazioni sulla posizione di chi pratica lo sport di Diana in Lombardia. I cacciatori lombardi sono sempre stati molto attivi nel difendere il loro hobby dagli attacchi, che arrivano puntuali a ogni stagione e legge venatoria. La pratica della caccia è molto discussa e frutto di aspre critiche in particolar modo in Lombardia anche in quanto gli spazi liberi per la sua pratica si stanno sempre più restringendo, a causa dell'iper cementificazione della regione, e con essi diminuisce sempre più anche il numero delle specie cacciabili.

Cacciatori in nord Italia 
In particolare, l'UE contesta come la caccia in deroga violi le norme poste a protezione di specie migratorie

D'altro canto, simili attacchi da parte tanto delle autorità legislative nazionali ed europee quanto dalle associazioni ambientaliste sono in atto anche contro le leggi venatorie di altre regioni del nord-est che hanno stabilito la possibilità della caccia in deroga ad alcune specie migratorie: il Veneto ha visto le sue disposizioni in tal senso per la stagione 2011/2012, contenute nella delibera della Giunta Regionale n°1506 dello scorso 20 settembre, abrogate dopo appena due mesi, il 25 novembre, dalla sentenza del Consiglio di Stato n.5180/11R.P.C.-n.09270/2011 REG.RIC., emessa dopo il ricorso della Lega per l'Abolizione della Caccia. La motivazione della sentenza è stata la mancanza del “prescritto parere obbligatorio da parte dell'ISPRA” e la sussistenza di “condizioni di estrema gravità e urgenza”.

Anche nel caso del Veneto le specie coperte dal decreto sulla caccia in deroga erano fringuelli, peppole, pispole, prispoloni, storni e frosoni. La LAC ha inoltre annunciato, per bocca del suo presidente veneto ed europarlamentare IdV Andrea Zanoni, di aver intenzione di chiedere indagini su chi ha praticato la caccia in deroga e chi ha promosso i provvedimenti di autorizzazione a tale pratica con l'ipotesi di reato di bracconaggio.


Per maggiori informazioni:

FIDC – Federazione italiana della caccia, via Salaria, 298/A, 00199 Roma

Tel.: 06-8440941

Fax: 06-844094217

www.federcaccia.org