Da Enci. “L'utilizzo dei cani per la ricerca scientifica rappresenta un supporto di grande valore funzionale – riporta il comunicato stampa relativo all'accordo emesso dall’Ente -. Le unità cinofile, infatti, possono essere utilizzate sia come monitoratori di fauna di pelo e di piuma, sia come detection dogs di specie aliene. Il loro contributo alla tutela e conservazione della fauna e della biodiversità appare, quindi, insostituibile nell'ottica di conservazione delle specie a rischio di estinzione, così come di controllo delle specie aliene. Spesso i metodi tradizionali di rilevamento di specie aliene particolarmente dannose (es. insetti, fauna alloctona etc), come l'osservazione o il trappolaggio, risulta difficoltosa per lo sforzo umano richiesto, ed i risultati sono deludenti.
L'utilizzo dei cani con approfondite competenze in detection è più efficace e con costi sensibilmente ridotti. Per quanto riguarda, invece, il monitoraggio a scopo di censimento di specie di interesse, accanto alle unità cinofile da rilevamento pellets fecali, risultano utilizzabili con profitto e costi ridotti, ad esempio, cani da ferma, che consentono di rilevare ed osservare le specie oggetto di interesse mediante ferma a distanza, e quindi in maniera non invasiva. Cani, invece, con approfondite competenze in tracking, consentono di essere utilizzati per il rilevamento delle tracce e l'individuazione dei percorsi effettuati dai selvatici.
L’impiego di cani specializzati in tracking, trailing e detection, può essere, infine, un efficace strumento per supportare l’uomo nella lotta contro il bracconaggio. Le unità cinofile, opportunamente addestrate al lavoro su pista e traccia, sono altresì in grado di seguire una pista umana a partire dall’odore lasciato su trappole o dalle impronte sul terreno. Le unità cinofile specializzate in detection, possono essere addestrate, oltre che ad individuare specie protette o aliene, alla ricerca di armi occultate e munizioni".