Proiettili monolitici senza piombo

I proiettili cosiddetti monolitici o atossici, nella sostanza privi di piombo, sono entrati sul mercato oltre dieci anni fa, riscuotendo un tiepido successo tra gli addetti ai lavori. Da qualche anno però tali proiettili sono stati catapultati all’attenzione degli utilizzatori in seguito a normative che ne imponevano l’uso nelle cacce agli ungulati, in particolare quella di selezione. La motivazione di tale imposizione, molto emotiva e tutta da dimostrare, trovava le sue ragioni nella convinzione di limitare la possibilità di avvelenamento da piombo in animali feriti o in quelli che, opportunisticamente, demoliscono poi le carcasse dei selvatici morti.

Proiettili monolitici senza piombo
Due monolitiche in rame. A destra una cal. 30 di vecchio tipo a corpo liscio, a sinistra una cal. 243 di nuovo tipo, con scanalature radiali di scarico

Una palla senza piombo, che per brevità chiameremo monolitica, è quasi sempre composta in rame omogeneo, ottenuta da tondini di metallo nei vari diametri (secondo la pluralità dei calibri), quasi sempre di profilo boat tail (base rastremata, detta anche a coda di barca) ed è provvista di una cavità apicale, a vista o chiusa da un puntalino in polimero. 

La principale caratteristica che le differenzia dalle palle classiche, oltre al materiale che le compone, è quella di essere sempre più lunghe, a parità di peso, delle sorelle in piombo dello stesso calibro, cosa facilmente intuibile vista la notevole diversità di peso specifico tra piombo e rame. Questa particolarità è di fatto l’unica attenzione di una certa importanza che si dovrà tenere nella scelta del proiettile da utilizzare.

Le due tipologie di palla Barnes: il TSX, con foro apicale a vista, e il TTSX o Tipped TSX che è provvisto di un puntalino in plastica
Proiettili monolitici senza piombo
I due diversi tipi di proiettile monolitico, montati su un 243 Win. A sinistra quello a punta esposta ( Barnes TSX), a destra il Tipped provvisto di puntalino (TTSX)
Proiettili monolitici senza piombo
Confezione di palle da ricarica Barnes TSX monolitiche senza piombo

Prendendo ad esempio il maggiore e più diffuso proiettile di questo tipo, il Barnes, la ditta propone sostanzialmente due tipologie di palle da caccia, uno chiamato TSX, con foro apicale a vista, e un altro chiamato TTSX o Tipped che è provvisto di un puntalino in plastica che “tappa” il foro e lo “protegge” fino al momento dell’impatto. 

Quest’ultimo nacque per evitare gli inconvenienti “terminali” legati all’occlusione del foro apicale e per consentire l’utilizzo di tali proiettili in armi semiautomatiche, preservando l’integrità del foro quando, in fase di cameratura, la punta del proiettile urtava violentemente la rampa di alimentazione.

I primi proiettili comparsi sul mercato avevano il corpo perfettamente liscio, e se pur precisi, tendevano ad alzare le pressioni d’esercizio a causa dell’elevata superficie di attrito, cosa che ai ricaricatori consigliava l’utilizzo di dosaggi più bassi di propellente. Quelli attuali sono invece provvisti di scanalature radiali di alleggerimento che li rendono perfettamente sovrapponibili ai classici riguardo le dosi di caricamento.

Proiettili monolitici senza piombo
Una scatola di cartucce Barnes Vor-TX in calibro .30-06 con palla "atossica" TSX BT da 180 grani
Proiettili monolitici senza piombo
Una confezione di cartucce da caccia Winchester con palla monolitica senza piombo Power Core 95/5 da 150 grani in calibro .30-06

Circa la balistica esterna, un proiettile monolitico si comporta come un qualsiasi proiettile in piombo, le velocità di esercizio sono più o meno le stesse, le pressioni forse lievemente più alte, vola benissimo ed è molto preciso. 

Le differenze cominciano all’impatto, il monolitico è molto più “duro” e la sua espansione nel corpo del selvatico è meno violenta di quella di una palla in piombo ed è sempre legata alla pulizia del foro apicale che lo caratterizza. 

È infatti quel foro che all’impatto si riempie dei liquidi biologici dell’animale e consente l’affungamento, solitamente a petalo, del proiettile, se il foro fosse occluso da sporcizia, terra o quant’altro l’espansione sarebbe limitata. 

All’impatto la palla monolitica non si frammenta, rimane integra e conserva quasi tutto il suo peso, non ci sono quindi quasi mai proiezioni di schegge all’interno del selvatico che possano interessare altri distretti vitali vicini al punto d’entrata, in soldoni significa che chiedono una maggiore precisione nel tiro da parte del cacciatore ma l’effetto di shock idrodinamico resta garantito.

Proiettili monolitici senza piombo
Proiettile monolitico Power Core di Winchester in calibro .30 sezionato e dopo l'impatto con la preda
Proiettili monolitici senza piombo
Due palle cal. 30 da 150 grani. Quella di sinistra è un classica in piombo, come si nota è molto più corta di quella in rame

Come sopra accennato, nell’utilizzo di tali proiettili è molto importante la scelta del peso di palla da utilizzare,….per un motivo balisticamente semplicissimo: si è già detto che, a parità di peso, i monolitici sono più lunghi dei tradizionali e quindi è caldamente consigliabile NON usare pesi di palla ai massimi per il calibro utilizzato. 

Questo perché  ogni arma ha un passo di rigatura nato per stabilizzare un certo range di peso di palla, solitamente tra i più usuali per il calibro e tale passo di rigatura agisce sulla lunghezza del proiettile, stabilizzandolo. 

Ma tutte le case produttrici di armi hanno considerato tali passi di rigatura facendo riferimento alle comunissime palle in piombo. Utilizzando quindi proiettili in rame molto pesanti, la loro lunghezza sarà fuori dai parametri ottimali di stabilizzazione con il rischio che la palla non sia precisa. Ragione per cui ci si deve orientare su pesi medio-bassi, a titolo di esempio, in un 30.06, non la palla da 180 grani ma quella da 150 (che tra l’altro è anche più veloce e lavora meglio)

Proiettili monolitici senza piombo
La palla monolitica Hornady GMX in calibro .30 da 150grani, sezionata ed intera. A destra, la deformazione plastica della palla alle diverse velocita' terminali sulla preda

Il sottoscritto utilizza i monolitici da oltre 10 anni senza aver mai dovuto rimpiangere quelli in piombo. Il mio consiglio, se può servire, sarebbe quello di utilizzare in armi a ripetizione manuale quelli a punta nuda, espandono meglio ed in caccia selettiva non rappresentano un limite, il discorso cambia per la caccia in braccata con le semiauto, dove è preferibile utilizzare proiettili provvisti di puntalino.

Fino a pochi anni fa chi voleva utilizzare i monolitici era costretto a ricaricarsi le cartucce da se, visto che di cartucce cariche non se ne trovavano, oggi quasi tutte le principali ditte di munizioni offrono quest’alternativa. Sul mercato, oltre alle gia' nominate cartucce Barnes Vor-Tx si trovano le Brenneke TAG, le Winchester Power Core, le Hornady GMX, le RWS Evo Green (con palla in lega di stagno) e di prossima commercializzazione le RWS HIT, e per finire, le Sellier & Bellot Xrg, mentre resta più limitata la scelta del componente da ricarica, limitandosi alle già note Barnes (Tipped e Tsx), alle Nosler E-tip ed alle Brenneke TAG. Ragion per cui non esistono più problemi oggettivi al loro utilizzo, se non quello di veloce controllo alla taratura dell’arma.

Pubblichiamo alcune cariche già sperimentate e precisissime. Da intendersi come indicative ed alle quali arrivare per gradi.

CalibroArma 
Polvere 
Palla 
Innesco 
243 Win.
Ruger N° 1
Norma MRP grani 47
Barnes Tsx 85 gr.
Remington Mag
308 Win.
Remington VTR
Vithavuori N 140 grani 48
Barnes Tsx 150 gr.
CCI Standard

Entrambe le cariche ricalibrate al solo colletto, e destinate ovviamente alle armi Bolt Action su cui e' stato eseguito il fire forming sulla camera di cartuccia.