Hornady SST LM150

Hornady SST
Lo spaccato del proiettile Hornady SST Interlock Light Magnum ne evidenzia la complessa struttura

Dovendo testare una carabina bolt action e un cannocchiale di ultima generazione – nel mio caso una Remington 700 VTR in calibro .308 Winchester e uno Zeiss Diavari 3-12x56 T* con reticolo Rapid Z5 – è venuta fuori l’esigenza di trovare una munizione in grado di gestire questo binomio high tech. In particolare, le tabelle sulle quali si basa il progetto Zeiss Rapid Z5 sono state concepite basandosi sulla traiettoria standard della munizione Blaser CDP da 10,7 g (165 grani) in calibro .300 Winchester Magnum. L’attenzione maggiore del cacciatore è rivolta alla scelta dell’ingrandimento giusto da impostare (e impiegare sempre nel tiro) sul cannocchiale, in base al munizionamento, soprattutto in relazione ai relativi valori di caduta della palla rispetto alla munizione standard. Nel mio caso, dato che ho utilizzato la Hornady SST InterLock Light Magnum da 150 grani in .308 Winchester, l’ingrandimento corretto da impostare sul cannocchiale è stato 12x. Azzerata l’arma a 100 m, ho poi sparato tre colpi a 200 m rilevando la collocazione della rosata a soli 3 cm in alto rispetto alla mouche. Quindi, ho tirato altri tre colpi, sempre a 200 m, ma utilizzando la tacca dei 300 m del reticolo per verificarne l’entità dell’alzo, risultato di 16 cm. Il che, ci dà, rispetto alla tabella fornita da Zeiss, 7 cm in alzo di differenza: perché? Semplice: la velocissima palla InterLock della Hornady scende 6 cm meno rispetto al munizionamento di riferimento. Tuttavia, impiegando una normale palla spitzer da 150 grani (Federal Power Shok da 150 grani, ad esempio), tale gap sarebbe colmato in modo perfetto dato che, tabelle balistiche alla mano, la SST Hornady possiede un alzo di 2,2 pollici in più della Federal, pari, appunto, a circa 5,6 cm.

Dato che gli obiettivi venatori che mi ero prefissato come test per la carabina Remington 700 VTR in calibro .308 Winchester erano caprioli, daini e cinghiali, ho cercato una munizione che potesse coniugare le esigenze balistico-terminali, mandatorie su queste tre specie di selvatici, con i paletti balistico-esterni del reticolo Zeiss Rapid Z5. Dando un’occhiata alle caratteristiche di base delle varie munizioni disponibili, la mia scelta è ricaduta sulle Hornady Light Magnum SST con palla Interlock da 150 grani. Con questo trinomio, azzerato a 200 m, sulla distanza dei 300 m sono riuscito a ottenere una rosata di appena 41x31 mm, un risultato notevole se si pensa che si è utilizzato un caricamento commerciale. 

Hornady SST
Il proiettile Hornady SST Interlock Light Magnum

Le Light Magnum SST con palla Interlock le avevo già impiegate la scorsa stagione per la caccia dei caprioli nel calibro 7x57mm Mauser trovandole veramente eccellenti sia come prestazioni balistiche esterne che come performance terminali, tanto da dichiarare apertamente che tale antico calibro poteva dirsi «rinato» grazie alla nuova munizione Hornady. L’idea di provare la versione in .308 da 150 grani per la caccia a selvatici più importanti, quindi, non mi dispiaceva affatto, soprattutto per avere una valutazione più completa di questa munizione. Devo ammettere che le prestazioni offerte in .308 hanno confermato le eccellenti performance della versione in 7 mm, visto che ho potuto abbattere due bellissimi daini a distanze molto diverse, uno a 55 m e l’altro a 187, e due caprioli a distanze di 91 e 223 m.

Le due caratteristiche più positive di questa munizione sono la precisione, unita alla capacità di bilanciare le caratteristiche di penetrazione e di cessione dell’energia. In nessuno dei quattro selvatici prelevati, la palla era rimasta all’interno della spoglia: ora, considerando che nessuno dei quattro si è allontanato più di 3 m dopo il colpo, ciò significa che questo proiettile è dotato di ulteriore birra che lo colloca nei paraggi dei cervi rossi e, probabilmente, un po’ oltre.

Hornady SST
La confezione della munizione Hornady SST Interlock Light Magnum nei vari calibri e caricamenti

Il proiettile SST, acronimo per Secant Spire Tip, deriva direttamente dall’Interbond, un proiettile di successo il quale già presentava punta in polimero, profilo boat tail, e nucleo saldato. L’SST ne rappresenta l’evoluzione poiché, oltre ad avere un coefficiente balistico e una densità sezionale uguali, offre un mantello più spesso e un transetto mediale rinforzato in modo da garantire maggior penetrazione e superiore ritenzione del peso.

Questo innovativo proiettile viene incontro alle specifiche esigenze di quei cacciatori che pur avendo la necessità di impiegare un proiettile preciso ed efficace alle lunghe distanze, riesce a non essere distruttivo nei confronti della spoglia garantendo, nel contempo, penetrazione ed effetto letale.

A titolo di conoscenza, questo proiettile, nella versione da 180 grani in calibro .30, lanciato a 3080 fps possiede una penetrazione su gelatina balistica di 10 pollici (25,4 cm) con una percentuale di peso residuo del 47%; a bassa velocità, ossia a 2000 fps, invece, riesce a garantire 12,5 pollici di penetrazione e l’89% di peso residuo. Queste sono cifre del 10% superiori a livello prestazionale rispetto a simili proiettili della concorrenza.

L’SST è un proiettile con punta in polimero che ha una triplice funzione: migliorare l’alimentazione nell’arma mantenendo inalterata la struttura del proiettile; migliorarne il coefficiente balistico per ottenere una traiettoria più tesa e maggiore velocità; controllarne l’espansione entro un più ampio range velocitario. Inoltre, l’SST dispone di uno spessore ad anello interno al mantello, denominato Interlock Ring, che assicura la tenuta tra mantello e nucleo di piombo durante le fasi d’espansione o affungamento del proiettile all’impatto.

Hornady SST
La rosata attesta lʼeccellente precisione della munizione Hornady SST Interlock Light Magnum da 150 grani in .308 Winchester

Per questo motivo, Hornady monta questa tipologia di proiettili nelle sue linee più prestazionali di cartucce commerciali, ossia le Light Magnum, le Custom e le Superformance.

Queste cartucce hanno riscontrato un enorme successo negli Stati Uniti e in tutti quei luoghi di caccia al mondo ove siano richieste prestazioni particolari soprattutto a lunga distanza ma dove esiste anche la possibilità di un incontro, più o meno fortuito, con un selvatico da trofeo a corta o media distanza.

Dai dati di vendita della Hornady risulta che questo proiettile sta incontrando molto successo anche nei paesi africani ove il tiro è notoriamente a lunga distanza (Namibia e Sud Africa), nonché in Medio Oriente nella caccia in montagna alle capre e alle pecore asiatiche.

Nei nostri territori alpini e in talune zone dell’Appennino, la SST trova perfetto impiego anche su diverse specie di selvatici, quindi dal capriolo al cervo. Nel calibro .308 Winchester Hornady offre sia la 150 che la 165 grani, entrambe come proiettili sfusi per la ricarica come in munizionamento commerciale, il che offre al cacciatore l’opportunità di estendere il range operativo anche sui selvatici di grande mole come il cervo rosso e le grandi antilopi africane.

Ecco qui di seguito i dati balistici di questa munizione:

 

Hornady SST LM Interlock 150 grani (8593)

Coefficiente balistico: .415

Densità sezionale: .226

Velocità alla bocca: 885 m/s

Energia alla bocca: 414 Kgm

Energia a 90 m: 353.6 Kgm

Energia a 180 m: 300.5 Kgm

Energia a 270 m: 253.8 Kgm

Energia a 360 m: 213 Kgm