Da Fidasc. Numeri da capogiro che testimoniano la crescita del segugismo su cinghiale. Come è ormai consuetudine, la finale per il titolo di Campione Italiano della Categoria A si è sviluppata su ben 10.000 ettari di terreno non recintato dei comuni di Anghiari, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro, e Civitella in Val di Chiana e ha coinvolto, come preziosi collaboratori della Società organizzatrice Giotto e del Delegato federale Roberto Pro, i cacciatori di 6 diverse squadre di cinghialai. Il ruolo di giudici è stato ricoperto da Alberto Galdi e Luigi Desogus (Enci) e Silvia Mafucci (Ufficiale di Gara Fidasc); un pool che ha svolto in maniera impeccabile e con grande preparazione tecnica (e atletica) il delicato incarico di giudicare un Campionato Italiano.
Il primo giorno di gara si è svolto nel territorio del Comune di Anghiari e più precisamente all’interno dell’Azienda “La Barbolana” del Dr. Giancarlo Lippi, con la regia di Mauro Bergamaschi (quest’anno anche in veste di finalista ma ovviamente impegnato su un campo non casalingo).
A supporto degli organizzatori sono intervenuti i membri delle due squadre locali “Libbiano” e “Anghiarese” e soprattutto lo storico “guardia” Mario Senesi ormai famoso, insieme alla sua gentile consorte, anche per la squisita ospitalità con cui ogni anno accoglie la competizione. Solo tre le mute scese in campo sabato, secondo un ordine rigorosamente determinato dalla sorte. Quella di Ariegeois di Emanuele Paoloni (Tosca, Mosè, Abele, Macchia, Brina e Bar), con i soli Mosè, Abele e Macchia classificati con 153 punti, Mb. Alla seconda sciolta ancora una muta di Ariegeois, quelli di Alessio Alcini; muta non qualificata per scissione ma con tutti i cani qualificati (Duca 137 punti Ab; Pato 148, B; Zac 150, Mb; Vulcano 151, Mb; Asia 138, Ab e Luna 147, B.
In terzo e ultimo turno (bagnato) è stata la volta di Marco Antonini con i suoi Segugi maremmani, Anche questa muta non è stata qualificata per scissione ma tutti i soggetti sono andati in qualifica: (Terry 137, Ab; Mozza 152, Mb; Lampo 150, Mb; Leo 150, Mb; Tosto 150, Mb e Gerry 138, Ab).
Domenica cambio di teatro, di scene e anche di “attori” visto che le quattro mute erano di quattro razze diverse. La sfida si è svolta nella Zona Federale di Collacchioni, nei Comuni di Sansepolcro e Pieve Santo Stefano, con il supporto tecnico e logistico delle le due storiche squadre di “Cignano” e “Squadrone”, con Giovanni Giusti, Leo Bellanti e Carlo Tizzi a dirigere le operazioni.
In primo turno (Tramontone) è stato Federico Perella a sciogliere la sua muta di Segugi svizzeri del Giura (Maciste 150, Mb; Ringhio 150, Mb; Tebro 151, Mb; Nike, Niger e Amira n.q.). La seconda sciolta, nella zona del Riservino è stata quella della muta di Porcelaine di Luca Ottaviani (Golia 154, Mb; Giotto 153, Mb; Frida 153, Mb; Hammer, Isabel e Icar n.q.). La terza muta impegnata (Fontanelle) è stata quella dei Petit Bleu de Gascogne di Stefano Pollero che purtroppo è incappato in una giornata negativa senza alcun soggetto in qualifica.
L’ultimo turno (Cava) ha visto scendere in campo il sardo Franco Cau con una bella muta di Segugi istriani che non è stata qualificata ma che ha visto quattro soggetti con Mb: Amor (150), Akim (150), Zippo (151) e Rambo (150); n.q. invece, Sirighetta e Barone.
Lunedì 25, nuovo cambio di comune e di scenario con gli splendidi terreni dell’Azienda agricola Capocontro del Dr. Piergiuseppe “Beppe” Migliorini che, da appassionato ed esperto “canaio” di razza, ci ha messo del suo per consentire agli ultimi quattro finalisti di fare un’ottima prestazione. Il tutto con l’aiuto delle due storiche squadre locali, “Civitella Vergnana” e “Settecani-Le Pinete” rappresentate da Franco Marzoli detto “Bastiano” e da Paolo Valli detto “Fanello”, e con il contributo di Santino Dini, davvero infaticabile in ogni fase della gara. Un’impresa, quella della premiata “Ditta” Migliorini, resa ancor più significativa per il violento rigurgito di inverno che ha flagellato la giornata con pioggia, raffiche di vento e brevi ma violente grandinate.
La sorte ha mandato al primo turno (Camperchi) il Campione Italiano 2015 della categoria B, l’aretino Mauro Bergamaschi e i suoi Segugi maremmani. Muta non classificata per scissione, ma con tutti e sei i soggetti in qualifica e, in particolare, con un meritato Eccellente. Questo il dettaglio: Nerone (164), Ecc; Paco 152, Mb; Brigo 145, B; Nerina 152, Mb; Belva 145, B e Brambilla 145, B.
Alla seconda sciolta (Poggio Trenta) è stata chiamata la muta di Segugi nivernesi di Maura Genta e Michele Rizzo che si è qualificata con una media di 155,55 punti e un giudizio complessivo di Mb.
Questo il dettaglio dei sei soggetti condotti dalla forte coppia savonese: Giuda 156, Mb; Gaia 155, Mb; Charlie 156, Mb; Axel 156, Mb; Ianez 155, Mb e Indi 155, Mb.
Il terzo turno ha visto impegnato Giuliano Dimani e i suoi sette Gascon Saintongeois. Purtroppo, il forte conduttore ligure che nel 2013 si era messo al collo la medaglia di Campione italiano di questa specialità, non ha vissuto un turno facile, anche a causa di una breve ma violenta grandinata, e al suono del corno tre dei suoi ausiliari non erano entrati in qualifica.
Questo il dettaglio: Savage 150, Mb; Elisa 143, B; Sure 150, Mb; Johnny 145, B. Non qualificati, invece, Michelle, Leo e Gavroche. La chiusura dell’ultima giornata dell’intera finale è toccata al reatino Sergio De Angelis con la sua muta, non qualificata, di sette Segugi maremmani di Colle Sorvo: Juri 142, B; Astro 140, B; Miseria 140, B; Jack 140, B; Brio 142, B; Stella 142, B e Leo non qualificato.
Visti i risultati, il lavoro finale dei giudici non ha comportato particolari difficoltà e la proclamazione del podio di questo 16° Campionato Italiano è avvenuta proprio nel bel mezzo fra un ricco antipasto e uno dei soliti laudi pranzi che la gentile e premurosa padrona di casa Marisa Carsughi (Lella) Migliorini ha imbandito nella “casa di caccia”.
L’oro di campione è andato al collo della coppia Genta-Rizzo; l’argento è andato ad arricchire il palmares di Mauro Bergamaschi – entrambi concorrenti della terza giornata – mentre il bronzo se lo è meritato Marco Antonini che ha corso nell’ultimo turno di Anghiari.
Per la concomitanza di ben tre competizioni di altissimo livello nazionale, il presidente Felice Buglione si è sottoposto ad un vero e proprio tour de force passando in tre giorni dalla provincia di Salerno a quella di Pisa e a quella di Arezzo. Insieme al vice presidente vicario Domenico Coradeschi, Coordinatore della Commissione Cinofilia e artefice di questa e delle altre fortunate e importanti manifestazioni cinofile nazionali e internazionali, il presidente Buglione ha voluto innanzitutto ringraziare tutta la famiglia Migliorini, Beppe, Lella e Piero, Delegato regionale Fidasc della Toscana, senza dimenticare, però, “Il centinaio di conduttori di mute che hanno partecipato alle selettive eliminatorie provinciali e che stanno facendo onore alla cinofilia Fidasc per l’altissimo livello tecnico e agonistico che hanno saputo raggiungere, spesso a prezzo dei sacrifici davvero enormi che comporta l’allevamento e l’addestramento di una muta di cani da seguita per cinghiali”.
“Ma non dimentico certo – ha poi aggiunto – tutti i numerosi e preziosi collaboratori che per pura passione cinofila e sportiva sacrificano molto del loro tempo e della loro disponibilità per realizzare competizioni sempre più autorevoli e apprezzate”.