La salute del cane, non solo dieta e movimento, ma genetica e selezione prima di tutto

Quando parliamo di salute del cane ci soffermiamo su due momenti fondamentali: alimentazione e movimento. Sono due aspetti determinanti, che se ben gestiti garantiscono al nostro animale una salute e una longevità in passato insperata. La cura della dieta dei nostri cani è ormai equiparata a buona ragione a quella degli atleti e il movimento non è più utilizzato unicamente per “allenare” i cani in vista della nuova stagione venatoria, ma come una corretta “terapia” per il mantenimento della salute di muscoli, scheletro e articolazioni. 

La dieta dei cuccioli è parte fondamentale della formazione che non può però prescindere da un'attenta analisi del corredo genetico dei cani

Questi aspetti sono evidenti per un soggetto giovane o adulto, ma la salute del cane parte molto prima, molto prima che il nostro amico trovi posti nel nostro canile e tra le fila della nostra muta. Parte dalla genetica e da scelte corrette in accoppiamento. Procediamo a piccoli passi. La salute del cane non è solo vincolata alla prevenzione di infezioni, contrazione di malattie, ambiente salutare, ma profondamente connessa alla sua struttura genetica e morfologica. Un soggetto nato da genitori che trasportano nel loro corredo cromosomico piccole o grandi degenerazioni congenite può manifestare problemi spesso irreparabili che nel peggiore dei casi lo conducono alla morte. Non sempre è semplice individuare queste deficienze genetiche. Se non sono manifeste nei genitori e se i nonni e i bisnonni sono sconosciuti, si rischia di non avere abbastanza informazioni sui potenziali impedimenti del soggetto. Come ripetiamo sempre, al profonda conoscenza dell’albero genealogico di una linea di sangue è il primo passaggio indispensabile per scegliere un cane e altrettanto utile per condurlo a avviarlo alla caccia..

Le caratteristiche morfo-funzionali del cane

Alcuni aspetti sono invece più visibili e facilmente evitabili. Le caratteristiche cosiddette morfo-funzionali, evidenziano nel cane posture e movimenti corretti o scorretti, frutto di corretti allineamenti delle articolazioni e della corretta “caduta” degli appiombi. Molto spesso si sente dissertare sugli appiombi, tanto da diventare per qualcuno un argomento scomodo e noioso, eppure dagli appiombi leggiamo non solo la postura e la corretta stazione del cane, ma addirittura la sua salute e la sua longevità. Perché? Perché un appiombo scorretto, che porta ad esempio i piedi del cane a ruotare troppo verso l’interno (cagnolismo) o verso l’esterno (vaccinismo) produrrà un movimento scorretto dell’arto che tenderà probabilmente a compiere una leggera oscillazione in fase di salita durante la spinta nella corsa. 

Un appoggio scorretto ha ripercussioni sulla prestazione del cane in cacciata, sul suo stile di lavoro e prima ancora sull’armonia dei movimenti che deve caratterizzare una razza rispetto a un’altra

Un movimento come questo si ripercuote su articolazioni e cartilagini, sull’apparato tendineo che connette la fibra muscolare con quella scheletrica, producendo un movimento che per migliaia e migliaia di volte durante una giornata di caccia mette sotto stress quella parte infiammandola, dapprima, logorandola, stagione dopo stagione, danneggiandola irreparabilmente nel corso della vita. Riferendoci solo al contesto degli appiombi, un appoggio scorretto ha ripercussioni sulla prestazione del cane in cacciata, sul suo stile di lavoro e prima ancora sull’armonia dei movimenti che deve caratterizzare una razza rispetto a un’altra. Stessa logica la riscontriamo nella groppa, la parte terminale della “schiena” del cane, quella che dai lombi scende verso la natica. Questa parte, come spesso si dice, deve essere “ben scesa”, o meglio, non dritta. 

La parte terminale della “schiena” del cane, quella che dai lombi scende verso la natica, deve essere “ben scesa”, o meglio, non dritta. 

Perché? Perché quando le zampe posteriori puntando il fulcro sui piedi, spingono attraverso la repentina contrazione del tricipite surale, propagano la spinta che dalla zampa risale proprio verso la groppa. Una groppa troppo inclinata o troppo dritta, indirizza la spinta troppo verso l’alto o troppo verso il basso, disperdendo tutta quella propulsione che invece deve spingersi decisa e armoniosa verso l’avantreno producendo il movimento del cane. Certo, il nostro cane si muoverà lo stesso e andrà in seguita con gli altri, ma per lui che ha una groppa non corretta, sarà come dover impegnare molta più energia per produrre lo stesso sforzo degli altri. La sua corsa non sarà efficiente, brucerà più calorie per il gesto atletico, il cuore lavorerà a regimi più alti perché il movimento e la richiesta di forza è enorme per stare dietro agli altri e quindi, se volessimo fare un confronto con una macchina, il soggetto finirà il carburante molto prima degli altri o resterà indietro sulla seguita. La lunghezza degli arti, delle proporzioni di un cane, il collo, gli appiombi, sono caratteristiche estremamente visibili nei cani e se individuati dei difetti molto visibili, è consigliabile non far riprodurre quei soggetti. 

Questi aspetti, a volte frutto di raffinate osservazioni, sono evidenziate nei giudizi degli Esperti Giudici in esposizione, luogo nel quale il nostro cane dovrebbe essere sempre portato. Un Esperto può ragguagliarci sulla correttezza di proporzioni e appiombi e aiutarci a capire perché il nostro cane si comporta in  un certo modo durante le fasi di lavoro, perché si affatica prima, perché lascia la seguita, perché resta indietro o più semplicemente perché a 6 anni sembra già logorato come un cane anziano. La salute dei nostri cani dunque non passa solamente da ciò che scegliamo per loro come nutrimento e dalla passione che ci trascina nel boschi per condurli in allenamento o a caccia. Ci sono aspetti che dobbiamo osservare con cura molto prima che il nostro nuovo campione nasca. Osservando e facendoci aiutare da chi è più Esperto di noi, possiamo individuare i soggetti migliori, quelli che mostrano le caratteristiche morfologiche e attitudinali migliori da trasferire alle generazioni future. Un buon cane non è solo un buon cacciatore, la dote venatoria da sola non fa del cane un cane eccezionale e spesso non manca notizia di cani eccezionali scomparsi prematuramente per problemi genetici o incorsi in malattie degenerative o problemi articolari che li invalidano e ci impediscono di poterne apprezzare le doti per tanti anni come vorremmo.