Cinghiali e cani: a caccia con il Griffon Bleu de Gascogne, un parere sulla razza e una giornata in addestramento su cinghiale con la muta 

Si nasce cacciatori o si diventa? Un enigma che da sempre resiste fra coloro che vivono o arrivano a scoprire la passione per la caccia. Secondo me in coloro che nascono cacciatori resta qualche traccia riconoscibile nel modo di muoversi a caccia e compiere determinate scelte che poi si rivelano il più delle volte vincenti. Si potrebbe parlare di istinto o di una certa predisposizione innata alla lettura delle situazioni nei territori in cui cacciano, in sostanza una capacità di immedesimarsi nel selvatico che cercano fino ad interpretarne correttamente le mosse. Possono giungere però ad ottimi risultati e grandi soddisfazioni anche quei fortunati che conoscono nel corso della loro vita la caccia e arrivano ad innamorarsene perdutamente. Quindi sì, in conclusione diciamo che si può anche diventare cacciatori e con successo, a patto di essere disposti ad impegnarsi quel tanto che serve a recuperare ciò che la natura non ha rivelato nell’infanzia e nella formazione giovanile. Fa parte degli adepti che sono stati rapiti dalle emozioni della caccia Andrea Marsili, un giovane diventato appassionato e competente cacciatore perché stregato nel vero senso della parola dal richiamo della foresta, la voce del Griffon Bleu de Gascogne durante una battuta al cinghiale. Da quel giorno questi cani sono entrati nella vita di Andrea per non uscirne più, guidandolo verso sentieri e avventure mai conosciuti prima sulle tracce del cinghiale. Andrea vive nelle Marche e ora non soltanto caccia, ma alleva personalmente i suoi Griffon Bleu di cui ci parla. 

Video: Il Griffon Bleu de Gascogne a caccia


Il Griffon Bleu de Gascogne: origini, morfologia e carattere

Il Griffon Bleu de Gascogne a caccia
Un giovane Griffon Bleu de Gascogne della muta di Andrea Marsili, pronto per il turno di addestramento su cinghiale

Originario della Guascogna e della zona pirenaica della Francia, la razza deriva dall'incrocio del Grand Bleu de Gascogne con alcune razze di griffoni. Le fonti più attendibili ritengono che il Griffon Bleu de Gascogne derivi dal Bleu de Gascogne, del quale ha conservato il colore, l’eleganza nei movimenti, la potenza olfattiva, il carattere dolce, ma anche la rusticità; l’equilibrio e l’intraprendenza del lavoro giungono invece dal briquet de pays, un segugio griffone di colore nero-grigio presente nella zona pirenaica tra Francia e Spagna. Selezionato inizialmente per cacciare la lepre, oggi trova largo impiego nella caccia al cinghiale. Le origini risalgono alla seconda metà del 1800, ma una certa omogeneità morfologica si ottenne all’inizio del 1900 quando venne codificato il primo standard. Dopo un forte calo numerico nel periodo post bellico, questa razza è oggi apprezzata notevolmente tanto da registrare il più alto numero di iscrizioni fra i segugi francesi.

Il Griffon Bleu si presenta come un cane rustico e robusto, dal dorso corto e ben sostenuto. Il rene è tonico, leggermente curvo. La groppa è leggermente obliqua, il petto ben sviluppato e  il torace arrotondato. La testa è asciutta, con stop non troppo marcato e canna nasale diritta o lievemente montonina. Il tartufo è nero e largo, con narici ben aperte. Gli occhi sono di forma ovale e color castano scuro. Le orecchie, di media lunghezza, morbide e poco appuntite, sono attaccate basse e accartocciate.

La coda ben attaccata, fine alla sua estremità, arriva alla punta del garretto, portata in movimento nella tipica posizione a sciabola. Gli arti anteriori sono forti e ben proporzionati, la spalla è moderatamente obliqua, muscolosa, con gomiti ben aderenti al corpo. I piedi sono ovali, con dita asciutte e ben serrate, cuscinetti e unghie nere. Gli arti posteriori visti nell’insieme sono ben proporzionati, con cosce muscolose.

Cinghiali
Selezionato inizialmente per la caccia alla lepre, il Griffon Bleu de gascogne è oggi molto apprezzato nella caccia al cinghiale per le sue caratteristiche. La sua voce potente è capace di dominare i cinghiali più restii allo scovo, la sua seguita costante regala soddisfazioni nella caccia in battuta

La sua voce è tipicamente da urlatore, con tonalità grave ed espressiva. Il suo fisico consente al Griffon Bleu una corsa rapida e sostenuta, di gran fondo. Lo spirito di muta è forte, come notevoli sono la tenacia e l’equilibrio. L’addestramento è facile come ci conferma Andrea che ci racconta di essersi trovato subito bene alle prime armi con questi segugi a caccia. "Il Griffon Bleu è un cane completo" continua Andrea,  "capace di lavorare le tracce del selvatico sia della notte che del giorno, mettendo in evidenza le sue doti di  buon accostatore. Appena rileva i primi sentori comincia a dare voce; questa si amplifica man mano che si avvicina il momento dello scovo, poi resta regolare durante la seguita. Non molla mai".  Sul fallo il Griffon Bleu dà prova di grande spirito di iniziativa, con elevata capacità di risoluzione rapida, una volta scovato, il selvatico viene inseguito in modo regolare e continuo. La sua costanza è animata non soltanto dalla passione ma sostenuta dal suo coraggio che permette al Griffon Bleu di tenere al fermo o di far ripartire anche selvatici aggressivi e di grande mole. La percentuale dei soggetti dotati dell’abbaio a fermo su cinghiale è forse più elevata rispetto alle altre razze. La modulazione della voce cambia a seconda delle varie fasi di caccia e questo permette al cacciatore di interpretarne le evoluzioni. Sentir cacciare il Griffon Bleu è un’esperienza non solo venatoria, ma un’emozione capace di scatenare una sorta di empatia con il bosco e i suoi meandri più selvaggi percorsi dalla sua voce che mai può lasciare indifferenti uomini e selvatici.  Alla fine della seguita, il tumulto si placa e il rientro del Griffon Bleu è solitamente puntuale e rapido in quasi tutti i soggetti. Sembrerebbe la descrizione di un segugio impeccabile, ma come sempre lasciamo parlare le immagini e i protagonisti durante un addestramento in cui abbiamo personalmente seguito Andrea e la sua muta. Per ora è tutto, la caccia scriverà la seconda parte di questa storia ancora da raccontare.