Dog Trace: i radio collari Gps distribuiti da C&C Hunting

Ricomincia la caccia nel bosco e per i tanti appassionati cinofili entriamo nel momento più avvincente della stagione venatoria, sicuramente ricco di fascino ma anche di difficoltà. Il bosco infatti non rappresenta soltanto il luogo magico da esplorare e capace di nascondere i selvatici che più amiamo;  i suoi angoli più remoti avvolti ora dai colori autunnali possono in realtà, soprattutto per i giovani cani, nascondere insidie e pericoli che vale la pena evitare.  Le opinioni sono sempre discordanti fra i sostenitori e i detrattori della tecnologia in ambito venatorio, e , se per quanto riguarda il risultato finale in termini di carniere sono interpretabili le diverse opinioni,  per la sicurezza dei cani sicuramente no. Sono ricorrenti le affermazioni dei nostalgici che vedrebbero nel tradizionale campano l’unico e sostenibile mezzo di localizzazione del cane a caccia “perché i nostri nonni così hanno sempre cacciato con grande soddisfazione e nessuna difficoltà”. Va detto che le affermazioni trovano un loro significato se opportunamente contestualizzate. Cercando di entrare più tecnicamente nell’analisi delle attuali condizioni ambientali e pratiche in cui si svolge oggi la caccia l’uso dei localizzatori Gps  può considerarsi nella maggior parte dei casi una necessità e non una scelta. 

Cacciatore nel bosco
I cani e i campani che hanno permesso di cacciare alle precedenti generazioni di cacciatori sono oggi spesso insufficienti per seguire l'azione e monitorare la sicurezza dei cani a caccia in ambienti profondamente cambiati.
Panorama di caccia
I boschi un tempo molto più accessibili e custoditi dalla mano di agricoltori e boscaioli sono oggi molto spesso sostituiti da macchie spontanee molto estese e difficilmente penetrabili dove la visibilità è impossibile per il cacciatore e i selvatici più numerosi e facili da incontrare per i cani sono gli ungulati e i cinghiali 

Perchè il Gps ai cani da caccia?

Il primo aspetto da considerare è che i nostri antenati cacciatori nei loro boschi non cacciavano solamente in autunno perché questi ambienti rappresentavano la loro principale fonte di riscaldamento dunque da tagliare e mantenere con rigore e metodo nei diversi periodi dell’anno. Questo  permetteva loro di muoversi in ambienti molto più accessibili delle attuali selve spontanee spesso impenetrabili. Altra conseguenza quasi diretta di questa situazione è stata la grande diffusione di ungulati e cinghiali che qui hanno trovato nuovi habitat con densità enormi che li hanno visti raggiungere aree mai prima considerate vocate a queste specie. Non ultima, la presenza un tempo molto più numerosa e ben più abbordabile di selvatici che appunto sostavano più volentieri  nei boschi custoditi dagli agricoltori e dai boscaioli. 

Dunque se è  vero che i cani nascono e vengono selezionati  dai selvatici e dai territori di caccia; per i nostri nonni non erano propriamente necessarie quelle caratteristiche oggi sempre più ricercate nei cani quali il fondo, l’avidità e la resistenza per cacciare intere giornate alla ricerca del selvatico. Un tempo i cani potevano cacciare molto più a stretto contatto con il cacciatore che riuscivano a servire a tiro utile incontrando selvatici con molta meno strada percorsa e con difficoltà e tempi decisamente minori. Raramente un cane giovane avrebbe potuto imbattersi come oggi in un gruppo di caprioli dalla collina fino al livello del mare capaci di distrarlo, far perdere il collegamento e l’orientamento al cucciolone ponendolo in serio pericolo nei confronti di strade e altre minacce nel tempo decuplicate.  L’incontro ravvicinato e sprovveduto con un cinghiale poteva rappresentare un problema per qualche cacciatore di montagna o di maremma, non certamente per chiunque si avvicini ad un qualsiasi bosco anche di pianura.  Valutate queste premesse necessarie e senza nascondere per  onestà intellettuale che molti cacciatori preferiscono anche cacciare in silenzio e senza campano perché ritengono questo modo di cacciare meno invadente e più proficuo per l’incontro con i selvatici, vediamo ora due esempi di radio collari Gps Dog Trace distribuiti in Italia con assistenza tecnica garantita da C&C Hunting

Dettagli dei radio collari Dog Trace X20+ e X30T

La caratteristica comune a questi due modelli, oltre al design che li vede distinguersi con palmare arancione molto leggero ad alta visibilità,  è la semplicità di utilizzo

Iniziando dal modello  X20+ ricordiamo che questo dispositivo permette di controllare l’azione fino a 9 collari. Nel palmare sono riportate tutte le informazioni necessarie per individuare con esattezza e rapidità la posizione del cane dato che nel suo schermo a cristalli liquidi, vengono indicati tutti i dati utili per l’individuazione del cane e la gestione dei collari indicando direzione (bussola) e distanza (espressa in metri fino a 999 mt superati i quali subentra la scala in Km) con caratteri di rapida e facile lettura, adatto perciò anche a tutti coloro che hanno meno dimestichezza con dispositivi elettronici. Inoltre, per ogni singolo collare vengono riportati la carica della batteria, l’intensità del segnale GPS e radio.  

Il collare e il palmare che compongono il Kit X20+ comunicano fra loro con onde radio in tempo reale (l'intervallo di aggiornamento è programmabile a scelta di 3-6-9 secondi), naturalmente più l’intervallo sarà breve e maggiore sarà la precisione della localizzazione del cane. Per avere segnalata la ferma del cane c’è la vibrazione e anche la segnalazione acustica che il cacciatore può attivare a pochi metri dal cane per individuare la sua posizione con esattezza in condizioni di scarsa visibilità. 

Radio collare Dog Trace
Il collare Dog Trace X30T consente di monitorare fino a 13 cani dunque valido sia per cani da ferma che per mute. 
Cacciatore con radio collare
Il collare Dog Trace X30T  ha fra le sue funzioni anche quella di beeper, la bussola per segnare posizioni ed esplorare nuove zone di caccia, la funzione addestramento applicabile al collare con una copertura fino a 20 km di distanza.

Per i cani da seguita il collare offre invece la possibilità di cambiare le impostazioni regolando l’area di mobilità del cane in un determinato spazio temporale prima di ricevere il segnale beeper/vibrazione nel palmare, funzione importante in ambienti impervi o nella caccia al cinghiale in caso di cane ferito dal selvatico o abbaio a fermo. Molto utile anche la funzione denominata “bussola da auto” che consente di ricercare in maniera più precisa i cani sulle lunghissime distanze mentre il cacciatore si trova in movimento su un veicolo. Questa funzione trova il suo campo d’impiego nella fase di recupero di cani impegnati o dispersi nella seguita di cinghiali o altri selvatici, oppure soggetti giovani e più inesperti che non riescono a rintracciare il conduttore, si ha in questo modo la possibilità di raggiungere o soccorrere tempestivamente i propri cani. Altra utile opportunità è quella di memorizzazione di 4 posizioni a scelta ad esempio per marcare la posizione dell’auto in una nuova zona di caccia. Il dispositivo è alimentato da batteria ricaricabile di lunga durata; circa 40 ore di utilizzo. Praticità e precisione sono le caratteristiche dunque principali del Dogtrace X20+ potendo contare sull'assistenza puntuale e costante del distributore C&C Hunting. Aspetto da non sottovalutare anche il buon rapporto qualità/prezzo di questo kit composto da palmare, un collare e caricabatterie al costo di 529 euro. 

Caratteristiche ancor più performanti sono quelle del modello Dog Trace X30 T con la possibilità di gestire fino a 13 cani in un raggio di 20 Km. Questo recente modello distribuito dalla C&C Hunting che ne offre sempre assistenza in tutta Italia, prevede le opzioni di addestramento e beeper a comando per correggere o individuare i cani in condizioni critiche anche negli ambienti più difficili. Il collare X30T permette di monitorare i cani attraverso il palmare in dotazione o anche da smartphone grazie ad una App dedicata che interagisce con il sistema Android. 

Cacciatore con cane e radio collare
Il design dei Dog Trace è facilmente riconoscibile; il palmare molto leggero pesa solo 250 grammi, il suo colore è utile a non perderlo mai nel bosco, leggero è anche il GPS per il cane applicato al collare morbido ed ergonomico.

Dogtrace arriva al pubblico al prezzo di 749 euro. È possibile associare il set standard del palmare GPS e il collare con uno smartphone Android. Il kit DOG GPS X30 / X30T è  costituito da un trasmettitore situato sul collare e sul ricevitore (dispositivo portatile) di colore arancione neon sul quale il conduttore segue la distanza e la direzione verso la posizione dei cani. Il trasmettitore ottiene la sua posizione dai satelliti GPS e invia le informazioni sulla posizione al ricevitore tramite il segnale a radiofrequenza (RF). Il trasmettitore può montare come optional un modulo di addestramento (modulo X30T), che consente di inviare un impulso di stimolo dal ricevitore fino ad un massimo di 20 km. Il ricevitore può essere connesso in modalità wireless a un telefono cellulare Android. L'applicazione consente di visualizzare tutti i dispositivi GPS accoppiati e le relative informazioni dettagliate sulla mappa. Le mappe sono disponibili online e offline.  Il modulo training è dotato di punti di contatto per la trasmissione dell'impulso di correzione e di potenti LED per la segnalazione luminosa ben visibile al buio e nel bosco. Il DOG GPS X30 / X30T ha anche funzioni aggiuntive - bussola, FENCE - confine acustico, che indica se il cane supera un confine invisibile preimpostato rispetto al ricevitore. Resta anche l'importante funzione BEEPER per guidare il cacciatore nella conclusione dell'azione riuscendo a determinare l'esatta posizione del cane spesso schiacciato in ferma e poco visibile negli ultimi metri. Sicurezza dunque come imprescindibile obiettivo da garantire ai cani e per il cacciatore tranquillità e innegabile funzionalità durante l'azione di caccia. 


Per ulteriori informazioni sui radio collari gps Dog Trace X20+ e X30T, visita il sito C&C Hunting.