Caccia al cinghiale: giubbotti antizanna per i nostri segugi, una scelta o una necessità?

Molti anni fa ero tra coloro che osservavano i cani avvolti nei giubbotti antizanna e riflettevano sul come fossero impacciati, lenti, limitati nell’azione venatoria. Brancolavo nel buio del cacciatore di cinghiali tutta guerra e cicatrici e non mi ero ancora posto sotto la luce del cinofilo. Poi l’osservazione di molti cani impegnati in azioni di caccia e il serio rischio di perdere alcuni soggetti molto validi della mia muta, mi hanno spinto a sperimentare i giubbotti antizanna. È stata un’illuminazione. I corpetti offrivano una protezione immediata, semplice e assolutamente efficace delle parti più delicate del cane, gli scontri erano meno dannosi e con essi i danni riportati e la salute del cane. Pian piano ho visto ridurre le spese veterinarie e ho goduto della disponibilità dei cani nelle giornate di caccia, un’evoluzione della quale oggi non mi privo più. Facciamo un passo per volta però. Per chi ancora non ha approcciato ai giubbotti antizanna il primo mito da sfatare è proprio la rapidità e la libertà del cane a caccia. Il cane non perde nessuna “marcia” e non fatica più di quanto non lo faccia normalmente.

Perché è importante usare i giubbotti antizanna per i nostri segugi?

Cane con corpetto C&C Hunting FPJ
Valutando le spese veterinarie che si evitano, l'uso dei corpetti è da considerarsi anche un vantaggio economico per i cacciatori, oltre che una garanzia per la salute dei cani che corrono il rischio di incontrare cinghiali sempre più aggressivi anche a causa della pressione costante dei lupi.

Tra le fitte macchie mediterranee o gli allunghi delle macchie alte del nord Italia, il segugio affronta una bestia tanto forte quanto micidiale, pertanto va dotato di tutti i sistemi di difesa che possiamo fornirgli. I cacciatori, nell’arco dei decenni, partecipano alla selezione della razza cinghiale e come è facile immaginare lasciamo sfuggire gli animali più furbi, più tenaci, più aggressivi, esemplari che non cadono nella rete delle strategie venatorie e che presto alimenteranno la popolazione con i loro geni, esattamente come faremmo per i soggetti validi nel nostro canile. La presenza e la diffusione del lupo condiziona oggi la specie cinghiale che tende a vivere più in branchi per garantirsi una difesa più efficace, tende a rispondere con più facilità alla minaccia dei canidi che li insidiano e inoltre, dove braccati o seguiti per giorni dai branchi, resta all’erta, non dorme, mangia poco e si stressa, diventa inevitabilmente un animale più irrequieto e maggiormente incline allo scontro. Aggiungiamo anche la nostra pressione spesso eccessiva sulle braccate che, piuttosto che lasciar “sfilare” il cinghiale verso le poste accompagnato da una bella seguita, viene accerchiato e costretto a barricarsi dentro roveti e canneti, aggredendo i cani che loro malgrado si trovano sotto il filo delle zanne. Sono tutte condizioni che descrivono un ambiente venatorio mutato, nella sua gestione, nelle caratteristiche faunistiche, nell’approccio di uomini e animali.

Squarcio nel corpetto protettivo C&C Hunting FPJ
Si nota lo squarcio causato dalle difese del cinghiale alla parte esterna del giubbotto C&C Hunting FPJ, facile immaginare le drammatiche conseguenze in assenza di questa protezione per il cane all'altezza del torace.

Viviamo un tempo molto diverso da quello in cui un cane che non tornava a casa era un cane “lasciato sul campo”, un tempo in cui i soggetti validi erano sganciati in solitaria, seguiti da una manciata di cacciatori e innescavano seguite brevi per tornare al fienile. La caccia si è evoluta malgrado in molti non se ne siano ancora accorti, il rapporto con gli animali, specie nelle nuove generazioni, è cambiato, il benessere dell’animale è una prerogativa da cui non si può più prescindere se vogliamo ricucire quello strappo creato tra mondo venatorio e società civile. La cura dei propri animali è determinante in questo processo di mutuo riconoscimento, i giubbotti protettivi sono un atto d’amore per i propri segugi e un segnale chiaro per chi quei cani li vede sfilare nella macchia e giungere dopo infinite seguite stanchi e affannati sul cinghiale che ha appena abbattuto. 

Raccogliamo un po’ di dati reali e vissuti e facciamo un passaggio nella statistica. La scorsa stagione, malgrado i limiti imposti dalla pandemia, abbiamo cacciato quasi sempre, liberando dai 10 ai 13 segugi e partecipato all’abbattimento di almeno 160 cinghiali ai quali vanno aggiunti tutti quelli sfuggiti alle poste e braccati dai cani fino alla sera dentro parchi e riserve, lontani dal controllo del conduttore. I nostri segugi, insieme a quelli degli altri conduttori, erano in seguita su gran parte di questi cinghiali, Immaginate pertanto quante occasioni di ferimento (per non dire peggio) hanno affrontato i cani. Per quanto ci riguarda l’ammontare delle spese veterinarie accumulate dalla nostra muta si è fermata a fine stagione a circa 400€, una media di poco più di 30€ a cane. Questa analisi molto fredda e matematica non ha solo un risvolto sulla salute dei cani ma ha una significativa ripercussione sull’economia delle squadre di caccia. In un periodo particolarmente difficile per molti, la gestione delle spese di un gruppo non può prescindere da questi aspetti e gli iscritti alle squadre di braccata non solo si aspettano e desiderano vedere i cani in salute sfrecciare nelle macchie dando battaglia ai cinghiali, ma gradiscono anche vedere tutelati i loro danari. Le spese veterinarie di fine stagione spesso sono di gran lunga superiori al costo dei giubbotti antizanna necessari a proteggere intere mute, mi chiedo cosa aspettiamo a fare valutazioni più profonde sulla salute dei nostri cani e sulla vitalità e l’armonia delle nostre squadre di braccata che passa anche per questo aspetto.

Ora vi racconto la mia personale esperienza con i corpetti FPJ di C&C Hunting e cosa ho trovato di particolare in questi prodotti dopo averli testati per due stagioni consecutive.

Video: caccia al cinghiale, giubbotti antizanna per i nostri segugi


Il giubbotto antizanna FPJ di C&C Hunting

Corpetto FPJ di C&C Hunting 
Il corpetto FPJ di C&C Hunting arriva al pubblico ad un prezzo di 199 euro, ha una ottima vestibilità facilmente adattabile alle diverse taglie dei cani e una notevole resistenza anche a fronte di un utilizzo esasperato.

Come ho più volte detto, mi piace parlare solo di prodotti e strumenti che utilizzo. Cose di cui mi fido e delle quali sono convinto di poter fornire un’esperienza diretta e qualche consiglio utile. 

Questi giubbotti antizanna FPJ C&C Hunting hanno delle peculiarità eccezionali: sono leggeri, si indossano rapidamente e lo strep, a differenza di molte marche straniere, non si logora con l’utilizzo. 

Ho notato sullo strato protettivo due valori: la resistenza, un ovvio requisito, e lo scivolamento, una caratteristica invece che spesso nemmeno i produttori evidenziano ma che è determinante quando la zanna colpisce il costato del cane e invece di scaricare l’energia sul punto di contatto viene con più facilità fatta scivolare lungo il tessuto. 

Nel caso di questi giubbotti la vestibilità è assoluta e anche in ambienti molto “chiusi” difficilmente crea attrito con la vegetazione. 

Una volta a stagione lavo i giubbotti antizanna, gli FPJ si asciugano con grande facilità, altro valore indiscutibile se pensiamo alle giornate di caccia sotto la pioggia o agli attraversamenti di fossi e torrenti che rendono l’asciugatura per il girono dopo più complessa. 

Le aziende italiane come la C&C Hunting impegnate nel realizzare giubbotti antizanna non sono molte e ripeto, per nostra fortuna, lavorano molto bene e sono delle bellissime realtà a cui sempre più canai fanno affidamento per la protezione dei cani.


Per ulteriori informazioni sul giubbotto antizanna FPJ, visita il sito C&C Hunting

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C&C Hunting FPJ 199,00 euro