Elegante come i bracchi sanno essere, avido nella cerca ma ponderato negli accertamenti, un cane generico, ma per questo versatile e pronto a dare il meglio di sé in ambienti diversi e su altrettanti selvatici; il Bracco Francese.
Un cane piuttosto raro in Italia purtroppo, diciamo purtroppo, perché vederlo impegnato nella cerca e cadere in spettacolari ferme qui al Game Fair di Grosseto, è un vero piacere per gli occhi e una soddisfazione per i conduttori che ci confermano le ottime qualità e le importanti prestazioni poi anche nella caccia vera con questi cani.
VIDEO: Il Bracco Francese
Occorre prima di tutto precisare che il bracco francese si presenta in due conformazioni simili ma distinte, la grande taglia (Gascogne) e la piccola taglia (Pyrénées).
I due tipi sono originari del sud ovest della Francia e della zona centrale dei Pirenei.
Il bracco francese di piccola taglia, tipo Pyrénées è un cane estremamente proporzionato, di dimensioni più ridotte e forme più leggere rispetto al tipo Gascogne.
Il mantello morbido ed elegante non deve trarre in inganno, parliamo infatti di un cane rustico, non pesante ma solido e muscoloso. In ragione della diversa mole esistono differenti stili di lavoro tra le due varietà. I soggetti più piccoli (tipo Pyrénées) si presentano più rapidi e veloci rispetto a quelli di grande mole (tipo Gascogne). Il bracco francese tipo Gascogne è un galoppatore medio, non eccessivamente veloce ma il suo galoppo deve risultare facile e armonioso, tale da mantenere questa andatura costante; sono ammesse fasi di trotto in ragione del terreno da esplorare o in alcune fasi di accertamento.
Differentemente nel caso del tipo Pyrénées si tratta di un galoppo molto veloce con vigorosa spinta del posteriore, senza però eccedere nell’impeto del Pointer, con falcate rapide e di giusta ampiezza: il posteriore funge da propulsione, sufficientemente potente ma senza eccessi, mentre l’anteriore deve fungere solo di appoggio.
Un galoppo quindi fluido, veloce rapido e lineare,sempre nello stile continentale.
Le origini dell’attuale bracco francese si perdono nel tempo: testimonianze scritte indicano che i capostipiti erano antichi bracchi introdotti in Inghilterra nel 1713 da ufficiali britannici reduci dalla guerra di successione spagnola, tra i quali anche cani della zona pirenaica. Già all’origine troviamo quindi testimonianze di discendenza di tipo braccoide, poi alleggerita e selezionata nel tempo, ma non a partire dal pointer inglese, come in molti sostengono.
II re di Francia Carlo X (1757-1837) aveva una particolare predilezione per gli antichi bracchi francesi, grazie probabilmente a questa passione del re questi cani hanno avuto uno sviluppo e un perfezionamento.
L’introduzione in Italia di questa razza risale agli anni Sessanta, ad opera dell’allevamento “della Valdossola”, che importò i primi soggetti partecipando a numerose manifestazioni ENCI, con risultati eccellenti.
Nel corso degli anni l’allevamento e l’utilizzo della razza era andato calando a favore degli inglesi e degli altri continentali, ma negli ultimi decenni gli appassionati fondatori e sostenitori del Club Italiano Bracco Francese hanno reintrodotto e incrementato la presenza di questo splendido cane da ferma sul territorio nazionale.
Così dalle pernici alle beccacce, dai campi ai boschi, i bracchi francesi soddisfano oggi in Italia i cacciatori che credono in questo cane dal carattere dolce e grintoso, forse un po’ permaloso, da saper prendere con cura nelle fasi di addestramento, ma che farebbe di tutto per regalare il piacere dell’incontro al proprio conduttore.