Castello, canna e parti in leva in finitura color bronzo, per dare da subito quell’idea di materiale di recupero. La calciatura è in tecnopolimero con finitura stile arte povera impreziosito da una ricca serie d’inserti in cuoio in tutte le parti più strategiche, mix perfetto per enfatizzare l’effetto survivor alla Mad Max.

E all’apparenza il gioco è fatto, con tutto che sembra concorrere a rendere questa magnifica carabina a leva la perfetta arma da sopravvissuti a un’immaginifica apocalisse di qual si voglia genere da film più o meno americano. Ma che è successo? Una guerra nucleare? Un’invasione aliena? O magari un’infestazione di zombie per un qualche virus impazzito oppure frutto della più torbida stregoneria? Fuochino!
L’ispirazione è infatti quella: l’universo cinecomics delle grandi produzioni apocalittiche made in USA. Ma la storia è un tantinello più complessa, e parecchio, parecchio più divertente e interessante.
Perché è di un’arma solo all’apparenza assemblata con parti di recupero che stiamo parlando, trattandosi in realtà di un gioiello tecnologico il cui gradiente estetico è solo parte intrinseca del suo particolare fascino, e delle destinazioni d’uso a cui senza mezzi termini si presta. Andiamo a scoprire il tutto.
Ora, descrivere ancora il Boarbuster è cosa credo inutile quanto ridondante, e per questo sintetizzo: si tratta del progetto made in Pedersoli dell’86/71 Winchester enfatizzato e migliorato in ogni aspetto progettuale e costruttivo grazie alla grande capacità di fondere industrializzazione e artigianalità, che alla fine è il plus di tutto quello che porta il marchio Valle Trompia. Insomma, parliamo dello stato dell’arte della carabina a leva in 45/70, punto e a capo. Ha avuto nel corso degli anni varie versioni da caccia, per coprire ogni tipo di gusto ed esigenza venatoria.
Poi, un bel giorno, apparve lo Shadow in total black. Ovvero, il primo passo concreto nel mondo dei campi di tiro e del divertimento puro con quell’aria già parecchio… tattica. Ecco, era l’anticamera dell’Apocalypse.
Nonostante la livrea bronzea, infatti, è di un tutto acciaio d’altissima qualità che qui parliamo, dalla leva maggiorata al castello, sino alla canna da 17 pollici con filettatura esterna della volata per l’assemblaggio potenziale di qual si voglia accessorio (dagli spegnifiamma ai silenziatori). Una canna robustissima quanto precisa, tra l’altro, e nonostante i suoi soli 432 millimetri di lunghezza, grazie alla rigatura a sei righe. Insomma, altro che tubo di bronzo trovato fra i rottami… Ma questo lo sapevamo già, vero?

Ora, la pala del calcio presenta un calciolo in gomma con funzione shock absorber per limitare gli effetti del rinculo. Assieme a sistema di sgancio/aggancio della cinghia rapido e istintivo, accoppiato a un poggiaguancia regolabile in alzo e deriva per qual si voglia tipo di customizzazione e modalità d’uso. Da quello rapido con mire ottiche, a quello mirato attraverso l’uso di sistemi di puntamento elettronico tipo Red Dot assemblabili nella bella slitta Picatinny proprietaria di serie.
Completa il tutto la voluminosa ed elegante astina, dotata di interfaccia M-Lock per un eventuale assemblaggio di torce o sistemi di puntamento laser. Tutto ciò che è in pelle, infine, è iper-funzionale all’effetto del grip. Con un plus di non poco conto nella tipologia di arma “apocalittica”: più lo usi e lo maneggi e lo “rovini”, più diventa vissuto, quindi bello e perciò… fichissimo!
Ecco già, l’uso… Poco da dire: io mi ci immagino in due modi, anzi tre.
- Poligono, percorso tipo tiro dinamico, e via a sgranare colpi su colpi in allegria su bersagli e pepper-popper.
- Caccia, a fare né più né meno le stesse cose che già faccio con gli altri Boarbuster (ed il Droptine, la sua versione light in calibro .30/30).
- Brodo di giuggiole: parlo schietto di un bel percorso in una fabbrica abbandonata, ambiente post-industriale quasi buio, “apocalittico” insomma, e qui e là sagome di zombie, mummie, licantropi e vampiri, cyborgs, mostri d’ogni genere e pianeta, e io col mio Pedersoli Apocalypse e svariati pacchi di cartucce 45/70 a bucherellarli fra schizzi di gel verde fluo dappertutto che mi diverto come un pazzo (dopo aver montato sull’astina una torcia tattica, e già che ci siamo un collimatore laser)!
Avete capito di che parlo? Certo che lo avete capito… Ecco! E ora, buon divertimento a tutti con un’arma che gli amici americani che hanno già avuto modo di vedere dal vivo allo SHOT Show, definiscono con due semplici parole che suonano come una sentenza: soo cool! Troppo figa. Come un film post apocalittico d’avventure di cui siete i protagonisti.