La carabina semiautomatica Benelli ARGO, giunta alla sua quarta generazione, è un’arma ormai da considerarsi nella sua veste definitiva, visto il grado di affidabilità raggiunto in ogni sua parte meccanica e funzionale: l’ultimo suo perfezionamento generazionale, Benelli lo ha realizzato a carico della meccanica nei comparti pistone/presa di gas e accoppiamento con la canna, i quali usufruiscono del nuovo pacchetto migliorativo in acciaio inox, denominato Endurance.
Infatti, la novità sta proprio nel sistema di presa gas, evoluta nel cappellotto frontale e nel pistone, oggi diviso in due sezioni invece che un monopezzo, e costruito interamente in acciaio inox e non più in lega. Il cappellotto frontale, completamente ridisegnato, il quale tiene in posizione lineare il pistone è stato dotato di una generosa molla in modo tale da garantire un perfetto centraggio e allineamento con la canna anche dopo numerosi montaggi e smontaggi: questo offre all’utente il vantaggio di non dover ritornare al poligono per un nuovo azzeramento delle mire a seguito di un eventuale smontaggio per la manutenzione. In più, la nuova molla del cappellotto agisce quale ammortizzatore a carico dell’otturatore quando esso va in chiusura, alleggerendo così il carico dinamico su questo organo meccanico importantissimo.
Lo stelo e il pistone hanno anche adesso una serie di scanalature ad anello in grado di espellere virtualmente il 100% dei residui carboniosi della polvere da sparo: questo miglioramento meccanico consente quindi all’utente di prolungare notevolmente l’intervallo tra la pulizia ordinaria e quella straordinaria di fine anno.
Altra variante riguarda la canna, sempre criogenica, la cui produzione è adesso affidata direttamente alla casa madre Beretta in luogo della Sako Oy. Sempre sulla canna, Benelli ha fatto ridisegnare il bindellino da battuta che oggi possiede due dot verdi in fibra ottica e una migliore scanalatura d’invito al mirino.
Il nuovo ARGO Endurance, così allestito, ha potuto superare brillantemente uno speciale test mil-spec simile a quello superato dalla carabinetta MR1 per law enforcement.
Caratteristiche tecniche. La calciatura, costruita in speciali polimeri, incluso il nuovo calciolo AirPad, si presenta “morbidosa”, gentile al tatto, alla spalla e alla guancia, altro mondo rispetto alla dura freddezza offerta dalla maggior parte delle calciature in sintetico sinora viste sulle armi da caccia. Tuttavia, è proprio questa calciatura, dall’aspetto vellutato, caldo e “gommoso”, nella nuova colorazione Amazon Green, a ispirare immediata confidenza e buon feeling, che nasconde al suo interno tutte quelle innovazioni tecniche e tecnologiche che Benelli è stata capace di realizzare, quale concreto passo avanti verso la perfezione del fucile da caccia, in termini di ergonomia, maneggevolezza e comfort di tiro.
I passi in avanti fatti da Benelli, in tale direzione, in realtà son tre, fatto questo che pone la carabina ARGO E Comfortech quale nuovo termine di paragone per i semiautomatici del futuro; e se a questo risultato ottenuto sulla calciatura, si aggiungono tutti gli eccellenti risultati adesso ottenuti dalla meccanica ARGO E e dalle canne criogeniche in termini di affidabilità, robustezza e precisione, si finisce per trovarsi in mano un’arma dai molti talenti e di sicuro successo.
Il sistema di intercettazione dell’energia prima che essa arrivi al calciolo – e dunque alla spalla del tiratore – è stato denominato Comfortech System, ed è composto da una innovativa calciatura con pala dotata di alette a geometria flessibile, di un calciolo ad alta tecnologia denominato AirPad (lo stesso del Vinci e del Super Vinci), capace di aderire in toto alle fasce muscolari e all’incavo della spalla del tiratore (per questo previsto da Benelli sia per ambidestri che per mancini), e di un nasello Technogel in grado di ammortizzare le percussioni e le vibrazioni d’urto diretto verso lo zigomo del tiratore, grazie alla sua capacità di deformarsi sotto pressione.
L’astina del Comfortech è ben proporzionata, sia come lunghezza che come larghezza: si impugna molto bene, grazie a una sezione a gondola stretta in alto, sulla canna, e medio-larga in basso, dove va a stringere la mano del tiratore. L’astina, così come la pistola dell’arma, è stata dotata di abbondante zigrinatura del tipo Air Touch realizzata non con il classico taglio ma con il nuovo sistema delle microsfere: il risultato è un maggior grip, grazie alla migliore circolazione dell’aria che evita il formarsi del sudore alle mani, e l’eliminazione delle abrasioni alle mani. Tutta la calciatura, poi, gode della finitura o, meglio, di uno speciale rivestimento denominato Comfort Touch: il Soft Touch offre alle mani del cacciatore una gradevolissima sensazione di calore, e di un eccezionale grip.
Le due magliette portacinghia di trasporto sono del tipo a sgancio rapido: una si va a collegare sull’apice del cappellotto dell’astina, mentre la seconda si collega al calcio su un triangolino in tecnopolimero ricavato a sbalzo sulla pancia della pala; il tutto appare semplice e, soprattutto, silenzioso. La pala del calcio possiede un utile nasello rialzato in gomma Technogel, il quale consente un’ottima acquisizione del bersaglio dell’arma a ottica o punto rosso montati: di serie Benelli monta il modello ad altezza media, ma in optional ne fornisce altri due, uno più basso e uno più alto, in maniera che l’utente possa trovare quello più ideale alle misure del suo viso. L’astina a barchetta o gondola, oltre ad avere uno stile tutto proprio, si è rivelata davvero ottimale quanto a presa e grip per la mano sinistra. Il castello è realizzato in lega leggera con finitura anodizzata nera. Fodero e canna sono stati previsti da Benelli come un unico monoblocco, per assicurare sia un’ottimale precisione intrinseca dell’arma, sia la libera oscillazione della canna al fine di garantire la necessaria costanza nella precisione della stessa. Anche l’astina è vincolata alla carcassa, in modo tale da non interferire nel regime vibratorio della canna. Grazie poi al nuovo accoppiamento con la canna l’ARGO E si rivela una carabina semiautomatica estremamente flessibile, poiché utilizzabile anche nel tiro a lunga distanza, tipico della caccia di selezione, specialmente qualora fornita di canna da 56 o 60 cm.
L’otturatore, non scorre all’interno della carcassa ma dentro il fodero in acciaio, connesso alla canna. L’otturatore è rotante, e dotato di faccia concava con tre robuste alette rotanti poste a 120°. L’estrattore è stato inserito in una delle alette ed è formato da un blocco scorrevole diagonalmente: la sua sezione frontale, però, non si allunga all’esterno, lasciando così il fondello del bossolo completamente affogato in un apposito anello in acciaio. L’espulsore, di concezione classica, è formato da un pistoncino caricato a molla, in grado di offrire, sempre, espulsioni veloci e sicure, con i bossoli espulsi nei pressi del cacciatore, fatto che ne facilita enormemente il ritrovamento. Le finiture di tutte queste parti meccaniche sono encomiabili, degne di un’arma di classe superiore. All’interno del castello c’è soltanto il gruppo di scatto, formato da un modulo in polimero inserito dall’alto e fermato per tramite delle due classiche spine passanti. Grilletto, cane, dente di scatto, blocco del caricatore e molle, si trovano inglobati all’interno del modulo. Tutto il pacchetto di scatto è una autentica perla meccanica, non solo quanto a finitura, ma soprattutto quanto a concezione tecnica: il valore standard di peso riscontrato dall’autore in questa carabina è stato di 2200 g, eccellente per la caccia in battuta, un po’ meno per la caccia di selezione: la sua progressione è in due fasi. Questo scatto, che reputo eccezionale se abbassato un po’ nel peso di sgancio, è uno dei due motivi principali per il livello di precisione dell’arma (l’altro è senza dubbio l’accoppiamento della canna flottante), due elementi che solitamente impediscono alle carabine semiautomatiche di grande produzione di raggiungere livelli di precisione ottimi ben oltre i classici 100 m di distanza di tiro.
Il sottoguardia è a forma di vela con l’apice verso l’interno: il foro ha dimensioni sufficienti affinché un dito indice anche leggermente guantato possa trovare agevolmente il grilletto. Il caricatore, per il nostro mercato, è amovibile. L’operazione avviene agendo su una apposita levetta scorrevole verticalmente, posto appena dopo il bottone della sicura, nella parte anteriore destra del sottoguardia. Riguardo la sua posizione c’è da farci un po’ la mano: la funzionalità però è ottima. La sicura è manuale, a traversino davanti al grilletto, ed è reversibile e silenziata, fatto quest’ultimo non trascurabile a caccia. La capacità del caricatore di base con calibro 9,3x62 mm è di due colpi ma ne viene fornito uno in optional con capacità di quattro colpi, cui va aggiunto quello in canna. Il caricatore amovibile è molto comodo e consente rapidi cambi di serbatoio.
Per il test a caccia l’autore ha impiegato sia il serbatoio da 2 colpi (+ 1 in canna) che quello da 4 colpi (+ 1 in canna).
La canna di questo modello in 9,3x62 mm è lunga 56 cm (22 pollici) e possiede un passo di rigatura di 1:14 e 1/6” (ottimale per stabilizzare tutti i proiettili disponibili per il calibro, ossia da 225 a 298 grani), con quattro principi di rigatura ad andamento destrorso. La canna è martellata in acciaio al Cromo Molibdeno ed è trattata con la speciale tempra criogenica.
Il peso dell’arma con canna da 56 cm è di 3350 g.
Mire. L’ARGO E Comfortech è disponibile con due sistemi di mire metalliche: il classico duo tacca completamente registrabile in alzo e deriva, e mirino in fibra ottica regolabile in alzo e deriva protetto da tunnel, oppure con mirino in fibra ottica regolabile in alzo e deriva coadiuvato da una mezza bindella fissa da battuta in carbonio, dotata di due riferimenti verdi in fibra ottica non regolabile. La versione di questo test, come accennato, monta il pacchetto con regolazioni finissime, ovvero con tacca di mira completamente regolabile in alzo e deriva, e mirino in fibra ottica regolabile anch’esso in alzo e deriva. Il mirino su rampa a coda di rondine, è in fibra ottica e può essere regolato in deriva e in alzo tramite una chiavetta a brugola (fornita in dotazione), lungo un’utile scala graduata con tre tacche colorate in bianco: raramente si vede di meglio in giro. La tacca di mira, in fibra di carbonio, molto elegante, possiede due viti per la regolazione fine in alzo e in deriva con utili, e abbondanti, tacche di riferimento scalari in bianco. Tale combinazione garantisce al cacciatore regolazioni e nuovi azzeramenti rapidi e precisi al poligono, anche su tiri a media distanza, assai utili per la caccia in battuta. Complessivamente, il pacchetto mire disponibili è quanto di meglio auspicabile per un’arma a canna rigata da caccia in battuta. Sul cielo del fodero sono stati previsti, ben cinque fori filettati per il fissaggio della slitta Weaver/Picatinny (quella impiegata dal tester) o QR Leupold, con funzione di collegamento per le varie ottiche e punti rossi.
Munizione. Per questa prova mi sono orientato su una munizione commerciale in grado di poter rendere bene sia sulle corte che sulle medie distanze di tiro. La scelta è caduta sulla Norma con palla Oryx da 232 grani, un’ogiva molto apprezzata, sia in America che in Africa, poiché impiegata estensivamente su cervidi e altri selvatici a pelle tenera. I risultati sono stati ottimi, sia da un punto di vista prettamente balistico esterno (al poligono), che a caccia. In buona sostanza, questa munizione si è fatta apprezzare, in primis, per la grande precisione, dovuta soprattutto al perfetto connubio con la canna da 56 cm dell’ARGO E; in secundis per l’ottimo rapporto tra killing power e rispetto delle carni, con una leggera “pendenza” in favore del killing power. Ecco qui di seguito, le caratteristiche balistiche di base di questa munizione:
Norma con palla Oryx da 232 grani
Coefficiente Balistico 0.267
Velocità alla bocca: 800 m/s
Energia alla bocca: 491 Kgm
Energia a 100 m: 377 Kgm
Energia a 200 m: 286 Kgm
Energia a 300 m: 213 Kgm
Al poligono. La prima sorpresa, soprattutto in termini di precisione, del duo ARGO E Comfortech/munizione norma Oryx da 232 grani, è arrivata dal poligono sin già dai primi colpi esplosi alle distanze standard di azzeramento, ovvero 50 m. Tre le rosate effettuate di tre colpi ciascuna: la media è stata 16x27 mm, un risultato che si commenta da sé, ma perfettamente in linea con la realizzazione dell’ARGO E che della precisione intrinseca del calibro, impianto balistico progettato a suo tempo senza le (inutili) esasperazioni magnum, ultra magnum e via dicendo. A questo risultato, ovviamente, si può arrivare soltanto riunendo molte caratteristiche meccanico-balistiche insieme: canna flottante; scatto con peso adeguato; munizione in sintonia con la rigatura della canna; lunghezza della canna ottimale per la perfetta combustione della polvere; sistema di automatismo non invasivo nel raccordo con la canna, eccetera.
Considerazioni finali. La lunga prova sul campo è andata ben oltre le più positive aspettative. L’ARGO E Comfortech, infatti, in questa versione a canna lunga e calibro “corposo” è una delle più uniche che rare carabine semiautomatiche sul mercato con la quale è possibile usufruire di innumerevoli vantaggi: enorme precisione e costanza di rendimento; affidabilità meccanica; insensibilità agli agenti atmosferici; peso contenuto; calciatura anti-rinculo high-tech; modifica parziale o totale di piega e vantaggio; modifica dell’assetto della pala e del nasello per tramite di differenti calcioli e inserti appositamente dedicati; il passaggio veloce e preciso da un pacchetto di mire completamente regolabile per la battuta, a un’ottica variabile per la caccia alla cerca così come il big game hunting all’estero; l’intercambiabilità di caricatori da 2 e 4 colpi; le magliette a sgancio rapido; una manutenzione ordinaria praticamente assente. Un’arma universale, dunque, offerta a un prezzo davvero interessante.