RFM Grey Fox: il nuovo sovrapposto da bosco in calibro 20 alla prova del tiro 

Ricordate come ve lo avevamo presentato? “Grey Fox significa Volpe Grigia. È un predatore straordinario, affascinante, sfuggente e misterioso, che popola le foreste della Tundra e della Taiga siberiane. È uno dei pochissimi animali terrestri che per le sue abilità di cacciatore si rivela in grado di predare ogni tipo di selvaggina abitatrice delle foreste, beccacce incluse. La caratterizzano pazienza e intelligenza, e attitudine estrema all’agguato più letale.  Ma “Volpe Grigia” è anche il nome in codice di uno dei personaggi chiave del mio ultimo libro – il romanzo Terry – quale “nickname” della super spia internazionale Jurij Planidin.

Ora, dato che mi serviva un sovrapposto leggero e tecnico, considerato che ci tenevo maledettamente a celebrare il personaggio del mio libro assieme a Maurizio Bertolassi della RFM, abbiamo iniziato a concepire il fucile da beccacce dei miei desideri… Questo è quel che n’è venuto fuori…

Il calcio dell'RFM Grey Fox è in legno con finitura sintetica mimetica urban a effetto soft touch.  Il calciolo in gomma e i grilletti sono in colore arancio.
  • Tipologia: sovrapposto ultraleggero in configurazione caccia col cane nel bosco.
  • Calibro: 20. Efficacissimo e leggero, sia come arma, sia per quel che riguarda le munizioni.
  • Modello: di base è un sovrapposto dalla serie Becassier, ma finito in maniera assolutamente unica e originale.
  • Canne: lunghe 63,5 cm con bindella ventilata superiore e centrale assente, e semplice saldatura in volata e culatta. Per avere velocità di brandeggio e velocità assoluta negli swing laterali.
  • Strozzature: cilindrica la superiore e tre stelle l’inferiore, fisse, per non stare ad impazzire con chiavette e “tubetti”, con la garanzia di resa balistica perfetta per gli ingaggi nella media e breve distanza.
  • Camere: 20/70, e chiusa lì. Che le cartucce Magnum a beccacce sono non solo inutili, ma dannose (sia in termini balistici, sia per la nostra guancia).
  • Finiture canne e bascula: in Cerakote di qualità e tipologia militare, a prevenire riverberi o altro, e soprattutto qualsiasi rischio di ruggine, graffi o abrasioni.
  • Mirino: in fibra ottica rossa ad alta visibilità.
  • Gruppo di scatto: bigrillo, come si deve in un’arma raffinata ma essenziale. Con entrambi i grilletti finiti in cerakote arancio.
  • Calciatura: in legno molto leggero con astina a becco d’anatra e pala Woodsworth ricoperte con pellicola mimetica a base cromatica camo grey (grigia). Per evocare il mondo “military” da cui proviene il personaggio Jurij, la Volpe Grigia del mio romanzo Terry. Oltre a garantirci una presa salda sempre e comunque (anche senza zigrino, più si inumidisce più è grippante) e il piacere del contatto con il soft touch.
  • Calciolo: bellissimo e funzionale nella sua gomma orange abbinata alla colorazione dei due grilletti.

Insomma, ne uscita fuori una cosa mai vista, funzionale come poche, leggerissima (2,650 kg.), con un’estetica aggressiva e particolare, che neppure ci prova a strizzare l’occhio alla tradizione o a voler sembrare quello che non è. Totalmente centrata invece nella sua essenza e nella sua missione: quella di un grande predatore in lotta per la vita. Quella di saper evocare il personaggio di una super spia internazionale abituata a vivere nell’ombra e a combattere con i più terribili avversari. E a vincere, sempre, nel nome della giustizia e della verità.  

Il Grey Fox ruba la scena a EOS…

Il fucile l’ho visto per la prima volta dal vero quest’anno ad EOS, dove – poche palle – è diventato la super star dello stand RFM, rubando l’occhio a molti appassionati e portando il loro distributore americano a chiedere a gran voce anche una versione in calibro 12, per il mercato USA! Sì, con qualche piccola modifica, ma quello! Lui e con quel nome: Grey Fox!!!

C’è da dire che anche dal punto di vista estetico è qualcosa che ruba l’occhio, pur essendo la sua estrema funzionalità la cosa che da subito domina la scena.  I tanti che l’hanno preso fra le mani ne sono rimasti sbalorditi, infatti, sia per il piacere di maneggiarlo, sia per la particolarità delle finiture, e soprattutto perché all’inizio e alla fine dei conti è un’arma straordinaria dal punto di vista del bilanciamento e della funzionalità, capace di trasmettere un senso di solidità e sicurezza assoluti. Una di quelle cose che ti fanno sentire… figo!

Non rimaneva che una cosa da fare, e l’abbiamo fatta: andare a provarlo al campo di tiro in un vero e proprio stress test capace di testarne usabilità, come efficienza e comfort d’utilizzo, assieme ad efficacia e brandeggiabilità, specie nei tiri cui è destinato fra medium e short range.  Ecco come è andata…

Le canne del sovrapposto RFM Grey Fox sono lunghe 63,5 cm con la sola bindella superiore. Il mirino è in fibra ottica.

Il sovrapposto Grey Fox provato al campo di Bettolino

Luogo della prova il campo di tiro di Bettolino in provincia di Brescia, dove con Maurizio abbiamo sgranato una serie di colpi al percorso di caccia dove il “nostro” Grey Fox cal. 20, ha fatto… i numeri!

Prima di tutto la pagella:

Brandeggiabilità e puntamento: 10. Me lo aspettavo, anche perché è un fucile del tutto custom made, fatto e concepito espressamente per me e il mio modo di sparare. Il tutto dopo sessioni su sessioni di prova con gli artigiani RFM.

Gestione del rinculo e doppiaggio dei colpi: 9: colpa solo delle cartucce da tiro, parecchio nervose.

Efficacia delle canne: 10 e lode. Perfette da vicino, ha sbalordito soprattutto la seconda da 3 stelle per la capacità di recuperare dei piattelli a casa di Dio, che Maurizio stesso non ci credeva...

Comfort d’utilizzo: 9 solo perché è bigrillo e non ha gli estrattori automatici, ma l’abbiamo voluto noi così.

Tutto per dire che già come per la doppietta – vuoi perché il modello è azzeccatissimo, vuoi perché è un’arma su misura (come tutte quelle di RFM) – è stato come averla avuta da sempre in rastrelliera.

Nessuna necessità di adattamento, nessun tempo di rodaggio, tutto fluido e naturale, con quei piattelli che ho sbagliato che li avrei sbagliati in ogni caso anche con un pezzo d’artiglieria! E – sorpresa delle soprese – che alla fine delle due serie spalla, zigomi e mascella non presentavano segni di fatica o indolenzimento.

A breve, la porteremo a quaglie, quindi, via lungo la stagione fino al test supremo, quello vero: nei boschi d’inverno a beccacce, dove poter contare s’una Volpe Grigia, può fare tutta la differenza del mondo…

Buona visione e buona vita a tutti!