Beretta Nano - arma affidabile e allo stesso tempo tatticamente valida.

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Beretta Nano
La foto rivela le dimensioni contenute dellʼarma

Sempre attenta alle esigenze e tendenze di mercato la Beretta ha progettato questa nuova arma che unisce portabilità a dei calibri estremamente validi per difesa personale.

Sebbene la pistola Nano sia una back up, sono stati abbandonati gli stereotipi costruttivi legati a queste tipologie di armi. Calibri dotati di bassa energia cinetica e chiusura a massa, che hanno sempre denotato le armi sub compatte sono stati sostituiti da una chiusura a corto rinculo e dai calibri 9x19 (9x21 per il mercato italiano) o .40 S&W. 

La Nano, come anticipa il nome stesso, è una pistola estremamente compatta. La lunghezza è di 143 mm (5.63”), mentre lo spessore massimo, che è raggiunto nell’impugnatura, è di 23 mm (0.90”). L’altezza è di 106 mm (4.17”), il tutto per un peso complessivo ad arma scarica di 562 g (20 oz). 

Beretta Nano
Beretta Nano vista del lato destro. Si noti il foro posto vicino lʼelsa ove si intravede il perno per la disattivazione del percussore

Il polimero rinforzato in fibra di vetro, impiegato per il fusto della Beretta Nano, ha consentito di limitare sia il peso sia le dimensioni dell’arma, rendendo superflue le guancette. L’impugnatura ha un discreto grip ottenuto tramite dei rilievi anteriori e posteriori, a squama di pesce, impressi sul polimero. 

Il carrello è trattato tramite nitrurazione che ne aumenta la durezza superficiale e la resistenza alla fatica. Il metallo è rivestito da una finitura nera opaca. Gli intagli di presa, consentono di arretrare il carrello con facilità e senza incertezze.

Beretta Nano
Beretta Nano vista dal lato sinistro si noti lʼassenza di spigoli

Nell’arma sono assenti spigoli vivi o leveraggi che potrebbero provocare ritardi o manipolazioni errate durante l’estrazione dalla fondina. L’assenza della leva esterna arresto carrello e la testa a vite del chiavistello di smontaggio, a filo con il fusto, aumenta la gestibilità non creando sporgenze. Persino il pulsante sgancio caricatore è conformato in modo da seguire l’andamento rotondeggiante del fusto. È stato abbandonato il guardamano squadrato in favore di quello arrotondato. In pratica è stato ripreso il concetto, sempre valido, che la pistola dovrebbe avere le forme rotondeggianti di una saponetta.

Beretta Nano 
Il pulsante sgancio caricatore zigrinato segue le linee dellʼimpugnatura

La pistola è priva di sicure manuali. Siamo sempre stati d’accordo con le semplificazioni meccaniche che eliminano parti che si possono guastare ma soprattutto perché gli studi sullo stress da combattimento hanno evidenziato che complicare una manipolazione dell’arma, dovendo prevedere un ragionamento, anche se elementare, è assolutamente da evitare. Con l’adrenalina in circolo, si rischia di commettere errori fatali e non riuscire neanche a sparare, nel caso si debba ricordare di togliere una sicura o nella malaugurata ipotesi che questa si inserisca inavvertitamente. Gli unici movimenti assimilabili e ripetibili facilmente sono quelli semplici: estrarre l’arma e tirare il grilletto. Le sicure sono comunque presenti, sono quelle automatiche e consistono nella sicura al percussore e quella applicata al centro del grilletto che ne previene arretramenti in seguito a caduta dell’arma. È così possibile portare la pistola Nano con il colpo in canna in massima sicurezza. 

Beretta Nano 
Lʼampia finestra dʼespulsione assicura un ciclo di sparo scevro da difetti. Si noti della sommità del carrello il barilotto della sicura automatica del percussore

Sul lato dell’arma è possibile notare un recesso ricavato bilateralmente davanti la guardia del grilletto. Un buon sistema di posizionare il dito indice durante una posizione di pronti consiste nel tenerlo leggermente arcuato con la punta a contatto con il fusto. Il recesso ergonomico aiuterà a mantenere questa impugnatura, meno stancante rispetto a quella che prevede di tenere il dito disteso lungo il fusto. La leva arresto carrello interna e il pulsante sgancio caricatore reversibile, rendono l’arma particolarmente adatta ai mancini.   

Beretta Nano
Il vivo di volata della Nano. Il grilletto è provvisto di una sicura automatica contro gli spari accidentali in seguito a cadute dellʼarma

Viste le tipologie di impiego della Nano, troviamo giusta l’eliminazione della leva esterna di arresto blocco carrello che è comunque presente internamente. L’arma sarà impiegata in reazioni fulminee ove i colpi del caricatore saranno svuotati in pochi secondi, dopo di che il carrello rimarrà aperto. In quei particolari frangenti non crediamo che faccia la differenza poter usufruire della leva arresto carrello. Unʼattenzione in più sarà dovuta durante le fasi di carico e scarico dell’arma ma queste, si prevede, saranno eseguite con stati d’animo più sereni.

 

Beretta Nano
La tacca di mira e il mirino sono regolabili in deriva e facilmente sostituibili

Nella pistola Nano la percussione della capsula della cartuccia avviene tramite il percussore lanciato. Questa soluzione meccanica non è certo una novità e per quanti gridassero allo scandalo perché qualcuno ha copiato qualcosa, ricordiamo che nel mondo delle armi tutto è stato già inventato tanti anni fa prima che ci fosse l’avvento dei polimeri. Per chi crede di trovarsi di fronte a un’invenzione recente, è doveroso ricordare che un sistema di scatto analogo, derivante da un progetto risalente addirittura al 1895, realizzato dall’illustre tecnico di armi leggere Karel Krnka, è stato utilizzato nella pistola Roth-Steyr mod. 1907. Non solo ma la Heckler & Kock ha introdotto nel 1970 la pistola VP70Z, prima arma in assoluto a essere già dotata di fusto polimerico. Quindi finiamo le accuse di plagio tra costruttori di armi e lasciamo queste diatribe ai cantautori. 

Beretta Nano 
Lʼarma in apertura, la canna è fuori asse a causa del sistema di chiusura

Anche il sistema di chiusura adottato dalla Nano è quello oggi più diffuso in assoluto: il corto rinculo di canna sistema Browning modificato nel quale il vincolo tra canna e carrello è realizzato mediante la parte posteriore della canna prismatica che ad arma in chiusura si adatta nella finestra di espulsione. Giustamente la Beretta in questa arma ha adottato il sistema di chiusura che negli anni ha dimostrato essere il più affidabile nella sua semplicità e facilmente realizzabile.

Il funzionamento della Nano avviene dopo aver rifornito il caricatore e averlo inserito nel suo alloggiamento. L’arretramento del carrello e il successivo rilascio provvede a inserire una cartuccia nella camera di cartuccia.

La pressione esercitata sul grilletto fa arretrare il percussore che si carica di energia tramite la compressione della sua molla. A fine corsa del grilletto il percussore ora dotato di energia cinetica liberandosi scatta in avanti con la forza necessaria a percuotere la capsula della cartuccia.

All’atto dello sparo canna e carrello arretrano unitamente. Dopo pochi millimetri, la canna che presenta uno zoccolo inferiore nel quale è ricavata una fresatura inclinata, va a impegnare un elemento situato nel fusto. La canna è così costretta a ruotare verso il basso e fermarsi, il carrello ora svincolato può proseguire da solo la sua corsa retrograda. Esaurita lʼenergia cinetica, la molla di recupero distendendosi riporta lʼarma in chiusura. In questa fase il carrello preleva, grazie alla nervatura dʼalimentazione, unʼaltra cartuccia, sospingendola nella camera di cartuccia e consentendo lo sparo del successivo colpo. Il ciclo si completerà fino all’esaurimento delle cartucce contenute nel caricatore. Sparata l’ultima cartuccia, la leva interna di arresto carrello, sospinta verso l’alto dall’elevatore del caricatore, fa bloccare il carrello in apertura.

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Lo smontaggio ordinario dellʼarma risulta semplice. Teniamo però a portata di mano una penna e una cartuccia

A differenza delle armi che impiegano l’azione di scatto mista (doppia per il primo colpo e singola per il successivo) ove si verifica quello che è definito momento critico (cruch tick), ossia la perdita di ritmo tra il colpo in doppia azione e il successivo in singola azione, che può far mancare o ritardare l’acquisizione del bersaglio, lo scatto della Nano, come consigliano i moderni dettami operativi, è sempre uguale dal primo all’ultimo. 

Lo smontaggio avviene facilmente e senza dover eseguire il pericoloso scatto a secco. Occorrono degli attrezzi, non specifici ma di fortuna. Dopo aver estratto il caricatore dal suo alloggiamento, e controllato che la camera di cartuccia sia vuota, tramite una punta – può andare bene quella di una penna a sfera, si deve premere il perno che si intravede nel piccolo foro, ricavato sul fianco destro del fusto, posto in prossimità dell’elsa. Questo disattiverà il percussore permettendo la separazione del carrello dal fusto, che avverrà in seguito alla rotazione del chiavistello di smontaggio a foggia di vite posto anch’esso sul lato destro del fusto. Per ruotare la testa a vite del chiavistello può essere utilizzata una monetina o il fondello di una cartuccia. Successivamente si potranno estrarre l’asta guida molla con doppia molla prigioniera e in ultimo la canna. Il pacchetto di scatto, sul quale è impresso il numero di matricola dell’arma, alloggiato in un telaio interno è inoltre facilmente estraibile, facilitando eventuali quanto remote manutenzioni.  

Beretta Nano
La pistola Nano corredata dal caricatore in lamierino metallico della capacità di 6 colpi

Lo smontaggio di una pistola non è un’operazione tattica e solitamente sarà fatta stando in casa e in tranquillità, potendo reperire facilmente qualsiasi attrezzo occorrente. Quindi non è certo una preoccupazione questa piccola esigenza della Beretta Nano. È invece da rimarcare positivamente che la meccanica dell’arma evita di eseguire lo scatto a secco per lo smontaggio, operazione che provoca incidenti, soprattutto casalinghi. Alcune case costruttrici che impiegano il sistema a percussore lanciato hanno adottato questa ulteriore sicura e auspichiamo che tutte le pistole dotate di questa organizzazione meccanica si adeguino adottando tale ulteriore sistema di sicurezza.

Sebbene i colpi a disposizione, contenuti nel caricatore metallico monofilare siano solamente 6, oltre quello portato doverosamente nella camera di cartuccia, i calibri impiegati, 9mm e 40 S&W, fanno della Nano qualcosa di più di una semplice back up. Pensiamo a quanti hanno utilizzato un’ingombrante “1911” con un caricatore da 7 colpi.

I congegni di mira, ben proporzionati, sono tenuti in sede tramite delle brugole e possono essere facilmente regolati o sostituiti. 

Beretta Nano 
La rosata ottenuta a 12 m, è concentrata e non pone dubbi sulla precisione dellʼarma

Lo scatto nell’esemplare testato ha rivelato una fluidità molto simile a quella ottenibile con un buon revolver.

Al tiro l’arma si è comportata egregiamente senza malfunzionamenti di sorta. La Nano in prova, in calibro 9 mm, ha dato un rinculo sorprendentemente mite rispetto al peso e alle dimensioni. La precisione è stata più che soddisfacente, riuscendo a contenere tutti i colpi del caricatore, alla distanza di 12 m, in una rosata di circa 5 cm. I tiri sono stati effettuati con impugnatura a due mani ma raccomandiamo, con armi di queste dimensioni, di esercitarsi al tiro con una sola mano. Specialmente in seguito a estrazione, nei momenti concitati di un conflitto a fuoco, potrebbe essere molto facile posizionare la mano di supporto davanti alla canna con le spiacevoli conseguenze del caso. 

La piccola Beretta Nano, fabbricata nella succursale Beretta di Accokeek nel Maryland, entra nel mercato in un segmento che ultimamente ha visto impegnate molte fabbriche concorrenti.

Naturalmente la qualità del marchio Beretta susciterà un vivo interesse tra gli acquirenti che, specialmente in unʼarma da difesa, mettono al primo posto l’affidabilità, dote proverbiale delle armi dell’azienda italiana.

La pistola Nano, grazie alle sue dimensioni, potrà essere impiegata nelle situazioni ove è di primaria importanza non rivelare la presenza dell’arma.