Restrizioni UE: siamo ancora in pericolo

Un aggiornamento sull'andamento delle proposte restrittive in materia di armi a livello europeo
"Troppo pro-armi", secondo il gruppo socialdemocratico: il documento di Vicky Ford rischia di essere respinto

La settimana non si apre con delle buone notizie relativamente alla battaglia per la tutela dei nostri diritti dalle tendenze disarmiste dell'Unione Europea.

La bozza di lavoro dell'europarlamentare Vicky Ford, presidente IMCO, sarebbe infatti sotto attacco da più fronti.

Tanto per cominciare, la Commissione per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni (LIBE), presieduta dall'europarlamentare verde Bodil Valero − redatta anche con la collaborazione di alcuni europarlamentari dell'IMCO, praticamente tutti di area socialdemocratica o verde − ha pubblicato una controproposta che oltre ad insistere sulla necessità della messa al bando delle B7 e di altre restrizioni, contiene aspetti veramente disastrosi.

In particolare, il documento del LIBE prevede la libertà per gli Stati membri di mettere completamente al bando ogni e qualsiasi forma di possesso d'armi da parte dei privati cittadini.

Un aggiornamento sull'andamento delle proposte restrittive in materia di armi a livello europeo
Ultima genialata del comitato LIBE: marchiatura anche sulle munizioni!

Altre criticità del documento LIBE includono l'imposizione di tasse elevate sulla vendita di armi e munizioni e la scadenza obbligatoria a tre anni di tutti i porti d'arma; e l'obbligo di marchiatura non solo sulle armi, ma su tutte le loro parti e persino sulle munizioni e sulle componenti di esse, come bossoli e palle.

A ciò deve aggiungersi lo schieramento di importanti frange del gruppo socialdemocratico in favore delle restrizioni. In particolare due eurodeputati − la tedesca Sylvia-Yvonne Kaufmann e l'italiano Sergio Cofferati − starebbero spingendo presso i loro compagni di schieramento affinché boccino il documento di Vicky Ford, considerato "troppo pro-armi", e votino sia presso i comitati che al Plenum in favore delle restrizioni richieste dalla Commissione... apparentemente anche di quelle senza senso, come quelle sul Soft-Air e sulle armi disattivate o sulle repliche, che il documento della Ford giustamente stralcia!

Un aggiornamento sull'andamento delle proposte restrittive in materia di armi a livello europeo
Nel frattempo, la FESAC ha inoltrato all'Ombudsman Europeo un ricorso formale contro la Commissione
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Il volume di ricorsi all'Ombudsman europeo presentati sinora contro le proposte della Commissione potrebbe presto portare il caso all'attenzione della Corte Europea di Giustizia

Queste notizie nient'affatto positive arrivano pochi giorni dopo la presentazione da parte della FESAC − l'associazione che rappresenta la comunità dei collezionisti d'armi − di un ricorso all'Ombudsman europeo contro la Commissione, che a più riprese ha accusato i collezionisti di essere una fonte "privilegiata" di armi per criminali e terroristi.

Non si può (ovviamente) dare la colpa alla FESAC per questa valanga di cattive notizie: del resto l'Ombudsman europeo ha ricevuto ricorsi da organizzazioni di collezionisti e da singoli cittadini di tutt'Europa: Regno Unito, Finlandia, Olanda, Belgio, Svezia, Lussemburgo e molti altri ancora − e altri ne verranno. Evidentemente la Commissione è spaventata dalla reazione della nostra comunità, e sta cercando di reagire in ogni modo ad un processo che potrebbe presto portare il caso all'attenzione della Corte Europea di Giustizia, minando la credibilità dei documenti su cui si basano le proposte restrittive.

Tant'è vero che ci giungono voci secondo cui i rappresentanti della Commissione avrebbero incontrato alcuni eurodeputati contrari alle restrizioni per cercare di convincerli (non si sa con quali mezzi) della necessità dell'imposizione di "ampi divieti sulle armi semi-automatiche" promettendo loro − come se ciò rappresentasse un'importante e generosa concessione − che quelle già detenute dai privati cittadini saranno ancora detenibili e utilizzabili, ma che non se ne potranno vendere o acquistare di nuove e che quelle già presenti nelle mani dei cittadini non si potranno cedere neppure per eredità.

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È necessario agire! È ormai chiarissimo come ci sia molto più delle "sole" B7 in gioco!

È dunque sempre più chiaro che lo schieramento antiarmi non intende demordere, e di sicuro non vorrà mai fermarsi alle B7.

Che cosa fare? Anzitutto è importante aderire all'invito all'azione di Firearms United, per far sentire la propria voce agli europarlamentari: più scriveremo, in tutt'Europa, e più sarà chiaro che cosa le loro forze politiche di riferimento rischiano a mettersi contro alla nostra comunità.

È altresì estremamente importante evitare che il gruppo socialdemocratico arrivi con una posizione unitaria al meeting IMCO di domani, 20 aprile (che potrete seguire in diretta Streaming a questo indirizzo). Ciò comporterebbe infatti una possibile bocciatura del documento di Vicky Ford, che pur essendo perfettibile è un ottimo inizio.

A tale scopo è necessario ancora una volta che la nostra comunità si attivi: entro oggi dovrete scrivere a tutti gli europarlamentari del gruppo socialdemocratico e a tutti i membri dell'IMCO (ripassate dunque il vostro inglese!) al fine di far sentire loro che la posizione dei popoli europei è chiara: solo questo tipo di pressione può controbilanciare e financo superare quella dello schieramento che sta facendo, e continuerà a fare, carte false pur di privarci dei nostri sacrosanti diritti di cittadini onesti!

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Questa volta risponderete tutti alla chiamata, o lascerete che gli antiarmi si portino in vantaggio?

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