Condannato in Cassazione per l’uso di un collare a impulsi elettrici

L’utilizzo su un cane di un collare educativo può configurare fattispecie di reato. Lo ha stabilito la Terza Sezione penale della Cassazione con la sentenza 2099 del 2016 emessa il 22 di giugno ma depositata in cancelleria soltanto alla fine dell’anno solare. La Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso dell’imputato, condannato in primo grado dal Tribunale di Trento per violazione dell’articolo 727 del Codice penale. Il secondo comma dell’articolo punisce infatti “chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.

La sentenza: violato l’articolo 727 del codice penale

Il ricorrente era stato condannato all’ammenda di 1.000 euro perché aveva fatto indossare al proprio segugio italiano un collare elettronico che emetteva impulsi elettrici. La Suprema Corte conferma la legittimità della sentenza di primo grado ed evidenzia nuovamente i rischi dell’utilizzo di un collare educativo: “il cane era stato ritrovato vagante nel territorio del Comune di Strembo e, al controllo, era risultato dotato di un collare elettronico con il led verde che dava il segnale di acceso, utilizzato per scopi addestrativi, attivato a distanza da un telecomando, in modo da provocare nel cane scosse elettriche aventi come conseguenza oltre al dolore fisico anche uno stress psicologico. La Cassazione esclude che un collare in grado di emettere impulsi sia sonori sia elettrici fosse stato acquistato solo per usare gli impulsi sonori. E il Tribunale aveva già evidenziato come “l'utilizzo di detto collare integri il delitto di maltrattamento di animali, sottolineando come l'inflizione di scariche elettriche sia produttiva di sofferenze e di conseguenze anche sul sistema nervoso dell'animale, in quanto volto ad addestrarlo attraverso lo spavento e la sofferenza, affermando di conseguenza la responsabilità dell'imputato al riguardo, in considerazione della intenzionalità dell'uso di detto collare”.

Non è questa la sede per analizzare la strategia difensiva del ricorrente che aveva puntato a una diversa ricostruzione della vicenda. Ci interessa il senso della sentenza della Cassazione: in modo logico e sulla base degli elementi acquisiti, “il Tribunale ha accertato l'apposizione del collare, la sua idoneità ad emettere scosse elettriche dolorose e potenzialmente nocive per l'animale, traendone la conseguenza del suo acquisto da parte dell'imputato proprio per farne tale uso, con la conseguente coerente affermazione della sua responsabilità in ordine al reato contestatogli”.

E si sa: la Cassazione ha anche funzione nomofilattica. Ossia finalizzata a uniformare l’interpretazione della legge su tutto il territorio nazionale.