Blackhawk! STRIKE Cutaway Armor

Blackhawk! S.T.R.I.K.E Cutaway Armor
Il pannello anteriore del vest STRIKE di Blackhawk. Il nylon è in grado di accomodare pannelli balistici BALCS cut, ma i pannelli in dotazione offrono una superficie protetta maggiore

Tra i più famosi produttori di nylon tattico al mondo (oggi parte della “galassia “ ATK, assieme a Eagle), Blackhawk ha relativamente da poco iniziato a proporre carrier vest con pacchetti balistici, pur avendo una grande esperienza nel campo dei sistemi LBE (Load Bearing Equipment); la prima versione del carrier STRIKE (acronimo che sta per Soldier Tactical Retro Integrated Kit Enhanced) Cutaway Armor Vest, immessa sul mercato ormai oltre quattro anni fa, introduceva alcune interessanti e valide innovazioni, come la fettuccia semiflessibile in polimero per comandare la scomposizione del vest, ma allo stesso tempo presentava alcune ingenuità, come l’impiego di ben sei fibbie Fastex per la chiusura e la regolazione, e una oggettiva scomodità d’impiego complessiva.

Ascoltando i commenti e i suggerimenti degli operatori, i tecnici della Blackhawk hanno completamente riprogettato il vest, mantenendo il velocissimo sistema di scomposizione basato sulla fettuccia polimerica, e adottando l’ormai collaudato sistema con Cummerbund regolabile e chiusura frontale a velcro e pannello di copertura; i commenti di molti operatori si sono fatti ben più positivi e l’interesse, anche da parte di alcuni reparti italiani, si è fatto più vivo e per questo motivo abbiamo chiesto di poterne valutare un esemplare.

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La tasca è in grado di accettare piastre da 26,7 x 33,7 cm fino a 24 mm di spessore

La versione arrivata in prova dello STRIKE Cutaway Armor Vest è del tutto analoga a quella già in uso presso numerosi reparti militari italiani, compreso il livello di protezione balistica morbida integrata.

Entrambi i pannelli morbidi “C32SP10” costituenti il pacchetto balistico Elite ST3A4 (considerato il pacchetto di punta dal produttore) a corredo dell’esemplare in prova sono protetti da una fodera stagna termosaldata in nylon balistico 200D internamente rivestita di uretano; questo pacchetto è certificato IIIA secondo le nuove e stringenti norme NIJ 0101-06 Special Threat, che comprendono munizioni altamente performanti come le FN 5.7 x 28 (con palla SS 195); il certificato sul pacchetto riporta correttamente il livello NIJ-06.

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Il singolo punto di incrocio dei 4 nastri che tengono assieme il vest
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Particolare della rete 3D interna del vest; in basso, un angolo del pacchetto balistico, con i bordi termosaldati

Va anche accennato che, rispetto al BALCS Cut di riferimento e di pari taglia, il pacchetto Elite offre una protezione, dal punto di vista della superficie coperta, leggermente più estesa, pur rimanendo il carrier compatibile con i pacchetti BALCS.

La pannellatura esterna dello Strike Vest, in nylon ripstop 420x420D, è ricoperta di strisce PALS (Pouch Attachment Ladder System)/Speed Clip, compatibili con tutti i vari sistemi di aggancio a fettuccia da 1 pollice. In corrispondenza delle spalline troviamo una striscia di materiale polimerico ad alta frizione chiamato HawkTex, atto a mantenere il calciolo dell’arma lunga ben saldo sulla spalla.

Assieme allo STRIKE Cutaway Armor Vest abbiamo ricevuto una piccola campionatura di pouch che abbiamo impiegato per configurare il carrier: 4 portacaricatori singoli per serbatoi STANAG 4179, che abbiamo montato sul pannello anteriore di copertura del sistema di chiusura VELCRO, due porta caricatori 9 mm, una tasca grande dorsale per sistema di idratazione (che personalmente riteniamo relativamente utile in zona operativa… molto meglio le, tante,  bottiglie in PET nel VTLM!), la tasca medica e qualche altro accessorio minore.

Una volta posizionati e riempiti i vari pouch sul vest, però, questi tendono a rendere più difficoltosa l’operazione di indossatura del vest, che andrebbe fatta con il metodo del “buddy system” (fatevi aiutare da un commilitone!).

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Fase di chiusura del vest indossato

Una volta indossato si nota subito una grande comodità, nonostante il pacchetto balistico sia leggermente più “rigido” del solito. Il vest è abbastanza aderente, una volta regolato sulle proprie misure; il peso è ben distribuito e il vest non ha più la fastidiosa tendenza (tipica della versione precedente) a “salire” verso il collo quando è in “full load” con i caricatori e le piastre SAPI.

I due pannelli, anteriore e posteriore, che compongono il carrier sono uniti inferiormente da due Cummerbund, uno per lato, e superiormente da due nastri in cordura passanti sulle spalline che sono fissate al pannello anteriore. I Cummerbund hanno, a una estremità, una superficie in velcro necessario per chiudere frontalmente il vest dopo averlo indossato, e all’estremità opposta, un largo e robusto nastro in cordura munito di occhielli metallici che permettono di regolarne la lunghezza; lo stesso ritroviamo sui due nastri per le spalle.

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Lʼanello per la scomposizione del vest è facilmente raggiungibile in ogni situazione

I quattro nastri si incrociano sul pannello posteriore, dove un quadrato in cordura riporta un singolo cappio in corda antiabrasione. Quest’ultimo passa attraverso i quattro occhielli e poi è bloccato dalla fettuccia semirigida in polimero che all’estremità opposta termina con una maniglia che sporge da un’apposita fessura in corrispondenza della spallina; è possibile montare il sistema in modo da avere la maniglia per la scomposizione rapida sia sulla spalla destra che sinistra.

Tirando la maniglia si sfila la fettuccia dal cappio, che quindi rilascia contemporaneamente i quattro nastri: i due pannelli sono quindi svincolati tra loro e, con l’operatore in piedi, cadono letteralmente a terra sotto il loro peso.

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Il certificato del pacchetto balistico con l’appartenenza alla classe IIIA NIJ-0101-06

Rimontare il tutto è piuttosto semplice, tanto che Blackhawk afferma che è possibile ricomporre il vest anche completamente configurato in 59 secondi.

I due pannelli sono rivestiti internamente di una rete 3D mesh che oltre a migliorare l’areazione, riduce di 6 mm il BFS (Back Face Signature, la massima estroflessione all’impatto del pannello balistico).

Il vest può essere completato da una serie di accessori, come la protezione pelvica, le protezioni per il collo, le spalle, la gola (tutti sempre in IIIA) e le tasche aggiuntive per le piastre SAPI laterali.

A nostro avviso un valido prodotto, connotato da una buona maturità tecnica, una ottima comodità d’impiego e da un eccellente pacchetto balistico morbido; essendo ovviamente riservato esclusivamente all’utenza professionale (reparti armati dello Stato), valutazioni sul prezzo non ne possiamo fare.

Unica nota negativa, la grande difficoltà di reperimento dovuta alle normative ITAR che ne limitano fortemente l’esportazione dagli USA.