Ruger LCR

Ruger LCR .38 Special 
Ruger LCR .38 Special

In effetti negli ultimi cento anni non ci sono state rivoluzioni sul mercato dei revolver tascabili: la tecnologia di base è matura e la costruzione stessa è invariata dal 1926. Fu a quell’epoca che il primo modello di tutti i revolver a canna corta, detti anche “backup”, “off duty” e “snub nose” dai piccoli telai in acciaio, iniziò la sua storia di successo: era il Colt Police Positive Special calibro .38 Special con canna da due pollici. Fin dall’inizio partì la corsa alle vendite che portò, un anno dopo, alla creazione di una linea di modelli Detective Special. Con l’eccezione di tentativi di inseguimento poco convinti, la concorrente Smith&Wesson restò a guardare per 23 anni pieni, prima di assicurarsi la propria parte della torta con il Chief‘s Special. Nel 1992, tuttavia, Colt andò in fallimento; la nuova Colt’s Manufacturing Company costruiva solo revolver single action di tipo western. S&W è invece sempre rimasta sul mercato. Nel periodo aureo dei moderni revolver tascabili, il XX secolo, nessuno pensava ancora a pistole piccole con calibri balisticamente potenti come il .38 Special. Infatti, Colt con i modelli Cobra e Agent e Smith&Wesson con il Chief‘s Special Airweight diffusero al grande pubblico i primi revolver tascabili a peso ridotto con castello in lega leggera. I tamburi di questo materiale non riuscirono però a imporsi. La pressione del gas e lo sviluppo di calore rendevano fragile l’alluminio, causandone l’erosione.

Revolver Ruger LCR .38 Special 
Colt Detective Special calibro .38. La capostipite dei revolver da difesa

Delle altre conquiste di quegli anni fece parte lo Smith&Wesson Centennial, un calibro 38 “snub nose” con cane completamente interno al castello. Il grande vantaggio di questo modello e dei suoi simili era la caratteristica di non impigliarsi nei vestiti all’estrazione. In caso di emergenza si poteva così addirittura sparare attraverso la giacca.

Nei tempi migliori dei revolver a castello piccolo, per lo più con tamburo a cinque camere e canna mozza da due pollici, gli offerenti proponevano moltissimi modelli, che almeno in parte giunsero anche sul mercato tedesco. Oltre a Colt, Smith&Wesson, Ruger e Taurus, ne facevano parte nomi che oggi hanno perso l’attenzione del pubblico, come Dan Wesson/Wesson Firearms, Weihrauch, Charter Arms, Rossi e Armi San Paolo/Sauer & Sohn. E ditte come Erma, Astra o Llama non esistono più.

In Europa i piccoli e pratici compagni calibro .38 Special rappresentano ancora un fenomeno marginale. È difficile che un detentore di porto d’armi si affidi a un revolver da cinque colpi se può avere una pistola ancor più compatta e snella, di capacità maggiore e con munizioni più potenti. Negli USA, la situazione è diversa: sono sempre di più gli acquirenti che si affidano alla forza e soprattutto alla gestione poco complicata di un revolver tascabile per la difesa personale. Infatti, si gestisce altrettanto bene nelle situazioni di stress quanto in quelle non di emergenza. Piccoli e graziosi, sono i preferiti dalle signore.

Ruger LCR .38 Special 
Il tamburo del LCR contiene cinque cartucce, contro le sei di Colt e Taurus

Non stupisce quindi il fatto che l’attuale “snub nose” di Ruger, il modello LCR (acronimo di “Lightweight Compact Revolver” ovvero revolver compatto leggero), allo SHOT Show fosse costantemente cinto d’assedio. Sulla bilancia l’oggetto porta 388 g, superando di pochissimo il peso di una borsetta media per signora. La novità mondiale di questo peso mosca è il castello costituito da due materiali: una parte inferiore, con il grande ponticello del grilletto e la parte posteriore chiusa in plastica (polimero) e una parte superiore in metallo leggero. È invece costruito in modo tradizionale il supporto per i componenti funzionali, come lo sblocco del tamburo e il percussore. La canna lungo 48 mm è in realtà un’anima in acciaio inserita in un mantello di alluminio. 

Ruger LCR .38 Special 
Ruger LCR è un revolver da difesa personale, i sistemi di mira quindi sono rigorosamente fissi

Nel Ruger LCR i pesi sono distribuiti come segue: 87 g per il castello in alluminio, 130 g per il tamburo in acciaio e 171 g per l’elemento in polimero, al quale si collegano tutta la meccanica di scatto e chiusura e l’impugnatura Hogue, che da sola pesa 55 g. Il tamburo è in acciaio inossidabile rivestito di materiale duro. Per risparmiare peso, le scanalature si estendono a circa due terzi della lunghezza del tamburo, che al primo sguardo appare davvero fragile, tuttavia il calibro a corsoio indica uno spessore di parete minimo di 1,60 e 1,70 mm. Un “vero” revolver tascabile come questo LCR dispone naturalmente di cane interno al castello. Lo scatto è del tipo DAO (Double Action Only) cioè in sola doppia azione. E poiché questo tipo di armi per difesa personale è usato anche per il tiro a breve distanza, il tiratore dispone di una rudimentale tacca di mira davanti alla quale si trova il mirino a rampa piatto. La parte inferiore in materiale plastico presenta due piccole particolarità. La prima: alcune parti della chiusura accanto al percussore portano un rivestimento in teflon (nome scientifico: politetrafluoroetilene, acronimo: PTFE), che limita l’attrito del processo di chiusura.

Ruger LCR .38 Special 
Tramite il lucchetto in dotazione, Ruger LCR è al sicuro dagli usi non autorizzati: basta inserire il robusto arco in una camera e chiuderlo
Ruger LCR .38 Special 
Detective Special dispone di impugnatura Barami Hip Grip, agganciata all’arma con un raccordo a forcella

Soluzione originale: per la manutenzione ordinaria è possibile smontare il revolver, non senza difficoltà. L’asse del percussore viene spinto verso l’interno sul lato destro dell’arma estraendo la manopola più grande sul lato opposto. Attraverso l’apertura di destra, ormai libera, si può procedere alla pulizia e lubrificazione dell’arma. Ma questo lo sa solo chi capisce l’inglese. Il revolver Ruger non possiede istruzioni di assistenza in lingua tedesca. Separando l’impugnatura Hogue Tamer in gomma con smorzatore supplementare dalla sua parte posteriore, si scopre una serratura di blocco integrata nell’estremità dell’impugnatura. 

Quando è “chiusa”, il percorso verso il basso dell’asta del cane è bloccato e non è più possibile tirare completamente il grilletto. Peraltro questo blocco ha certamente soprattutto la funzione di sicura per il trasporto, sotto stress ne risulta tuttavia un armeggio che fa sprecare tempo. La chiave dispone di una funzione supplementare come cacciavite, al fine di allentare o rimuovere la vite di fermo dell’impugnatura in gomma. Più pratico si dimostra invece il lucchetto del ponticello, sempre compreso nella dotazione, da inserire attraverso una delle camere cartucce.

Ma il vero problema è un altro: che cosa ha impedito di sottoporre al test il modello LCR per confrontarlo con gli altri a cane coperto? Al momento della chiusura del servizio non eravamo riusciti ad avere una Smith&Wesson Bodyguard, ecco tutto.  

Ruger LCR .38 Special 
Taurus CIA Titanium con canna compensata

Ciò ha impedito la partecipazione del modello corrispondente della storica casa del Massachusetts. Restano i due modelli Taurus con i suoi modelli CIA. La denominazione dei modelli richiama ovviamente l’agenzia dei servizi segreti americani, la “Central Intelligence Agency”. Il primo presenta il telaio in acciaio; il secondo è in lega di titanio e dispone di un totale di sei fori di compensazione disposti in doppia fila sulla volata. Al trio si è unito un classico Colt Detective Special, che per motivi di equità ha sparato solo in doppia azione.

Ruger LCR .38 Special 
Il mirino del LCR è montato su una rampa
Ruger LCR .38 Special 
Modello: Taurus 850 CIA; calibro: .38 Special; capacità: 5 cartucce; misure (L/P/A): 166x34,1x109 mm; lunghezza canna: 2” (51 mm); peso: 662 g; scatto: DAO, 6500 g; materiali: acciaio; organo di mira: scanalatura di mira, mirino a rampa; finitura: nero lucido. Realizzazione: impugnatura in gomma, serratura di blocco

Un problema di molti revolver tascabili sono gli organi di mira rudimentali. In buone condizioni di luce, i minuscoli mirini disturbano poco il tiro mirato (LCR 3,80x1,50/CIA 3,20x1,35/Detective 3,40x1,36 mm). Se però si tratta di prendere la mira rapidamente, i ritardi di tempo sono inevitabili, in quanto l’occhio necessita di una “fase di orientamento”. In condizioni di luce sfavorevoli o con un bersaglio su sfondo scuro, è tutta questione di fortuna.

Occorre inoltre considerare che con l’età la vista si indebolisce, rendendo ancora più difficile distinguere le tacche sul mirino in nero su nero. 

Tuttavia, per il menzionato tiro istintivo, a corta distanza in situazione di emergenza, oppure per impallinare una trappola per animali, un organo di mira non è particolarmente necessario. Più importante invece è il buon movimento dell’otturatore in DAO. Qui Ruger mostra ai concorrenti le possibilità della tecnica. Ciò naturalmente è anche merito del peso di scatto, 4420 g, del suo DAO, che risulta ancora minore “a percezione”. Ruger associa alla sua “Friction Reducing Cam” brevettata un dente di aggancio del grilletto dalla lavorazione accuratissima. A questo proposito, sia Taurus sia CIA danno l’impressione che il grilletto colpisca proprio la parte posteriore della guardia prima di far partire il colpo. Naturalmente non è così, ma inizialmente risulta un po’ irritante.

Colt Detective
Il vecchio, ma sempre valido revolver Colt Detective, qui con guancette Barami

La precisione del Ruger, unito ai colpi Hornady Custom 140 grani JHP/XTP, ha prodotto la rosata più piccola, appena 32 mm. Inoltre il ritmo dei proiettili Hornady si è dimostrato quello meno oscillante tra tutti i campioni considerati. Malgrado ciò, al conteggio finale il revolver LCR con un valore medio di 68 mm si è classificato solo al secondo posto nella classifica di precisione. Il primo posto è stato assegnato al CIA in acciaio, con il suo valore di scatto troppo alto di 6500 g abbondanti. Il risultato di precisione: 57 mm. Dalla distanza di 15 m, solo il “nonnino” Colt Detective Special ha tirato praticamente a punto. Il Ruger era in media 100 mm troppo in basso con una deviazione laterale supplementare di intersezione di 60 mm.

Il Taurus CIA con i fori di compensazione ha prodotto tiri troppo bassi di 50 mm, il fratello di 100 mm. Malgrado il compensatore, tutti i revolver si sono comportati in modo molto simile per quanto riguarda la velocità del proiettile. Come cessione di energia all’impatto, il Ruger LCR ha raggiunto il valore più elevato, con 238 Joule alla volata. Gli altri tre variavano tra 224 e 236 Joule. 

Ruger LCR .38 Special 
Davvero poco pratico: sotto l’impugnatura del Ruger è presente una serratura, la cui chiave serve anche come cacciavite per il fissaggio delle guancette dell’impugnatura
Ruger LCR .38 Special 
L’impugnatura del Ruger, molto pratica (a destra). Sopra quella del Taurus CIA, sotto quella del Colt. Il modello Detective Special dispone inoltre di adattatore Pachmayr per ridurre il rilevamento

Appare veramente superfluo il compensatore a sei fori del CIA: avrebbe forse ancora senso in un 357, per il .38 Special no. Tirando a due mani, tutti i revolver sono risultati ben controllabili sia al rilevamento alla volata sia al rinculo. Anche un tiratore non addestrato ottiene quindi buoni risultati. Nel tiro con una sola mano, le varianti più pesanti Colt Detective e Taurus CIA acciaio sfruttano indubbiamente il proprio vantaggio di peso, 228 g. Le loro volate deviano meno dalla linea di mira rispetto a quelle di CIA e LCR.

Un certo “abbagliamento” è tuttavia inevitabile. A volte lampeggia violento, ma non solo davanti alla volata. E nel Ruger un gap al tamburo di 0,25 mm pieni ha dato il proprio contributo a una temporanea “cecità”.

Le impugnature dei modelli Taurus sono buone, quella del  Ruger è ottima. Permette una presa sicura sia a mani piccole sia di media grandezza. “Zampe” molto grosse in questa classe hanno sempre qualche problema. Il timing della LCR si dimostra ben udibile con un doppio clic: clic 1, quando il dente di blocco esce dal castello e va a urtare il tamburo, clic 2, quando si innesta nella gola del tamburo immediatamente prima della partenza del colpo. In posizione di tiro a due mani, ciò permette di mettere a segno colpi molto ravvicinati. Con un po’ di addestramento, la velocità del colpo può essere incrementata senza gravi perdite nella precisione di intersezione. E come si presenta il Ruger allo smontaggio necessario per la pulizia? Per la manutenzione ordinaria, non è necessario separare plastica e alluminio del castello. In caso di necessità, tuttavia, lo smontaggio con due viti torx non dà problemi. C’è tuttavia una trappola, lo smontaggio è più complicato degli altri modelli Ruger, che presentavano un gruppo di scatto estraibile verso il basso. Al test, in ogni caso, andava regolarmente persa la piccolissima molla di guida del dente di blocco del tamburo. Un altro inciampo: le due viti torx richiedono al montaggio una coppia determinata per tenere con sicurezza. Anche per questo, il consiglio ai dilettanti privi di strumenti opportuni ed esperienza è: giù le mani!

Ruger LCR .38 Special 
I risultati di tiro delle armi a confronto

Conclusione. Il mix di materiali del castello del Ruger è innovativo, ma non rivoluzionario come promesso dalla pubblicità. Il revolver tascabile LCR, malgrado l’impiego della plastica, non risulta neppure il più leggero.