Lionheart Vulcan 9, una pistola semiautomatica non convenzionale, che viene da lontano

I nostri lettori si saranno accorti che una delle tendenze più definite nel mercato delle pistole semiautomatiche americane è quella di clonare di fatto l’archetipo Glock, che ormai conta oltreoceano un piccolo esercito di modelli sviluppati da aziende piccole e grandi, avvantaggiate anche dal fatto di poter impiegare senza alcun problema la maggior parte di componenti e parti compatibili con quelle della pistola austriaca.

Altre aziende invece decidono un approccio decisamente più originale per farsi conoscere, come nel caso della Lionheart Industries, fondata nel 2011 e con sede a Winder, in Georgia. La pistola che propongono infatti, ha origini lontane nel tempo e nello spazio: parliamo di più di diecimila chilometri di distanza e quasi trentacinque anni. La base della loro Vulcan 9 è infatti la pistola sudcoreana Daewoo DP-51, un’arma che ha equipaggiato l’esercito di Seoul per più di 25 anni e che si è distinta per le sue eccellenti e inedite qualità. La DP-51 è stata importata per anni negli USA con il nome di K5 da diversi distributori. Nel 2011 con la nascita di Lionheart Industries che collabora direttamente con la Daewoo, la pistola ribattezzata LH9 e ancora prodotta in Corea viene sottoposta a un primo ventaglio di modifiche estetiche e funzionali (mire, fresature di presa, slitta Picatinny ecc.) per renderla più adatta ai tempi e alle esigenze del mercato ma senza snaturare il progetto originale. Nel 2016 la produzione della pistola LH9, che nel frattempo è stata ulteriormente modificata e raffinata, viene trasferita negli USA, e viene rilanciata sul mercato con il nome di Regulus.

Il lato destro della Lionheart Vulcan 9 in versione Shadow, equipaggiata con ottica mini-reflex Trijicon RMR.
Il lato sinistro della versione Combat, con canna da 109 millimetri. Si noti la particolare forma della sicura sul fusto, imperniata in avanti.

La Lionheart Vulcan 9: una semiautomatica che arriva da lontano

L’ultima incarnazione del progetto originale si chiama ora Vulcan 9 ed è disponibile in quattro varianti. La caratteristica principale, mantenuta dall’arma originale, è il sistema di scatto che all’epoca fu definito a “tripla azione” mentre oggi il produttore lo chiama “Double action+”. Si tratta di una variante dello scatto ad azione mista piuttosto interessante. Una volta camerato il colpo, il cane, che si trova in posizione armata, può essere abbattuto semplicemente spingendolo in avanti, in posizione di riposo. In caso di necessità per sparare sarà sufficiente premere il grilletto per riarmarlo e provocare la partenza del colpo, con una lunghezza della trazione simile a quella necessaria in doppia azione, ma un peso di sgancio da azione singola.

Una insolita vista inferiore per la versione Shadow. Si noti che all’interno della base del caricatore c’è lo strumento per regolare gli organi di mira.

La Lionheart Vulcan 9 è costruita attorno a un fusto alluminio 7075 che ospita un caricatore bifilare dalla capacità di 15 colpi in calibro 9 Luger (9x19). Il carrello è in acciaio con fresature di presa anteriori e posteriori, rifinito con un rivestimento PDV che lo rende particolarmente resistente all’abrasione e agli elementi. La Vulcan 9 monta organi di mira meccanici compatibili con quelli della SIG Sauer P365 su tutte le versioni. Le varianti Shadow e Combat sono predisposte per il montaggio diretto dell’ottica Mini Reflex, con un’impronta che si adatta all'Holosun 407k/507k, allo Shield RMSc, al Trijicon RMRcc, al SIG RomeoZero Elite e ad altre ottiche che utilizzano la stessa base.

La struttura del fusto della Vulcan 9 non prevede dorsalini intercambiabili, ma le guancette in G10 sono state studiate attentamente per offrire all’utente la massima ergonomia: quella sinistra è sagomata con un pronunciato appoggio per il pollice che consente al tiratore di esercitare una pressione verso il basso sul fusto e di controllare l'inclinazione della canna. Le guancette sono state sagomate modo da concentrare l'attenzione dell’utente sul posizionamento del pollice per la massima efficienza durante la ricarica, riducendo al contempo lo spessore nelle aree chiave per adattarsi ai tiratori di tutte le dimensioni della mano. Di fatto le guancette occupano la maggior parte dei lati del fusto e si estendono fino alla slitta Picatinny sul dust cover. Le guancette sono disponibili anche in versione mancina, su richiesta. Per aumentare l’ergonomia si è lavorato anche sulla forma del grilletto, definito “J trigger” che presenta una superficie piatta e il tratto inferiore piegato in avanti che offre un punto di riferimento immediatamente ripetibile.

La sicura della Vulcan 9 è ambidestra sul fusto, posizionata con il perno di basculaggio in avanti, subito davanti all’elsa che impedisce alla mano dell’utente di avvicinarsi troppo al carrello che arretra. Il pulsante di sgancio del caricatore è reversibile mentre la leva di sblocco del carrello è solo sul lato sinistro. La struttura della pistola è tutto molto razionale, e si discosta abbastanza da quella della “glockalike” tanto in voga oggi.

La Vulcan 9 viene fornita con due caricatori bifilari da 15 colpi, realizzati dall’italiana Mec-Gar. I caricatori sono dotati di una base in alluminio lavorato di prima qualità. Alla base del caricatore della versione Vulcan 9 Shadow c’è un alloggiamento integrale che alloggia l'attrezzo di regolazione del mirino Multitasker Nano² fornito in dotazione.

Le versioni della Lionheart Vulcan 9

Per il momento la pistola Lionheart Vulcan 9 è disponibile in solo calibro 9x19 nelle versioni Anode, Ember, Combat e Shadow. La Anode si distingue per il fusto con finitura anodizzata e carrello nitrurato, la Ember ha una finitura ceramica Cerakote di fusto e carrello, in una piacevole tonalità colore bronzo. Il modello Shadow, che è quello predisposto per l’ottica ha una finitura PVD grigia delle parti in metallo, mentre la Combat è rifinita in Cerakote opaco, sempre in una tonalità di grigio intermedio. Altro tratto distintivo di quest’ultima versione è la canna che misura 4,3 pollici (109 mm) e sporge dalla parte anteriore del carrello. La volata è filettata per potervi montare un eventuale silenziatore ed è protetta da una ghiera. Tutte le altre versioni montano invece una canna lunga 3,7 pollici, pari a 94 millimetri. La lunghezza della pistola in versione Standard è di 175 millimetri (6,9 pollici) mentre quella con canna lunga misura 190 millimetri. Il peso del modello standard è di 793 grammi con il caricatore vuoto. I prezzi negli USA vanno dai 1299 dollari della versione Anode ai 1699 della Combat. Considerate che nel momento in cui scriviamo il valore di euro e dollaro è quasi lo stesso.

La variante Ember si distingue per la finitura Cerakote di colore bronzo. Si noti la grande estensione delle guancette in G10.

Lionheart Vulcan 9: scheda tecnica e prezzo

Produttore: Lionheart Industries (USA)

Modello:

Vulcan 9

Calibro:

9 mm Luger

Capacità:

15 + 1 cartucce

Lunghezza canna:

94 mm o 109 mm

Mire:

tacca registrabile, mirino fisso

Fusto:

alluminio

Sicure:

manuale sul fusto

Lunghezza:

175-190 mm

Peso:

793 grammi

Prezzo:

a partire da 1299 dollari (negli USA)

In conclusione, da appassionati di armi possiamo solo rallegrarci vedendo che almeno nei prolifici USA ci sono aziende che non si limitano a produrre cloni di Glock o 1911. La presentazione Lionheart Vulcan 9 ci ha permesso di parlare di una pistola poco nota in Italia (dove comunque fu importata e catalogata in calibro 9x21) ma non priva di certe qualità. Certamente la Vulcan 9 farà la felicità di chi tutto sommato ama ancora dettagli considerati un po’ demodé come il cane esterno, la sicura sul fusto, e soprattutto la costruzione tutta in metallo, ma non vuole rinunciare al comfort di una pistola equipaggiabile con il punto rosso.

Come sempre ci chiediamo se vedremo mai una Vulcan 9 nelle vetrine del nostro paese. Forse no, ma non è detto. A noi piacerebbe molto provarla.


Per saperne di più visitate il sito della Lionheart Industries.

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