Korth Sport

Korth .357 Magnum 
Il nome Korth è scritto con assoluta precisione
Korth .357 Magnum 
Il tamburo ha anche un fermo anteriore; il foro serve per regolare la tensione della molla

Dotato di una meccanica particolare e specifica, il revolver Korth ha una doppia azione invidiabile, lo scatto di qualità match e finiture che, al giorno d’oggi, possono essere giudicate semplicemente incredibili. In questo i revolver Korth si confermano come gli unici prodotti industriali contemporanei all’altezza delle armi di pregio dei primi del Novecento. Naturalmente la qualità si paga, per cui il prezzo non precisamente alla portata di tutte le tasche ha in qualche modo frenato la diffusione dei revolver della Casa tedesca. Ma d’altra parte la ristretta produzione ha consentito di mantenere invariata nel tempo la qualità, che si è poi riflessa anche in una interessante pistola semiautomatica. La quale condivide con la Sokolowsky e la Korriphila la palma di semiautomatica meglio finita e più interessante meccanicamente realizzata nell’ultimo quarto del secolo scorso.

Dalla patria delle Mercedes e delle BMW, d’altra parte, era legittimo aspettarsi un alto livello di qualità, che in Korth è ottenuta con il semplice sistema di rifiutare ogni materiale o procedimento tecnico che possa portare a un prodotto inferiore. Parliamo quindi di materiali selezionati, progetti specifici e accurati, una finitura entusiasmante e controlli strettissimi.  

Korth .357 Magnum 
Il pistoncino che consente lo smontaggio del tamburo
Korth .357 Magnum 
Sul lato opposto al pistoncino, la fessura da cui fuoriesce il fermo del tamburo

Tutte le parti del revolver Korth sono in acciaio speciale, con l’unica eccezione delle guancette. Tutti i componenti importanti, ivi compresa la piastrina laterale che copre la meccanica, sono ricavati dal pieno per fresatura. Occorrono quasi 600 diverse operazioni per portare a termine un revolver. Gli stessi componenti sono trattati termicamente per raggiungere una durezza di 60 Rockwell C, generando quindi un’aspettativa molto elevata per quanto attiene alla vita utile dell’arma. 

Il trattamento finale è quello di cianurazione, che crea una superficie di durezza eccezionale senza inficiare la resilienza del pezzo. Non solo, quindi, la finitura è di grande qualità, ma anche la sua durata è garantita nel tempo. In pratica il pezzo così trattato ha una durezza superficiale comparabile a quella di una lima, senza peraltro manifestare una fragilità “vetrosa”. Non sono cianurate, purtroppo, le teste delle viti, per cui lo smontaggio e la regolazione del peso di scatto richiedono una particolare attenzione.

Korth .357 Magnum 
Le incisioni sono realizzate a laser con estrema precisione
Korth .357 Magnum 
La tacca di mira è regolabile in altezza e deriva
Korth .357 Magnum 
Per aprire il tamburo cʼè una leva a destra del cane

Delle 600 operazioni citate, solo un terzo è dovuto a lavorazioni meccaniche. La rimanente parte è aggiustaggio e finitura manuale. Ogni componente mobile è assemblato, aggiustato e finito da operai esperti. Se la perfezione non è di questo mondo, i prodotti Korth comunque ci si avvicinano parecchio. La manipolazione non rivela nessun gioco e l’esame dei componenti interni conferma l’eccellenza della costruzione. Il fusto è fresato a partire da un forgiato in acciaio 16 MnCr5, probabilmente il migliore per questo tipo di costruzione. La lavorazione avviene con macchine di precisione a controllo numerico; il risultato di questo genere di operatività si vede esaminando la giunzione della piastrina al fusto, a malapena visibile. Naturalmente, dopo i trattamenti termici, le lavorazioni all’utensile non sono più possibili, per cui gli stadi successivi sono eseguiti con mole sagomate da rettifica.

La canna di tutti i modelli è rigorosamente cilindrica e lavora in trazione. Forse è su questo tipo di assemblaggio che si fonda la tradizionale precisione di questi revolver come quella, per chi li ricorda, dei revolver Dan Wesson.  Le canne, ovviamente, sono disponibili in molteplici misure, da 3 a 6 pollici. Sono forgiate a freddo e hanno un lungo cono di raccordo con la rigatura, con la conseguenza di un intaglio molto progressivo che assicura, anch’esso, una lunga durata.

Korth .357 Magnum 
Il tamburo ha il counterbore integrale

Costruiti il fusto e la canna, assemblati e aggiustati a mano i pezzi, inizia la lunga opera di finitura. Le operazioni che la compongono costituiscono di per sé una specializzazione armiera che non si impara sui testi, ma che solo la lunga esperienza consente di acquisire. La finitura è in due tempi. Una prima passata porta già a superfici migliori di tutte le altre armi industriali, mentre la seconda passata realizza la pulitura a specchio.

Korth .357 Magnum 
Il tamburo separato dallʼarma

A essa può far seguito la brunitura o una finitura al plasma, con deposizione di uno strato di titanio preceduta da una pallinatura finissima per satinare le superfici già perfettamente finite. Tutto il processo è lungo e delicato e richiede l’opera di cinque diversi specialisti. 

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La vite sul giogo regola il ritorno del grilletto
Korth .357 Magnum 
La canna è montata allʼinterno di un manicotto e lavora in trazione
Korth .357 Magnum 
Lʼasse del tamburo scorre in un foro ellittico e fa da riferimento per la posizione della stella

Va considerato che i revolver Korth sono prodotti su ordinazione per cui, non avendo rimanenze di magazzino, queste armi non sono prodotte come pezzi commerciali, ma con l’attenzione che può essere dedicata a un fucile fine. La produzione globale lo consente, visto che dalla fabbrica escono da 130 a 160 armi l’anno, di cui oltre il 90% custom. Un vocabolo che parrebbe non avere senso su una produzione di questo livello, ma che si riferisce a incisioni, dorature, rimessi in oro o in argento, impugnature in legni esotici o in avorio. Il tutto è spedito ai quattro angoli del mondo.

Da un punto di vista meccanico, le peculiarità dell’arma si rilevano già al primo esame. La stella è magistralmente eseguita e non è fissata al tamburo per mezzo delle due tradizionali spinette caratteristiche di altri sistemi meccanici. In questo caso l’albero del tamburo, al quale la stella è assicurata, ha una fresatura che lo accoppia perfettamente al foro sagomato in cui esso scorre. Poiché la fresatura è realizzata trattenendo il pezzo su una particolare maschera, ogni albero, e per conseguenza ogni stella, ha sempre lo stesso riferimento. Si evitano quindi quei giochi tra stella e tamburo che nelle meccaniche classiche vengono recuperati per opera di un preparatore competente. 

Il tamburo è smontabile per consentire una accurata pulizia individuale della camere. All’uopo è predisposto un pulsante che protrude dal lato destro dell’arma; l’operazione è agevole e velocissima. La parte del tamburo che entra nel fusto – il giogo – contiene una molla che può essere caricata da una vite e che serve a regolare il fermo del tamburo, nonché il ritorno del grilletto.

Lo scatto è regolabile, con un sistema che francamente poteva essere migliore, o quantomeno di minor complicazione. Una molla a spirale, la cui tensione può essere regolata per mezzo di una vite, preme sul grilletto e consente quindi di variarne la resistenza. 

La vite agente sulla molla è bloccata in posizione da una controvite. Questo richiede che la regolazione del peso di scatto sia effettuata con l’uso di due cacciaviti. Si allenta la vite di fermo, si regola la tensione della molla a spirale e, tenendola in tensione, si blocca la vite di fermo. 

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Lo scudo del tamburo

Una terza mano sarebbe utile per l’operazione, che per essere umani normali, dotati cioè delle sole due mani che costituiscono la dotazione standard, prevede che si usi una morsa per tenere il revolver durante l’operazione. Inoltre, poiché le teste delle due viti, come si è detto, non sono cianurate, la possibilità di rovinare il taglio di una delle due, quella che corrisponde al cacciavite azionato dalla mano debole, è sempre in agguato. Su un’arma con queste finiture anche un piccolo segno diventa immediatamente visibile.

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Per mezzo della vite brunita si regola il peso di scatto
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Le guancette in noce rimosse dal revolver
Korth .357 Magnum 
La cartella smontata

Il tamburo è dotato di counterbore integrale, il suo fermo è sagomato in modo tale da lasciare una traccia minima. La tacca di mira, di minimo ingombro, è di tipo Sport, regolabile in altezza per mezzo di una vite e in derivazione con due viti contrapposte. La regolazione non è semplice, ma il tipo di uso non prevede che essa sia cambiata spesso. D’altra parte, volendo, è possibile richiedere alla Casa una tacca regolabile a click in entrambe le direzioni. Il mirino è sagomato per non impigliarsi e non dà luogo a riflessi indesiderati.

La cura costruttiva di questo revolver, dal punto di vista meccanico, appare immediatamente non appena si rimuovono le guancette. Le quali, ovviamente, sono sagomate in modo tale da consentire l’uso di uno speedloader. Sotto le guancette, all’interno del calcio, appare la molla cinetica che non è, come tradizionalmente avviene, avvolta intorno a un’asta guidamolla. È contenuta in un tubo telescopico superbamente finito. La soluzione è molto costosa ma ha un motivo specifico. In effetti, per quanto la molla possa essere intestata alle estremità, il suo diverso orientamento rispetto al proprio asse potrebbe modificare le caratteristiche percepite dello scatto. Tutti sappiamo che uno scatto non si compone solo dei due piani di sgancio. Per ottimizzarlo, occorre intervenire su tutti i componenti della catena cinematica, tra cui la molla. 

Korth .357 Magnum 
La meccanica Korth esposta

Con la soluzione adottata da Korth questo non è necessario: qualunque orientamento della molla non modificherà la sensazione allo scatto. Per procedere ulteriormente con lo smontaggio, il tubo esterno ha un foro nel quale va inserita una spina, contenuta all’interno delle guancette. Rimossa la molla e rimossa la piastrina, si accede alla meccanica. Va subito detto che questo revolver, unico nel suo genere, non ha perni che siano assicurati al fusto. Quando vi sono, possono porre dei problemi. Nel senso che qualche smontaggio non del tutto accurato, o semplicemente non eseguito da un armaiolo competente, potrebbe modificare l’ortogonalità dei perni rispetto al fusto. 

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La molla cinetica è inserita in un guidamolla telescopico
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Il grilletto con il rullino per la doppia azione
Korth .357 Magnum 
Grilletto, rullino, fermo del tamburo e punto di aggancio della molla

Basta una piccola inclinazione rispetto alla normale perché cambi l’orientamento dei componenti della catena di scatto. La conseguenza sarebbe che il contatto dei piani di scatto non potrebbe più avvenire sull’intera superficie, con tanti saluti alla qualità dello scatto, per quanto sapientemente preparato. In questo caso, sfruttando al meglio le caratteristiche della lavorazione a controllo numerico dei componenti principali, le estremità dei perni sono alloggiate in appositi fori, di cui una buona parte è imbussolata. 

La posizione reciproca dei fori è garantita dalla precisione costruttiva; i componenti della catena di scatto avranno quindi sempre la stessa reciproca posizione. Uno scatto preparato dalla fabbrica non avrà mai bisogno di essere sistemato. La catena di scatto è particolare. A differenza delle altre meccaniche, il dente inferiore serve per la doppia azione e quello superiore, costituito dall’appendice inferiore del saltarello, per la singola.


Il grilletto è ovviamente munito di trigger stop regolabile, la corsa in singola è brevissima e lo sgancio è perfettamente prevedibile. Per la dolcezza della doppia azione, essa è azionata da un rullino posto all’estremità superiore del grilletto. L’inconveniente del sistema è che quando il cinematismo arriva la punto morto superiore è instabile. Premendo il grilletto per ottenere il massimo inarcamento del cane, e quindi rilasciandolo, il cane non ritorna dolcemente alla posizione iniziale ma si abbatte con decisione provocando lo sparo. Poiché tuttavia quello descritto è un esercizio puramente teorico l’inconveniente è del tutto irrilevante rispetto al vantaggio di una doppia azione davvero eccezionale. 

Roberto Palamà, comunque, ha già applicato alcune modifiche su altri revolver Korth abolendo il cilindro senza inficiare la qualità dell’azione. I perfezionisti, dunque, possono avere un revolver privo della caratteristica citata. Per quanto irrilevante nella pratica, può dar fastidio sapere che c’è. 

Korth .357 Magnum 
Il cinematismo di scatto
Korth .357 Magnum 
Il cane ha corpo piano-parallelo ed è molto ben lavorato
Korth .357 Magnum 
La leva di apertura smontata. Per il modo di inserimento della molla, è difficile perderla
Korth .357 Magnum  
Il fermo del tamburo in posizione. Lʼarma è pressoché nuova, grasso e olio sono ancora quelli di fabbrica
Korth .357 Magnum 
La molla a spirale che regola il peso dello scatto

Il fermo del tamburo è spinto da un pistoncino caricato dalla molla contenuta nel giogo del tamburo. Le tolleranze costruttive sono tali che il revolver esaminato, che è stato usato senza essere stato mai aperto e pulito all’interno, è ancora in condizioni tali da far apprezzare il notevole livello di finitura delle parti non visibili. In sostanza, si tratta di un’arma che può rendere felice l’amatore di oggetti di pregio, senza paragone alcuno con le altre armi reperibili sul mercato. Un oggetto curatissimo e affidabile che non può essere inserito in alcuna categoria, perché in sé rappresenta la categoria Korth, non comune ad alcun altro revolver.

 

 








Scheda Tecnica

Costruttore: Korth Germany GmbH Präzisionswaffen, Robert-Bosch-Str. 11 23909 Ratzeburg

Tel: 04541 / 840363

Calibro: .357 Magnum

Azione: mista

Lunghezza canna: 6”

Colpi nel tamburo: 6

Mirino: Patridge

Tacca di  mira: tipo sport

Finitura: satinata al plasma

Materiali: acciai speciali, legno