Nel 1980, lʼazienda di Deutsche-Wagram, città della bassa Austria, di proprietà dellʼingegner Gaston Glock, che fino ad allora aveva prodotto per le Forze Armate locali soprattutto strumenti dʼutilità e armi da taglio, brevettava la sua prima pistola semiautomatica: denominata P.80, avrebbe vinto immediatamente la gara dʼappalto per rimpiazzare le vecchie Walther P.38/P1, Browning High-Power e Colt M1911-A1 ancora in uso presso tutte le branche del governo austriaco, e sarebbe entrata in servizio nel 1982, mentre nellʼanno successivo il Dipartimento della Difesa USA ne avrebbe valutato non ufficialmente lʼadozione.
Questa pistola, commercializzata come Glock 17, immediatamente riconoscibile per la sua foggia squadrata, con un caricatore da diciassette colpi cal.9x19mm, culatta piatta senza cane esterno con scatto in “azione sicura” (doppia azione leggera con percussore interno), sicura al grilletto e fusto in tecnopolimeri, al suo lancio fu causa di grande stupore e sensazione, per un sacco di ragioni, giuste e sbagliate. Molti cosiddetti “esperti” arricciarono il naso di fronte a un'arma col fusto in plastica, sebbene non fosse la prima (essendo stata preceduta, oltre dieci anni prima, dalla Vp70 della tedesca Heckler&Koch), e un numero altrettanto elevato di altrettanto cosiddetti “esperti” montò una campagna allarmista basata sul pericolo che “la pistola di plastica che passa attraverso i metal-detector” potesse diventare l'arma preferita dei terroristi di tutto il mondo.
In effetti, lʼarma preferita lo diventò... ma delle Forze dellʼOrdine, delle unità speciali militari, e di un numero incalcolabile di tiratori civili. Le sue altissime qualità intrinseche di precisione e affidabilità, l'elevato livello di sicurezza del sistema e l'alta capacità del caricatore resero la Glock 17 estremamente popolare ovunque fu lanciata. Negli anni 1990 al modello 17 si aggiunse unʼintera panoplia di varianti full-size, da competizione, compatte e sub compatte nei calibri .40-Smith&Wesson, .45-ACP, .357-SiG e persino .380-ACP (9 Corto). Agli inizi degli anni 2000 le pistole Glock erano le più famose, diffuse e usate al mondo; e tutto ciò senza aver mai subito modifiche alla meccanica e solo pochi miglioramenti al disegno e allʼergonomia generali del fusto.
In effetti sotto questo punto di vista non si può esattamente accusare la Glock di inerzia; il sistema con percussore interno e scatto in “azione sicura” ha dimostrato tutta la sua validità ed è divenuto nel corso degli anni talmente popolare che un numero semplicemente infinito di compagnie concorrenti, da Walther a Smith&Wesson, da Ruger a Taurus, fino alle più recenti HS e Caracal, vi si sono ispirate apportando quelle medesime modifiche, che ora per la casa-madre avrebbe poco senso inseguire.
La Glock è divenuta dunque un “classico moderno”, come la veneranda 1911: tanti anni sulla cresta dell'onda sostanzialmente intoccata nei fondamentali. Tantʼè che già nel 1999 la Glock festeggiava i due milioni di esemplari prodotti; nello stesso anno circa un decimo di quella cifra era circolante nei soli USA, in particolare nelle mani degli agenti di Polizia delle più importanti aree metropolitane, e delle agenzie Federali, che pressoché unanimemente hanno adottato le Glock 22 e 23 in calibro .40 in sostituzione dei modelli precedenti, persino delle svizzere SIG-Sauer di comprovatissima affidabilità.
Dal 2009 in poi le Glock subivano un ulteriore restyling esterno: in quellʼanno una serie veniva commercializzata con carrello RTF2, munito di nuove scanalature laterali con maggiore presa; lʼanno successivo i modelli più voluminosi (Glock 20 in 10mm-Auto e Glock 21 in cal.45-ACP) venivano commercializzati in versione short-frame, in pratica “accorciati” al livello di lunghezza massimo della Glock 17 standard in 9 mm; e nel 2011 lʼintera gamma veniva ridisegnata come Gen.4, con significative migliorie all'ergonomia del fusto, e impugnatura con dorsalini intercambiabili.
Nel 2012 continua la riconversione in Gen.4 della gamma. Se le versioni in 9 mm e 10 mm, le più vendute negli USA, sono state lanciate con il fusto ridisegnato già nel 2011, allo SHOT Show del gennaio 2012 saranno proposti i nuovi modelli Glock 21 (.45-ACP), Glock 32 (.357-SiG) e Glock 34 (9 mm con canna lunga compensata, da competizione) con fusto di “quarta generazione”.
Entro il 2012, lʼazienda austriaca si aspetta di aver applicato i cambiamenti a tutti e ventiquattro i modelli della linea.
Il 2012 coincide inoltre con il 25° anniversario della commercializzazione delle pistole Glock negli Stati Uniti, e incidentalmente anche col 125° anniversario della Statua della Libertà, donata dalla Francia agli USA il 28 ottobre del 1886, con la costruzione iniziata oltre un decennio prima, in occasione del centenario della Dichiarazione dʼIndipendenza.
Per festeggiare questʼanniversario multiplo, il pezzo forte della tradizionale asta dʼarmi dello SHOT Show sarà la Statue of Liberty Glock, un pezzo unico, proveniente direttamente dalla collezione personale di Gaston Glock. Si tratta di una Glock 22 in calibro .40-Smith&Wesson, modello che meglio di altri rappresenta gli USA in quanto camerato per un calibro “tipicamente americano” ed essendo inoltre lʼarma dʼordinanza pressoché unificata della maggior parte delle agenzie Federali (FBI, ATF, DEA, U.S. Marshals, Secret Service, ecc.). Si tratta della prima Glock prodotta in Gen.3, ovvero con impugnatura munita di scanalature ergonomiche per le dita e rotaia per accessori sotto il dust cover. Il carrello della Statue of Liberty Glock è finemente inciso a mano e porta sul castello superiore l'effigie di Lady Liberty. Lʼasta avrà termine il 20 gennaio, e le offerte potranno essere piazzate anche online. Il prezzo base, per chi fosse interessato, parte da 6000 Dollari USA.