Affermare che DR15 Custom si limita a personalizzare armi basate sulla piattaforma AR15 è quasi un’eresia. Diego Ruina costruisce, e non assembla semplicemente, ogni arma da lui prodotta partendo da semilavorati e da componenti selezionati. Per questo è in grado di offrire armi davvero Custom, sulla base delle necessità del cliente. In aggiunta, Diego sperimenta continuamente, osando alle volte nella realizzazione di capolavori in calibri inusitati.
Ma questa volta, da DR15 Custom proviamo in poligono la MK-9, una PCC (Pistol Caliber Carbine) su base AR nel più diffuso e popolare calibro da pistola esistente, il 9mm.
Diego ci ha messo a disposizione oggi entrambe le versioni di quest’arma: la MK-9 propriamente detta, classificata carabina e arma sportiva in categoria A7 con caricatore di capacità massima 33 colpi - si può avere la stessa arma classificata sportiva in categoria B9, con caricatore da 10 colpi - e la MK-9P (pistol) classificata arma corta comune, con il caricatore di capacità massima di 20 colpi.
Da notare che l’impostazione meccanica delle due armi è la stessa e cambia solamente la lunghezza massima e minima di canna, restano invariate le possibilità di personalizzazione per quanto concerne calciature, impugnature, astine con o senza rail o configurazioni di aggancio M-LOK, catene di scatto, tipologie e configurazione dei comandi, finiture e l’allestimento degli accessori - comprese le ottiche e gli organi di mira.
Video: DR-15 Custom MK-9 in 9mm al test
La DR-15 Custom MK-9 in dettaglio
L’arma di fatto è una Pistol Caliber Carabine su base AR-15 che impiega un Lower Receiver con pozzetto per il caricatore compatibile con lo standard GLOCK. Entrambe i semicastelli sono ottenuti per lavorazione CNC ad asportazione di truciolo da billetta in lega 7075, il semicastello superiore integra un sistema di espulsione fissa interna a lamina e un comando di hold open del gruppo portaotturatore a leva esterno.
Il funzionamento è basato su di una semplice chiusura labile Blow Back a corsa corta, in pratica la corsa che il gruppo portaotturatore (BCG) effettua nel ciclo di funzionamento è ridotta rispetto alla meccanica originale dell’ar15, anche nelle versioni in 9mm. Una scelta progettuale che permette un ciclo di riarmo più rapido per consentire al tiratore di avere serie di colpi più rapide, cosa non da sottovalutare nell’impiego sportivo.
Ho accennato nell’introduzione che Diego non assembla meramente le sue armi. E anche nella MK-9 possiamo vedere il massimo impegno nella costruzione, sia per la scelta tecnica dei componenti e dei materiali che negli accoppiamenti, nelle finiture e trattamenti. Le canne, ad esempio, sono costruite partendo da tubi rigati Lothar Walther a rigatura tradizionale o poligonale, tagliate e profilate, e sottoposte poi a trattamenti di nitrurazione. I semicastelli a seconda dei modelli possono essere forgiati o, come in questo caso, realizzati in CNC e poi rifiniti con trattamenti e finiture ceramiche PTFE. In aggiunta, è possibile richiedere incisioni e personalizzazioni… e tutto quello che può essere tecnicamente realizzato senza andare a influire sull’affidabilità e sicurezza dell’arma. La base poi può essere “vestita” con i migliori accessori sul mercato.
Impugnando la MK-9 rimango piacevolmente sorpreso della solidità e robustezza dell’insieme. Mi spiego meglio: la completa assenza di giochi tra i componenti e soprattutto tra upper e lower si sente, ed è immediatamente percepibile da chiunque maneggi abitualmente armi di tipo AR15. Con tutto ciò, le tolleranze specifiche sono ampiamente rispettate per garantire la massima affidabilità nell’impiego. La particolare finitura del coating ceramico al Teflon a marchio Top Shield usato è piuttosto piacevole al tatto; Diego ha personalizzato l’esemplare provato con un interessante motivo ad esagoni inciso a laser sulle superfici esterne. Il gruppo BCG scorre all’interno dell’arma fluidamente senza sfregamenti e rumori, anche grazie al trattamento di nitrurazione e alla finitura interna dell’upper.
I comandi sono i classici della meccanica AR15 tranne ovviamente per la forma del pulsante di sgancio del caricatore, dovuta alla geometria del bocchettone e del caricatore.
La DR-15 Custom MK-9 al tiro
Possedendo una pistola in .300BLK su base AR non ho avuto sorprese nel maneggio in bianco della MK-9; ma al tiro, le cose sono cambiate… dalla prima serie di colpi ho notato la facilità di gestione dell’arma, la velocità di ripetizione e stabilità al tiro nonostante la MK-9 provata non avesse né un freno di volata dedicato, né un buffer ammortizzato.
Lo scatto a singola fase regolabile e con corsa ridotta, specifico per le armi PCC montato, seppur di impostazione marziale per peso di sgancio, ha mostrato caratteristiche di tutto rispetto per pulizia e reset anche per uso sportivo.
Di diverso rispetto alla maggior parte delle armi AR15 e anche dei “pistoloni” su base AR è la dimensione, forma e angolo di inserimento del caricatore in 9mm da pistola compatibile Glock, che ha richiesto qualche prova per allontanarsi dalla memoria muscolare del movimento del caricatore stanag in .223/5.56.
Ho provato la MK-9 con munizioni commerciali Geco e Fiocchi con palla FMJ da 124 grani senza riscontrare nessuna incertezza o problema di alimentazione grazie alla presentazione della munizione rispetto alla camera di cartuccia ed alla conformazione della svasatura realizzata.
Anche nelle posizioni più atipiche e con un imbracciata totalmente priva di appoggio a spalla entrambe le versioni dell’arma (carabina e pistola) hanno alimentato perfettamente, anche in un ultimo test con l’arma tenuta con un mano sola inclinata sui lati e sottosopra.
La precisione di tiro non ha dato sorprese, data le canne da 5,5” e 14” ricavate da tubi Lothar Walther con rigatura poligonale – il passo di rigatura scelto in questi modelli è 1:10. Le rosate sono risultate ottime anche nel tiro rapido istintivo. La foratura reale a .355 dà la massima resa con la munizione in 9 mm, mentre la rigatura poligonale è la più indicata per la gestione di palle non blindate viste le elevate velocità raggiunte nelle canne da 14 e 16 pollici della versione PCC lunga sportiva. Per le nostre prove, la MK-9 in entrambe le versioni era dotata di un’ottica Trijicon ACOG TA44 1.5x16.
Certo, entrambe le versioni della MK-9 che ho provato sono comunque “personalizzate”, di base l’arma non ha l’accessoristica montata, nella versione base lo spegnifiamma è infatti il classico birdcage per il 9mm, con astina multirail, calcio standard M4 e scatto e finiture mil-spec; ma la precisione di costruzione, le tolleranze e la qualità complessiva sono le stesse. Chi volesse la stessa configurazione della nostra prova, con calcio regolabile ACE Socom, astina Midwest Slim MLOK, spegnifiamma HK MR 9mm, scatto Nord Arms PCC e BUIS la può richiedere… costa circa 2400 Euro; ma sapendo che la MK-9 – come del resto ogni altra arma costruita da DR15 Custom – può essere realizzata veramente “su misura”, perché accontentarsi di un allestimento ‘tipo’ piuttosto che dell’arma dei nostri sogni? Gli americani direbbero, “the sky’s the limit”, o più prosaicamente, il limite è solamente imposto dal nostro budget.
La MK-9 di DR15 Custom è consegnata in una valigetta rigida imbottita con 2 caricatori Magpul, un tampone verifica cartucce realizzato col medesimo alesatore con cui è camerata la canna, kit pulizia, safety flag, ed un bel manuale di uso e manutenzione che in realtà è un vero manuale tecnico di oltre 100 pagine ricco di illustrazioni che – sulla falsariga dei Technical Manual militari americani con suffisso “23&P” - contiene oltre ai classici disclaimer ed informazioni generali, tutti gli esplosi, la lista dei componenti, le procedure di uso ed impiego, il funzionamento e gestione degli inceppamenti, la manutenzione, pulizia e smontaggio dei modelli prodotti dalla DR-15… ovviamente, in italiano.
A mio avviso sarebbe da pubblicare a sé come libro, poiché le informazioni coprono anche la maggior parte delle armi basate sulla piattaforma AR15 e AR10 in commercio. Il prezzo di partenza indicativo dei modelli MK-9 ed MK-9P è di 1950 euro IVA inclusa.