Pistola CZ Vzor 52

Origine e storia

Quando si dovettero standardizzare le munizioni dell’ex Patto di Varsavia, non volendo adottare le armi sovietiche anche per non atrofizzare le capacità progettuali che in CZ avevano una lunga tradizione, in Cecoslovacchia fu progettata una nuova pistola: la CZ Vzor 52.

Opera inizialmente dei fratelli Jan e Jaroslav Kratochvil, che la progettarono in azione mista, l’arma superò i test militari tenutisi dal 1947 al 1951 che prevedevano, inizialmente, che il calibro fosse il 9mm Parabellum. 

Tuttavia, per motivi politici, il calibro fu poi standardizzato nel 7,62x25 comune a tutto il blocco orientale. L’adattamento alla nuova munizione avvenne ad opera di Jiří Čermák, che lavorava a Uhersky Brod. Nel corso della trasformazione l’arma perse l’originaria doppia azione ma mantenne il sistema di abbatti cane, peraltro punto debole della pistola.

Nel 1952, l’arma rivisitata e modificata fu adottata dall’esercito cecoslovacco, ricevette il nome che la contraddistingue - il nome di fabbrica era 513 - e fu prodotta in circa 200.000 esemplari in Strakonice dal 1952 al 1954. Andò a sostituire il vecchio modello 38; non il modello 1950, come comunemente si legge, perché la vz.50 non fu mai d’adozione militare.

La CZ vzor 52 rimase in servizio per circa trent’anni, quando fu sostituita dalla modello 82 in calibro 9 Makarov, ed è considerata da alcuni come la più precisa pistola militare mai costruita. 

Affermazione è probabilmente esagerata, ma sta di fatto che l’arma è almeno altrettanto precisa della SIG 210 e alla distanza canonica dei 25 metri, con le munizioni originali, sparando in appoggio può fare rosate completamente contenute nel 10 del bersaglio di pistola standard. 

La precisione, stranamente, resta immutata anche con le munizioni standard previste per le pistole e preferite, quando riuscivano a trovarne, dagli utenti iniziali che non amavano le cartucce previste per i mitra. Il motivo della precisione va ricercato nel fatto che la canna ha un solo grado di libertà, per via del peculiare sistema di chiusura adottato. 

Il sistema prende il nome dal suo ideatore, il polacco E. Stecke, che fu altresì ideatore di una mitragliatrice brevettata negli USA il 10/08/1937 (brevetto n° 2.089.671). In seguito all'invasione della Polonia ed all'inizio della II guerra mondiale, nel 1939, i tedeschi si impadronirono dei progetti di Stecke. Con la collaborazione del famoso Grunow della Großfuß AG, fu realizzata la famosa mitragliatrice MG-42. 

Il costruttore

Il nome completo della CZ è Česká Zbrojovka, che significa semplicemente fabbrica d’armi ceca. La città è Uhersky Brod, nuova sede inaugurata negli anni Trenta in cui furono trasferite le produzioni di Strakonice. Non tutte, peraltro, visto che la pistola di cui ci stiamo occupando fu costruita ancora a Strakonice. 

Il motivo del trasferimento a Uhersky Brod fu portare le fabbriche nazionali d’armi fuori portata dalla Germania nazista, visto che quelle esistenti erano troppo vicine alla frontiera. Quanto l’operazione sia stata inutile è cosa che conosciamo bene, ma con il senno di poi.

L’azienda è nota da noi principalmente per i modelli 75 e 85, molto copiati anche in Occidente, ma nella storia aziendale, con la collaborazione di progettisti come Joseph Nickl, vi è una lunga tradizione di sperimentazione progettuale, dai ritardi d’apertura con canna rotante della CZ24 all’unione anteriore a cerniera tra canna e fusto del modello vz.38, in calibro 9 corto e priva di sicura manuale. 

Lato sinistro della pistola CZ Vzor 52
Vista lato sinistro della pistola CZ Vzor 52
Vista lato destro della pistola CZ Vzor 52
Vista lato destro della pistola CZ Vzor 52

Una caratteristica innovativa della progettazione si riscontra a nella pistola vz. 27, con fusto lavorato a cielo aperto e coperto sul lato sinistro da una piastrina inserita ad incastro. Per la verità si trattava di una lavorazione già iniziata da Mauser con i suoi modelli 10 e 14, ma con ben altri spessori e con una meccanica semplificata in quanto a percussore lanciato. 

Nel corso della seconda guerra mondiale gli impianti produttivi furono requisiti dai tedeschi e destinati principalmente alla produzione della MG17, mitragliatrice per aerei, oltre che alla produzione di armi individuali. Non è inconsueto trovare delle CZ 27 stampigliate con il waffenamt e recentemente ne ho vista una con il punzone della polizia del Reich. Con la fine della guerra ed il passaggio dell’allora Cecoslovacchia nella sfera d’influenza sovietica, l’azienda iniziò la produzione di armi per il mercato civile, compresi alcuni sovrapposti a canna liscia. 

Pistola riarsenalizzata
Le armi riarsenalizzate hanno una brunitura nera

In campo militare, occorreva standardizzarsi sulle armi russe o almeno sulle loro munizioni. L’arma da fianco russa, all’epoca, era la Tokarev TT33 in calibro 7,62 Tokarev, semplice ridefinizione del 7,63 Mauser. 

Anche quella munizione, al pari del nostrano 9x19 fino alla seconda guerra mondiale, era prodotta in due versioni: una per le armi corte ed una potenziata per il mitra Sphagin PPSh che peraltro, provato più volte dove ciò era possibile, sparò allegramente anche le munizioni da pistola. 

La prova contraria, con munizioni cecoslovacche sparate da una TT33, è stata effettuata solo su una cinquantina di colpi e pertanto non è significativa; si può solo dire che la vecchia TT33 ha retto senza problemi ma non è dimostrato che avrebbe retto un uso prolungato. I cecoslovacchi, infatti, per non complicare il problema logistico studiarono la nuova arma da fianco provandola con le munizioni M48, più potenti del 20 per cento rispetto a quelle per la Tokarev. All’epoca in cui le CZ 52 riarsenalizzate e ribrunite divennero largamente disponibili in Italia, le cartucce cecoslovacche erano abbastanza reperibili. 

La pistola

Fermo del caricatore della pistola CZ Vzor 52
Il fermo del caricatore è in lamiera tranciata e piegata. Tutta l’arma è ricavata dal pieno

L’arma è una pistola semiautomatica ad azione singola, alimentata mediante un caricatore metallico separabile, ricavata interamente dal pieno a partire da forgiati. 

Le uniche parti stampate sono il caricatore ed il suo arresto, dietro il quale si estende un anello in filo metallico per l’aggancio del correggiolo. L’estetica dell’arma richiama in qualche misura quella del modello 1950, progettata anch’essa dai fratelli Kratochvil; quest’ultima però era una pistola con chiusura a massa e in calibro 7,65 Browning che fu adottata dalla polizia. L’arma si caratterizza per un’impugnatura estesa in senso antero-posteriore, per alloggiare la lunga cartuccia 7,62x25 M48, ma abbastanza stretta nel senso dello spessore. I modelli militari hanno finitura parkerizzata in colore grigio; i modelli riarsenalizzati negli anni Settanta hanno finitura brunita nera e si conoscono esemplari, non riarsenalizzati, con fosfatazione grigioverde. 

C’è su Internet chi sostiene che questi modelli grigioverdi non siano mai esistiti e siano stati così ricondizionati dall’importatore italiano, ma c’è da dubitare che vari importatori, in varie nazioni, possano essersi accordati per ottenere la stessa sfumatura di colore, vista anche in Cecoslovacchia su alcuni esemplari. 

Va anche detto che lo stesso autore internettiano fa un po’ di confusione tra sistema Stecke e sistema Vorgrimmler, ben diversi tra loro benché entrambi facciano uso di rulli, il che non depone a favore della totale affidabilità della fonte. In fin dei conti anche una macchina casalinga per la pasta e un laminatoio per metalli fanno uso di rulli, ma ciò non autorizza a pensare che lo scopo sia identico e che le funzioni siano intercambiabili. 

Elemento per lo smontaggio
L’elemento che consente lo smontaggio
Grilletto pistola
Anche il grilletto è fresato dal pieno

I controlli operativi visibili all’esterno comprendono il grilletto, il cane esterno, lo sgancio del caricatore, l’elemento che consente lo smontaggio e la sicura-abbatticane, punto dolente dell’arma. Le quote sono risicate e finora a chi scrive è capitato di vedere solo un paio di esemplari in cui la funzione abbatticane non provocasse la partenza del colpo. La leva di sicura prevede la posizione di fuoco in basso e di sicura in altro, al pari della nota 1911; sollevandola ulteriormente dalla posizione di sicura si attiva l’abbatticane. 

Che funziona sempre, nel senso che il cane si abbatte, ma non sempre impedisce lo sparo, ad onta della sicura al percussore. 

Cane della pistola
Il cane ha la cresta solcata e un foro di alleggerimento

Benché il cane sia a rimbalzo, arretra di circa tre millimetri solo dopo essersi abbattuto sulla coda del percussore. Prima di acquistare una CZ52, quindi, è opportuno fare la verifica utilizzando un cilindretto di materiale che possa scorrere nella canna. 

Si inserisce e con la canna in posizione verticale si attiva l’abbatticane. Se il cilindretto è vigorosamente sputato fuori, l’abbatticane non è sicuro. Evitate di sparare a vuoto perché in quel caso il lungo percussore ha la rottura facile.

L’arma è completamente lavorata a cielo aperto, almeno per quanto riguarda il fusto. 

Clip guancette
La clip che tiene in sede le guancette

La lavorazione a cielo aperto non riguarda solo la zona dello scatto, coperta successivamente da una placchetta, ma anche l’impugnatura vera e propria, in cui l’alloggiamento del caricatore è completo su un solo lato, mentre dall’altro è semplicemente costituito dalla guancetta destra. 

Mirino pistola
Il mirino è ricavato dal pieno del carrello
Tacca di mira della pistola
La piccola tacca di mira è inserita a coda di rondine nel carrello

Benché il progetto sia dei primi anni Cinquanta, l’arma si potrebbe utilmente lavorare sulle moderne macchine a controllo numerico. Le guancette del calcio, in bakelite, non sono unite ad esso per mezzo di viti, ma con una clip elastica in acciaio. 

Smontando l’arma c’è da stare attenti a non farle cadere sul duro, perché potrebbero rompersi. Il piccolo mirino è ricavato dal pieno del carrello mentre la tacca di mira è inserita a coda di rondine. 

Come funziona

Nel momento in cui il grilletto è premuto, la barra di scatto fa ruotare il controcane. Un’appendice di quest’ultimo solleva la sicura al percussore mentre il controcane libera il cane che si abbatte sul percussore.

A questo punto incomincia la parte interessante. Al momento della partenza del colpo, un blocchetto che scorre intorno alla culatta della canna, e che è tenuto in posizione dalla molla di recupero, tiene uniti canna e carrello per mezzo di due rullini che protrudono ai suoi lati. Canna e carrello quindi rinculano solidalmente, finché un’appendice del blocchetto va ad urtare contro una similare appendice posta sul fusto. 

A questo punto, dopo una corsa di altri quattro millimetri, i cilindretti possono liberare il carrello ritirandosi in appositi recessi nel blocchetto di culatta. La canna arresta la sua corsa retrograda mentre il carrello arretra e completa il ciclo di sparo. 

La corsa totale prima che canna e carrello si disgiungano è di circa sette millimetri, più che sufficiente perché il proiettile sia uscito dalla volata e la pressione in canna sia tornata a livelli atmosferici. Come si vede, il sistema realizza una chiusura stabile sistema Stecke e non un ritardo d’apertura sistema Vorgrimmer, anche se molti autori accreditano inspiegabilmente il secondo. 

Volata dell'arma
Il vivo di volata. Il foro di egresso del carrello è piuttosto stretto

La canna ha un solo grado di libertà, nel senso che può solo scorrere orizzontalmente; la ridotta tolleranza dell’aggiustaggio della volata nel foro di egresso del carrello contribuisce alla notevole precisione dell’arma. Benché rumore e vampa di bocca ricordino un revolver in calibro magnum, il sistema adottato rende l’arma sufficientemente dolce allo sparo, anche con le munizioni M48. 

A caricatore esaurito il carrello resta aperto e si richiude togliendo il caricatore, arretrando ancora un po’ il carrello e rilasciandolo. Oppure, il carrello si chiude se si inserisce un nuovo caricatore pieno. Non esiste una leva di hold-open per il rilascio manuale, anche se negli usa ne è stata realizzata una aftermarket. 

Smontaggio

Guancette
Per rimuovere le guancette occorre sfilare la clip

È semplicissimo. Dopo aver tolto il caricatore e verificato - due volte - che l’arma sia scarica, si tira verso il basso l’elemento deputato allo smontaggio e si separano tra loro il fusto e il gruppo canna-blocchetto-molla-carrello. 

Il blocchetto ha un foro nel quale deve essere inserito un caccia spine per poter separare la canna dal carrello. Per farlo, occorre spingere in avanti il blocchetto tirandolo contemporaneamente verso il basso. 

Per l’ordinaria pulizia è sufficiente; se si volesse procedere oltre occorre rimuovere le guancette e svitare il dado che sul lato destro dell’arma tiene in sede la cartella, rimuovendo poi quest’ultima. Attenzione: la cartella trattiene in posizione tutti i pezzi dello scatto, che vanno a spasso quando la si rimuove. Per rimontare l’arma, si procede in ordine inverso.

Guancette dell'arma rimosse
Le guancette rimosse. La sede del caricatore è metallica su un solo lato; sull’altro, la guancetta chiude lo spazio
Pistola scomposta
La pistola scomposta. Si vede, al centro del controcane, l’appendice che rimuove la sicura al percussore
Carrello della pistola
L’interno del carrello; si nota il foro dove alloggia la sicura al percussore, qui rimossa
Piastrina mobile 
Il dado che, insieme ad un incastro, tiene in sede la piastrina mobile
Dettaglio pistola
L’elemento che contrasta con la gabbietta di culatta, dislocandola
Culatta dell'arma
La culatta con la sua gabbietta scorrevole. Evidenti i rullini di chiusura
Canna e carrello dell'arma
Canna e carrello sono solidamente uniti
Rullini pistola
I rullini si sono appena ritirati nella loro sede, svincolando il carrello

Marchi e punzoni

Estrattore della pistola
Il lungo estrattore. Sulla canna matricola, T nel cerchio, alcuni segni illeggibili e un Banco tedesco

L’arma presenta pochi segni di riconoscimento. 

Sul lato sinistro, abbiamo il numero di matricola e il codice che indica la fabbrica. La sigla “rid” indica la produzione militare; le armi destinate al mercato civile sono marcate con la dicitura completa “Česká Zbrojovka Strakonice” o, talvolta, solo con l’acronimo ČZS. 

Sul lato destro, sopra il guardamano, abbiamo il punzone d’accettazione cecoslovacco costituito da due spade incrociate, in uso dal 1919 e ancora presente sulle produzioni militari attuali, più l’indicazione dell’anno di produzione. Sulla culatta della canna, visibile attraverso la finestra d’espulsione, si trovano il numero di matricola e una T dentro un cerchio, punzone dei test militari. 

Alcune lettere o simboli, generalmente poco leggibili, possono apparire sul fusto in prossimità del’alloggiamento del caricatore; si suppone che indichino uno specifico lavoratore o uno stadio della lavorazione. Sulla parte superiore sinistra del fusto c’è il numero di matricola, presenta anche sulla culatta.

Punzone sulla pistola
Il punzone d’accettazione cecoslovacco. Questa pistola è stata prodotta nel 1953
Punzonature sulla pistola
Questa pistola è stata in arsenale ben tre volte. Notare le punzonature vicino alle spine allascate

Vicino al mirino, alcuni esemplari riarsenalizzati hanno dei puntini punzonati, che si dice indichino la precisione riscontrata. Un solo punto indicherebbe la precisione migliore. Questa diceria, peraltro, è stata smentita dal direttore dell’arsenale ceco. Quindi il significato dei punti, ove presente, rimane misterioso e non ha nulla a che vedere con prove di precisione. 

Gli esemplari riarsenalizzati si riconoscono, oltre che per la brunitura nera, perché le spine lasche sono state fissate per mezzo di punzonature intorno al foro. Inoltre normalmente fu sostituita la canna insieme ai componenti logori. 

Sulla parte destra, sopra il grilletto, le armi riarsenalizzate riportano le lettere VOZ più l’anno di rilavorazione (ultime due cifre). L’eventuale numero che segue la sigla VOZ, normalmente 1, indica lo stabilimento. Riportiamo la foto di un’arma che è stata ricondizionata in arsenale per ben tre volte.  

Considerazioni finali

Rosata a 25 metri 
Una rosata a 25 metri con munizioni M48 del 1951. È stato necessario ribattere due colpi

Non v’è dubbio che si tratti della pistola più interessante del secondo dopoguerra, con un sistema di chiusura decisamente inconsueto e mai applicato in precedenza se non, con un’attivazione diversa data da una massiccia appendice del percussore, sulla mitragliatrice MG42. 

Ad onta di alcune debolezze progettuali, come il non affidabile funzionamento dell’abbatticane, rimane una pistola sufficientemente docile allo sparo, robusta al punto di poter sparare le munizioni M48 e davvero molto precisa oltre che reperibile a prezzi assolutamente ragionevoli. 

L’estetica è inconfondibile e l’arma è davvero sottile, tanto che con una fondina opportuna sarebbe possibile il porto anche  in abbigliamento formale. Le munizioni sono di difficile e costosa reperibilità, ma con la ricarica si possono avere giornate di intenso divertimento in poligono. 

CZ Vzor 52
SCHEDA TECNICA

Vista lato destro della pistola CZ Vzor 52Roberto Allara



FabbricanteČeská Zbrojovka
https://www.czub.cz/
DistributoreBignami
http://www.bignami.it/
ModelloVzor 52
Tipopistola semiautomatica
Calibro7,652x25
MunizioneM48
Azionesingola
Percussionecane esterno su percussore inerziale
Chiusurageometrica sistema Stecke
Capacità8 colpi
Canna120 mm
Guancette

bakelite

Lunghezza complessiva209 mm
Peso (a vuoto)950 g