Chiappa Rhino

La teoria: molti osservatori definiscono il Rhino un revolver “capovolto”, cioè ritto sulla testa. Il motivo? Il Rhino spara dalla camera inferiore del suo tamburo a sei colpi, non da quella superiore, come di consueto. Di conseguenza, l’asta dell’estrattore è posizionata al di sopra della canna, proprio nel mantello. Per lo stesso motivo, la maggioranza delle parti interne sono situate più in basso nel castello rispetto ai modelli tradizionali. L’idea di questa disposizione l’aveva avuta negli anni ʼ80 Emilio Ghisoni, il cui revolver Mateba peraltro non era riuscito a imporsi. È chiara la motivazione dei costruttori per il tubo posto in basso. I revolver lottano da sempre con l’effetto leva che accentua ulteriormente il rinculo percepito, ovvero con il rilevamento. 

Un po’ di fisica: il rinculo è il risultato della forza contraria generata dall’accelerazione del colpo. Tale forza opera assialmente lungo la foratura della canna, diretta all’indietro. L’esperienza insegna: nelle armi corte, riducendo la distanza tra l’asse dell’anima della canna e il prolungamento immaginario della linea polso-avambraccio, diminuisce anche il rinculo percepito. Nelle pistole quindi i progettisti posizionano di regola la canna in modo che sia bassa il più possibile nella mano del tiratore. In tal modo è notevolmente più facile controllare l’arma. L’impugnatura arrotondata “a manico d’aratro” (“plow handle”), tipica in particolare del revolver Colt Single Action, può scorrere nella mano anche con elaborazioni forti, riducendo così il rinculo percepito. È diverso per i revolver DA con il loro picco di rinculo sopra l’attacco dell’impugnatura. Per motivi progettuali, anche in questo caso l’asse della canna è situato piuttosto in alto rispetto alla linea polso-avambraccio. Tuttavia le tensioni ridotte permettono una presa relativamente salda e sicura, per cui il rinculo trasferisce una corrispondente maggiore energia alla mano del tiratore. Anche nel Rhino non si smentiscono le suddette linee teoriche. Ma qui sono molto più vicine tra loro di quanto lo siano mai state in qualunque revolver o pistola, a eccezione di poche pistole sportive calibro .22 Corto.

Revolver Chiappa Rhino 
La volata dellʼarma si trova molto in basso rispetto a un revolver normale

All’esterno: già il retro dell’impugnatura è diverso, né arrotondato né appuntito, si rastrema invece in uno sperone nella piega tra pollice e indice. Altrettanto ergonomico: le scanalature à la Colt M1911 A1, rispettivamente per dito e pollice, fresate su ambo i lati del castello, permettono al tiratore di raggiungere comodamente il grilletto. Anche il tamburo riserva sorprese, con la sua sagoma esagonale e un aspetto inconfondibile. Ruota verso destra dal punto di vista del tiratore, quindi come la maggioranza dei revolver Colt DA. Per aprire il cilindro si usa una paletta piatta a forma di mezzaluna, dotata di poggia pollice, a sinistra del castello, direttamente sotto il cane. Una posizione finora inconsueta, perché la paletta di sblocco normalmente si trova per lo più sul prolungamento dell’asse del tamburo. Per aprire si sposta lo sblocco facilmente con il pollice di circa 5 mm verso il basso. Il tamburo bascula come di consueto solo ad arma non armata. Il braccio basculante del tamburo ingrana tramite arresti sferici nella parte superiore del castello e non sul davanti dell’eiettore. Questo tipo di arresti a sfera sul giogo del tamburo era emerso già da decenni per i revolver PPC pesanti. Il tamburo è bloccato da un perno caricato a molla, situato all’estremità posteriore dell’asta dell’estrattore centrata nell’estrattore a stella.

Il controllo del funzionamento presenta altri dettagli inconsueti per un revolver. Infatti, quello che a prima vista sembra un comune cane da revolver è un vero e proprio componente di armamento. Il reale percussore è annidato in profondità all’interno della meccanica. Dopo l’armamento, lo sperone, dotato nella parte superiore di zigrinatura longitudinale per facilitare la presa, ritorna di scatto nella propria posizione di uscita. Il revolver dispone di tre sicure automatiche: il grilletto funziona solo a tamburo completamente chiuso. L’arma spara solo quando il fermo del tamburo si innesta esattamente nell’incavo corrispondente del cilindro. Questo garantisce che tamburo e foro della canna corrispondano perfettamente. Il percussore dispone di sicurezza contro le cadute. E la nuovissima serie di produzione promette sicurezza ancora maggiore. Infatti, un perno indicatore rosso a sinistra della tacca di mira indica quando il revolver è armato in modalità azione singola. Nella modalità a doppia azione, l’indicatore si solleva all’armamento e ricade in posizione dopo lo sparo.

 

Revolver Chiappa Rhino 
Il Rhino è disponibile in diverse lunghezze di canna, da due a sei pollici

Chiappa fornisce i suoi Rhino in diverse lunghezze di canna, da due a sei pollici. Il modello più corto, il 20DS, non dispone di tacca di mira regolabile. Il dispositivo di mira posteriore è in questo caso un incavo ad angolo retto fresato nel cane. La controparte è costituita da un mirino a rampa fissato alla base da due spine elastiche. Questo può essere sostituito da un collettore di luce rosso integrato. I modelli a canna più lunga presentano tacche di mira micrometriche regolabili in alzo e deriva. Sono forniti anche in alternativa con due collettori di luce verde neon ad astina, accanto alla tacca di mira ad angolo retto. Nei modelli da quattro e cinque pollici, i progettisti hanno ricavato inoltre una guida Picatinny con cinque cave trasversali dal lato inferiore del mantello della canna. Il sei pollici dispone di una guida analoga supplementare sopra, nel terzo anteriore della linea di mira, che permette di montare un dispositivo ottico di mira.


Esistono diverse varianti di impugnatura per i modelli Rhino. Il 20DS dispone di serie di un’impugnatura grigia in gomma morbida, che è invece in legno di noce negli altri modelli. La gamma degli optional comprende però anche impugnature in legno di olivo o in multistrato a più colori, nelle misure grande, media e piccola; a differenza della 20DS la fondina è un optional. Sono disponibili vari astucci da proporre come accessori. Clip di carica per sei cartucce e i cosiddetti “performance kit” per ridurre la resistenza DA completano l’offerta. Le lavorazioni sullo scatto sono riservate all’armaiolo. 

Revolver Chiappa Rhino 
Sparando con il Rhino bisogna fare attenzione alla fiammata...

Nella pratica: per mettere alla prova i decantati vantaggi del Rhino per quanto riguarda rilevamento e rinculo, gli esaminatori si sono concentrati sul modello che pesa solo 700 g a canna più corta. Se funziona questo, infatti, dovrebbero funzionare anche i modelli più pesanti. Il piccolo revolver ha certamente ruggito e sputato fuoco sempre esattamente come i normali snub nose. Ma il rinculo percepito era relativamente ridotto. Con una carica da .357 (125 grani a incamiciatura parziale) sparava tanto piacevolmente che il tiratore insisteva quasi con zelo a sparare il colpo successivo.

 

Sorprendente come sia risultato più facile del previsto superare la resistenza relativamente alta dello scatto DA, misurata a 5500 g. Anche i gruppi di colpi rivelano un revolver preciso. Un gruppo da sei colpi dalla distanza di 7,5 m buoni (25 piedi) è rimasto all’interno del “dieci” del bersaglio PPC (10x150mm), tre colpi addirittura in X (50x75mm). Beninteso, dal due pollici con munizioni Black Hills Magnum a testa cava, 125 grani .357. Le elaborazioni 38 provate in aggiunta sono risultate quasi esattamente come le cartucce di piccolo calibro da 22. A ciò contribuisce anche con giusto merito la morbida impugnatura in gomma. Un colpo da 357 con 158 grani, incamiciatura parziale e testa piatta, sparato per confronto con il modello 40DS a impugnatura in legno multistrato ha dato invece uno scossone di forza notevole sulla mano, mantenendosi però anche in questo caso nei limiti del rilevamento. L’arma è risultata molto stabile allo sparo come i tipi consueti di revolver.

 

Come dimostrato da un’intera serie di foto di “cose da non fare” nel manuale di assistenza, allo sparo è necessario, se possibile, non tenere ambo i pollici paralleli sotto il tamburo né appoggiare l’indice della mano che non tira disteso sul castello. Si rischia infatti di ridursi con una punta del dito nera, se non proprio ustionata.  Dal varco tra canna e tamburo del Rhino fuoriescono infatti fiamme e residui, che a causa della canna situata molto in basso arrivano immediatamente al dito sottostante. L’arma non è forse ancora del tutto matura. Facendo fuoco con ambo le mani si distorce infatti con un contraccolpo negativo, in caso contrario si rischiano dita ustionate. Un derivatore remoto potrebbe certamente risolvere il problema. Conclusione: i modelli Rhino offrono un rilevamento decisamente inferiore rispetto ai concorrenti. Se oltre a ciò il rinculo sia realmente ridotto dalla canna posta in basso è una questione messa in dubbio, almeno dal principio di conservazione dell’energia. Resta un desiderio del padre dell’idea. Tuttavia il Rhino dimostra che vi è ancora spazio per innovazioni intelligenti nello sviluppo dei revolver DA. Sparare con questa arma è sempre divertente. E si riesce a fare centro almeno altrettanto bene che con i comuni revolver da difesa o da sport: ideale per chi desidera qualcosa di diverso dal solito revolver. 

Revolver Chiappa Rhino 
Mateba (Macchina Termo Balistica) antesignana del Rhino

Le antenate

Sulle prime molti osservatori pensano che il Rhino sia una copia del revolver Mateba, più che ventenne. Non c’è da meravigliarsene. Entrambi i modelli risalgono infatti allo stesso progettista: Emilio Ghisoni. Ghisoni ha continuato costantemente a sviluppare il concetto del revolver capovolto e, dopo il primo modello da 357 Mateba 2006M e la versione sportiva a sette colpi 2007 ha prodotto a metà degli anni ’90 il modello “Pistolver” Unica. Funzionava come una retrocarica con tamburo rinculante e armamento simultaneo del cane. Mentre la serie di modelli 2006 disponeva ancora di castello chiuso e il tamburo basculava verso l’alto, le Unica presentavano il castello aperto con tamburo basculante lateralmente. Era disponibile anche in .44 Magnum e addirittura in .454 Casull. Alla morte dell’inventore Ghisoni nell’aprile del 2008, il suo finanziatore Antonio Cudazzo condivise il progetto con Chiappa, che lo ha continuato ed elaborato. Rhino nasce da qui. Il richiamo al nome del capo dell’azienda, Rino Chiappa, costituisce un malizioso gioco di parole: il modello attuale infatti prende nome da lui, ma “rhino” è anche la forma abbreviata del nome del rinoceronte.