Beretta BU-9 “Nano”

La grande gardonese ha spiazzato tutti lo scorso ottobre, annunciando tramite la sua filiale statunitense con sede ad Accokeek (Maryland) lʼimminente lancio di una pistola semiautomatica compatta con fusto polimerico per la difesa personale, mirata al mercato del porto occulto, caratterizzata dallo scatto in sola doppia azione leggera con percussore interno (Striker-fired); un campo da cui si era sinora tenuta ben alla larga, forse sdegnosamente, lasciandolo alla concorrenza di blasonate aziende straniere quali Glock o Smith&Wesson; e del resto la nostra principale realtà produttiva in campo armiero ci ha abituati a ben altri “stili” in fatto dʼarmi corte, dal blocchetto oscillante tipo Walther con carrello-otturatore a cielo aperto fino, più recentemente, alla canna roto-traslante, e forse ad alcuni “puristi” una tale svolta potrebbe sembrare un qualche genere di “tradimento”. Ma i gusti del mercato, si sa, sono imprescindibili, e con la “Nano”, munita di canna basculante e fusto in termoplastica rinforzata in fibra di vetro, rimovibile e personalizzabile per adattarsi alle dimensioni della mano del tiratore nonché ai mancini, caratterizzato da un “sotto-chassis” trattato allo zinco che ospita il pacchetto di scatto, la Beretta è più che convinta, e non a torto, di avere creato un autentico Game Changer nel mondo delle armi da backup e da difesa sulle distanze ravvicinatissime. Il calibro è, per ora, solo il 9mm, la capacità nel serbatoio di sei colpi più uno in canna, per una lunghezza totale di 149 mm. Nel mercato dʼelezione primario, gli USA, il prezzo indicativo al pubblico dovrebbe attestarsi al di sotto dei 500$.