Peste suina africana: il punto sulla situazione e le misure di contenimento del Ministero

La ricerca delle carcasse dei cinghiali morti a causa della PSA

Una delle attività che si è intrapresa per monitorare, in modo serio e puntuale, il fenomeno della Peste Suina Africana è la ricerca delle carcasse nelle zone infettate. È infatti salito a 15 il numero dei cinghiali morti ritrovati, rispettivamente   12 in Piemonte e 3 in Liguria. Il dato è emerso dall’Istituto Zooprofilattico di Liguria Piemonte e Valle d’Aosta, durante l’ultima conferenza stampa della Regione Liguria.

Di fronte all’aumento, ormai importante, dei contagi il Ministero della Salute si sta attivando per intraprendere una azione volta al controllo ed alla gestione, e conseguente eradicazione, della problematica. In Liguria, infatti, sono iniziate le prime battute organizzate per per la ricerca delle carcasse; sono già stati ritrovati 6 cinghiali morti per PSA nei boschi di Campo Ligure e Rossiglione.

Nel frattempo, il Ministero della Salute ha introdotto un nuovo decreto (scaricabile qui)

Il nuovo decreto del Ministero della Salute

Prendiamo adesso in esame le regole introdotte col nuovo decreto del Ministero della Salute per eradicare il virus della PSA. Oltre al divieto di esercizio della Caccia nelle zone infette ed anche divieto di esercizio di qualsiasi attività all’aperto, il nuovo decreto introduce, come abbiamo già anticipato nel paragrafo precedente, le regole per la ricerca attiva delle carcasse. In particolare, leggiamo, la ricerca dovrà iniziare dalle zone immediatamente limitrofe ed esterne ai confini della zona infetta in senso centripeto secondo le procedure stabilite dalle regioni e previste dal Piano nazionale di sorveglianza (https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3042 ) e dal Manuale delle emergenze da Peste Suina Africana (https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1670_10_file.pdf) 

Per gli allevatori si prospettano regole certamente più stringenti. In particolare dovranno essere immediatamente macellati i suini detenuti in allevamenti bradi e semibradi, in allevamenti misti (cinghiali, maiali e ibridi) ed in allevamenti familiari. Dovranno, inoltre, essere programmate le macellazioni per gli allevamenti commerciali. Per 6 mesi sarà vietata ogni forma di ripopolamento e sarà, inoltre, vietata ogni forma di movimentazione della carne e derivati fuori dalla zona infetta. La stessa regola vale per la carne di cinghiale selvatico.

Definita anche l’area di 10km che interessa i confini della zona infetta. Per quanto riguarda l’attività venatoria, le regioni potranno disporre in queste aree la sospensione della caccia vagante col cane da ferma, della caccia in braccata e in girata e le attività di controllo del cinghiale fatte in modalità collettiva, si legge, per “limitare al massimo il disturbo ai suini selvatici col fine di ridurne la mobilità”.

Sul piano Nazionale intervengono alcune regole, tra le quali desta particolare interesse il divieto di movimentazione di cinghiali catturati presenti in aree protette e negli altri istituti faunistici per fini diversi dalla macellazione.

Le regole nelle zone confinanti l’area infetta

Come abbiamo appreso, dopo l’introduzione delle regole del decreto del Ministero della Salute e delle nuove regole della Regione Liguria, anche le regioni confinanti hanno dovuto necessariamente introdurre alcune regole attraverso l’adozione di decreti regionali. Riportiamo, di seguito, i decreti di:

  • Regione Liguria: Dal 20 gennaio viene sospesa per giorni 30 la caccia in forma vagante ed in braccata in tutti i comuni confinanti la zona infetta. Qui è scaricabile il decreto.
  • Regione Toscana: In tutta la provincia di Massa Carrara viene sospesa fino al 31 gennaio la caccia in forma vagante col cane, la caccia in forma collettiva al cinghiale, e le attività di controllo del cinghiale eseguite in modalità collettiva. Qui è scaricabile il decreto.
  • Regione Emilia Romagna: In questa regione viene vietata ogni forma di Caccia nei comuni di Zerba e Ottone, confinanti con l’area infetta, viene inoltre vietata la Caccia vagante con il cane da ferma, la Caccia collettiva al cinghiale, e le attività di controllo del cinghiale eseguite in modalità collettiva nelle provincie di Parma e Piacenza. Qui è scaricabile il decreto.
  • Regione Lombardia: In tutta la provincia di Pavia, è vietata la Caccia vagante col cane, la Caccia collettiva al cinghiale e le attività di controllo del cinghiale eseguite in forma collettiva. Qui è scaricabile il decreto.
  • Regione Piemonte: Vietata ogni forma di caccia in tutta la provincia di Alessandria, anche oltre l’area infetta. Qui è scaricabile il decreto.

Previsti abbattimenti di selezione

Proseguendo la lettura del decreto del Ministero della Salute, notiamo anche che gli abbattimenti di selezione nella zona infetta saranno “subordinati all’emanazione di un successivo dispositivo dirigenziale concernente l’indicazione di specifiche istruzioni di biosicurezza per la riduzione del rischio di diffusione della malattia”.

A definire i criteri e le modalità per l’installazione di barriere artificiali (reti) e individuare le zone da delimitare e le successive azioni da porre in essere nell’ambito della strategia di eradicazione sarà l’Unità di Crisi Centrale.

Focus sulla Peste Suina Africana: di cosa si tratta e perché è pericolosa

La figura del cacciatore, nella gestione e nel contenimento della PSA, rappresenta lo strumento primario di cui lo Stato e le regioni devono servire.

Facciamo adesso un Focus sulla Peste Suina Africana. Si tratta di un virus che colpisce gli animali appartenenti alla famiglia dei suidi. In Italia, quindi, ad essere a rischio sono i suini ed i cinghiali. Diciamo subito che la PSA non è trasmissibile all’uomo, ma le conseguenze, potenzialmente devastanti, si avrebbero comunque a livello socioeconomico, con la necessità di abbattere un enorme quantitativo di animali da allevamento potenzialmente infettati.

Il primo a parlarne fu Eustace Montgomery, nel 1921, in un articolo apparso sul Journal of Comparative Pathology and Therapeutics.

Il virus della PSA è classificato come membro unico della famiglia degli Asfarviridae, genere Asfivirus.

Ad essere portatori di questa particolare categoria di virus sono i maiali selvatici africani. Il virus sopravvive anche in alcune particolari specie di zecche molli, come le Ornithodoros. In questo caso le zecche diventano un mezzo di trasmissione particolarmente efficace. Tale virus resiste senza alcun problema in materiale infetto quale sangue, feci, siero e liquami, riuscendo addirittura a sopravvivere per 15 giorni nel sangue putrefatto, 11 giorni nelle feci a temperatura ambiente e ben 1000 giorni nella carne congelata.

Tra i sintomi principali da infezione da PSA abbiamo sintomatologie comuni a molte altre patologie emorragiche. Dopo il contagio, possono passare circa 3-4 giorni entro cui si manifesteranno i sintomi, passati i quali, in caso di mancata comparsa di sintomi, l’animale può considerarsi un portatore sano. La forma iperacuta ha una percentuale di mortalità del 100%.

Di seguito, il video della Conferenza Stampa della Regione Liguria in materia di aggiornamenti sulla Peste Suina Africana https://www.youtube.com/watch?v=69dn7WKKe_4