
Vi abbiamo raccontato della reazione di associazioni tra cui la NSSF, la NRA e la JPFO agli ordini esecutivi emessi dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama al fine di bypassare il Congresso sul tema del controllo delle armi.
Che il Congresso, a cui spetta il potere legislativo, non avrebbe facilmente digerito quest'imposizione della presidenza era facilmente intuibile, e la sua reazione, preparata ancora prima che gli ordini esecutivi venissero finalizzati, è stata resa pubblica nella giornata del 7 gennaio.

Con una lettera del 4 gennaio inviata a Loretta Lynch, lo Attorney General (figura governativa USA che ricopre le funzioni che in Italia spetterebbero al Ministro della Giustizia e al Ministro dell'Interno), il deputato texano John Culberson − che presiede la sottocommissione permanente della Camera dei Rappresentanti deputata a destinare i fondi per le spese di giustizia, per il commercio, per la ricerca scientifica e per le relative agenzie governative − ha dichiarato che nel corso degli anni fiscali 2016 e 2017 non un solo dollaro dei contribuenti sarà stanziato per l'implementazione di leggi che ledano il diritto di detenere e portare armi, definito "inequivocabile" nella missiva, garantito ai cittadini americani dal Secondo Emendamento della Costituzione USA.

Poiché il grosso degli ordini esecutivi promulgati dalla Casa Bianca il giorno 4 gennaio prevedono lo stanziamento di fondi per la loro implementazione, il rifiuto da parte del Congresso − l'unico ad avere autorità sugli stanziamenti − significa che essi non potranno essere attuati, e di fatto resteranno lettera morta.
Tra i tanti punti critici degli ordini esecutivi, che pure poco avrebbero inciso sul mercato armiero statunitense, alcuni particolarmente odiosi avrebbero avuto l'effetto di vietare l'acquisto di armi a persone poste sotto la tutela dei servizi sociali pur senza essere state giudicate mentalmente incapaci − ad esempio per generici motivi d'età avanzata.

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