Nuovo attacco al mondo delle armi: il nuovo Ddl Verini

La storia del Ddl Verini

Quello del 22 luglio (ddl 3218) non è il primo disegno e progetto di legge che l’On. Verini si è preoccupato di presentare in materia di armi. Già nell’aprile del  2019 ebbe modo di presentare il primo che prevedeva, tra le altre cose, nell’ordine:

  1. Certificazione medica: La proposta di legge parla, in modo eccessivamente generico, di “certificazione medica” da fornire il sede di primo rilascio o altrimenti rinnovo. Dicitura che pecca, come già detto, di eccessiva genericità, dato che non si capisce se, stando a quanto proposto, la documentazione medica richiesta al cittadino sia o meno quella che già è prevista per legge o se questa dovrebbe in qualche modo essere integrata.
  2. Durata del porto d’armi: da cinque anni (prima erano sei) ad 1 anno.
  3. Tempi per denunciare l’acquisto di armi e munizioni: da 72 ore a 12 ore.
  4. Esami per il rilascio dell’abilitazione al maneggio armi: diciture assurdamente generica e priva di logica e riferimenti certi.
  5. Maggiori oneri economici a carico di un possessore di armi: sovrattassa (non si sa su cosa e sulla base di che cosa) di più di duecento (200) euro.

Il “Nuovo” ddl Verini

Veniamo adesso all’analisi del nuovo Ddl Verini, quello del 22 luglio che è stato appena assegnato alla Commissione affari costituzionali.  Sostanzialmente i punti salienti di questo disegno di legge sono:

  1. Costituzione di un “collegio medico” “costituito presso ciascuna azienda sanitaria locale, composto da tre medici del servizio sanitario nazionale, di cui uno almeno specialista in neurologia e psichiatria”. Non è dato sapere dove troveranno le risorse economiche per pagare questa commissione. Non è dato sapere se sul territorio nazionale le risorse, in termini di personale, sono sufficienti affinché una commissione del genere sia istituita. Non è dato sapere se la valutazione di questa commissione sia impugnabile in qualche modo. Non è dato sapere in che modo e sulla base di che cosa le valutazioni di tre medici con differenti specializzazioni troveranno accordo e soprattutto logicità.
  2. L’obbligo di presentare il certificato medico rilasciato dalla commissione di cui al punto precedente è anche a carico di chi richiede un nulla osta acquisto armi.
  3. Tale certificazione non è necessaria per chi va a caccia e per chi va a sparare al poligono, esercitando quindi abitualmente una disciplina sportiva con le armi I titolari di porto d’armi ad uso venatorio sarebbero, leggendo il testo, esentati dalla presentazione della certificazione medica rilasciata dalla triplice commissione medica. Idem per i collezionisti di armi antiche. Idem per chi dimostra di frequentare un poligono. Il testo parla di “federazioni e associazioni convenzionate”. Non si capisce chi e con cosa sarebbe convenzionato. Interessante notare come, secondo il testo, basterebbe la dimostrazione di appartenenza ad una associazione sportiva e la pratica abituale di sport con le armi per evitare di farsi valutare da una commissione che, in sostanza, dovrà decidere se si è pazzi e potenziali omicidi oppure no.
  4. Il ddl imporrebbe alle armerie di presentare GIORNALMENTE agli uffici di pubblica sicurezza le operazioni vendita effettuate. Norma, anche questa, totalmente priva di qualsiasi logica. Le armerie infatti già sono obbligate a tenere un registro ove appuntare ogni operazione. La comunicazione è assicurata, tra le altre cose, anche via PEC. Ulteriore complicanza in capo a chi vuole fare impresa e creare posti di lavoro e far girare l’economia martoriata di questo paese.
  5. Estensione dell’obbligo di comunicazione di rilascio di una licenza in materia di armi e comunicazione di acquisto di un’arma, da parte del cittadino, non solo, come è oggi previsto, a “conviventi maggiorenni, anche diversi dai familiari, compresi i conviventi more uxorio” ma anche, udite udite, “all’altra parte dell’unione civile, anche se cessata, nonché a chi sia stato legato o sia legato attualmente da convivenza o da stabile relazione affettiva”. Obbligo a carico degli uffici di pubblica sicurezza, con conseguente spreco di pubbliche risorse. Diciture vaghe e indefinite. Che diamine significa “a chi sia stato legato da stabile relazione affettiva”? Andranno dalla mia fidanzatina del liceo che non vedo da quasi quindi anni a dirle che mi sono comprato una pistola? Facciamo oltretutto presente all’On. Verini che attualmente l’obbligo di comunicazione ai familiari maggiorenni ecc. non è operante a causa della mancanza del regolamento attuativo del D.lgs. 204 del 2010 che in teoria avrebbe introdotto tale obbligo. Fate prima funzionare il vecchio e poi fate le cose nuove (se dovete farle cosi non fatele che è meglio).

Le nostre valutazioni

Siamo di fronte ad un nuovo scellerato attacco nei confronti dei legali possessori di armi, che la politica del nostro amato paese considera come pazzi scatenati e potenziali assassini. Siamo di fronte ad una politica che non guarda alla criminalità organizzata, non guarda alla corruzione e all’evasione fiscale, non guarda al degrado in cui versano alcune periferie delle grandi città, non guarda a migliorare la formazione scolastica e universitaria. Il problema sono le armi. Il nostro paese va a rotoli perché ci sono le armi. Escono fuori scandali che riguardano magistratura e politica perché ci sono armi. Le strade sono piene di buche perché ci sono le armi. Il raccomandato prende il posto di lavoro che spetta a vostro figlio per merito perché ci sono le armi. Pagate una briscola di tasse ogni anno perché ci sono le armi.  Riflettete gente, riflettete…