Biden e le restrizioni sulle armi

Chi è Joe Biden

Classe 1942, originario di Scranton in Pennsylvania, Joe Biden dopo la laurea in Giurisprudenza all’Università di Syracuse inizia la sua carriera come avvocato.

Una vita segnata da un gravissimo lutto familiare, con moglie e figlia tragicamente mancate nel 1972 a seguito di un incidente stradale. Il primogenito Beau è poi morto a soli 46 a causa di un male incurabile.

Nello stesso anno intraprende la carriera politica, e viene eletto senatore tra le fila del Partito Democratico nello stato del Delaware. Durante la sua lunghissima carriera politica come senatore, durata dal 1972 al 2009, ha ricoperto per diversi anni il ruolo di Presidente della Commissione Esteri in Senato.

Sotto l’amministrazione di Barack Obama viene nominato vicepresidente e viene riconfermato anche dopo le elezioni del 2013.

Nel 2019 annuncia di volersi candidare alle primarie del Partito Democratico per le presidenziali del 2020.

Le restrizioni sulle armi e l’industria armiera americana

Tra i punti cardine del programma politico del Presidente Biden c’è l’intenzione di applicare importantissime restrizioni in materia di armi negli Usa. Ad oggi ancora non è dato sapere, sul piano squisitamente giuridico, quali saranno ed in cosa consisteranno e, soprattutto, la portata delle conseguenze di eventuali restrizioni in questi termini.

Possiamo comunque fare delle previsioni. Le restrizioni potrebbero certamente andare a colpire i criteri di valutazione di idoneità al possesso di armi, fondamentali per ottenere licenze in materia di armi. Oppure il numero di armi detenibili. Oppure, e su questo certamente il dibattito politico si infiammerà, eventuali modifiche alle leggi in materia di legittima difesa.

C’è comunque da fare una importante considerazione. Le scelte politiche di un  presidente non possono certo prescindere dallo scenario economico e di mercato di un determinato settore. Ed è qui che si inserisce una breve ed interessante analisi di alcuni dati che potrebbero dare l’idea del contesto all’interno del quale eventuali scelte in questi termini andrebbero a collocarsi.

Nell’ultimo trimestre del 2020 il mercato armiero negli USA segna nuovi record. Come è possibile apprendere dal report annuale Nasgw dal 1 all’8 novembre gli americani hanno speso 75.807.970 dollari, il 58,93% in più rispetto alla stessa settimana del 2019 e addirittura il 61,92% in più sulla media triennale.

In rialzo anche il mercato delle munizioni, nel quale sorprende il boom sul 2019: da inizio anno il conto è quasi raddoppiato (+96,78%) e ha superato i 310 milioni (311.861.135 dollari la cifra esatta) grazie ai 5.490.889 dollari (+49,23%) spesi nella prima settimana del mese.

Molto più moderato l’incremento settimanale (+19,58%, 3.298.176 dollari contro 2.758.149) del mercato delle ottiche, che comunque da inizio anno ha mosso 137.213.905 dollari (+70,27%).

Di fronte quindi a dati così incoraggianti eventuali scelte restrittive nei confronti del mondo armiero avranno certamente vita difficile

Gli ostacoli della politica

Altro importante fattore da non dimenticare è costituito da ostacoli di natura strettamente politica. In Senato, infatti, ad oggi i democratici non hanno una maggioranza forte ed alla Corte Suprema, organo che potrebbe invalidare tali restrizioni dichiarandole manifestamente incostituzionali, vediamo una pesante maggioranza repubblicana con ben 6 giudici su 9 totali. Il II° emendamento, quindi, potrebbe salvarsi.


Corrado Maria Petrucci 

Esperto in Diritto delle Armi e della Caccia 

Responsabile rubrica legale  All4shooters.com  /  All4hunters.com      

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