Il trionfo della volontà!

(vedi precedente articolo "Italia Declassata")

Se, come si è detto recentemente su queste colonne, gli importatori italiani di armi civili in stile militare hanno assai di che preoccuparsi per l’empio connubio instauratosi tra un apparato statuale criminalmente disarmistico e quella parte del mondo armiero con esso colluso, dalla sponda USA – origine di buona parte dell’import italiano in tale ambito – giungono invece buone notizie, perlomeno in relazione alla vicenda esposta al pubblico nazionale da questo autore (v. “Italia Declassata”) e avente a oggetto l’avvenuta equiparazione dell’Italia, a opera di un autoreferenziale verdetto di Transparency International (noto gruppo disarmistico, alle dittature afroasiatiche sulla scala di valori del loro “CPI”= Corruption Perception Index). 

Ebbene, udite udite!, è proprio – modestia a parte  –  grazie agli sforzi profusi da questo specifico autore tramite una campagna mediatica e di pubbliche relazioni nonché di strumenti di persuasione più riservati ma non meno efficaci, promossa e attuata con successo nei confronti del gruppo RSR International, e per il tramite di una vera e propria attività di lobby messa in atto in virtù e con il fattivo apporto della rete di conoscenze presso le massime istanze istituzionali della capitale Washington DC, che tale gruppo (vedasi lettera originale acclusa in calce) ha finalmente fatto una clamorosa, repentina e irreversibile (oltreché dovutissima!) marcia indietro rispetto alla posizione di assoluta e indebita chiusura e ostinata neghittosità pseudo-moralistica precedentemente assunta nei confronti del nostro Paese da tutti gli esportatori di armi (si trattava in specie di un bando assoluto all’esportazione di qualsiasi arma e non solo in stile militare, verso l’Italia!) rappresentati dall’RSR, che include anche la famosa casa Smith&Wesson, con somma gioia ritrovata quindi anche dei nostrani cultori del revolver e dell’Ispettore Callaghan!

Quindi, cari lettori,  e cari importatori italiani, se proprio (questi ultimi soprattutto!) vorranno essere riconoscenti a qualcuno per poter nuovamente offrire al pubblico nazionale, che senza dubbio si merita questo e altro, ebbene sì, per quanto possa sembrare immodesto, il tipo da ringraziare è proprio chi vi scrive. 

Ragion per cui, e benché non ci aspettiamo di essere immortalati con una copertina su Time Magazine (che certamente sarebbe ben più meritata di Monti!), quegli importatori che – sempre naturalmente alla facciaccia dell’infame e ben noto connubio che ci perseguita (vedi precedente articolo “Bandengebiet!!)”, lo vorranno, lo potranno certamente fare, magari aiutando (e così aiutando se stessi, ovviamente) ad adibire scienza e conoscenza di chi scrive per stabilire una testa di ponte permanente in quel di Washington per sorvegliare costantemente e all’occorrenza neutralizzare sul nascere ogni tentativo o sviluppo negativo d’oltreoceano volto  a ledere il buon nome del nostro paese in questo settore e a impedire il regolare flusso di armi civili verso l’Italia. 

Ovviamente siamo ben consci della perdurante validità del motto “fa del bene e scordati”. Cionondimeno, è bene ribadirlo, il successo contro una maligna e infondata restrizione e privazione a un intero Paese da parte di istituzioni della propria maggior nazione alleata, il che costituiva un vulnus inaccettabile molto più dell’esito negativo di una partita di calcio(!), dal momento che veniva fatto scontare a onestissimi operatori nonché poi ai fruitori finali, i tiratori e collezionisti italiani, uno scempio che invece attiene alla dirigenza dello Stato e a una parte preponderante (seppur certamente non in toto) del suo apparato inquisitorio e giudicante, i quali, sull’altare di ideologismi sinistri e perversi, intendono consegnare questo paese al totalitarismo delle Repubbliche Giudiziarie oltreché svendere l’intera nazione all’espansionismo di Pechino.

Questo successo, dicevamo, è stato dovuto non solo alla giustezza delle argomentazioni prodotte ma anche alla seppur parziale messa in atto delle minacciate azioni di “agitazione e propaganda” (così in effetti si direbbe in altri tempi…) elencate sinteticamente nell’intervento precedente, e perciò di un gigantesco trionfo di volontà individuale.

Tutto questo – sia l’iniziale stangata che il successo finale nello sconfiggerla – è accaduto, ci teniamo a ribadirlo, senza che gli strapagati italici funzionari esteri (cd “diplomatici” – altra casta intoccata e intoccabile e che continua a viaggiare in prima classe) nonché del già defunto ma ora risuscitato ICE (Istituto del Commercio Estero, il quale, pur rientrando l’assistenza anche legale pure all’import verso l’Italia e non solo l’export da quest’ultima, nei suoi compiti istituzionali) se ne siano nemmeno mai accorti.

Segue testo originale (email originale disponibile a richiesta) della decisione RSR di tornare sui suoi passi:


Thank you to you and your colleagues for stopping by our booth at IWA to discuss our export policy.It was very helpful!  In fact the day after my return I went to Orlando to discuss this with our top management.

As a result, we will resume shipping to countries with a CPI rating of 3 or more. (Italy is 3.9)Later this afternoon we will have the FCPA agreement form completed.  I will send a copy to you as soon as I have it.

Please review and return with signature at your earliest convenience.


Thanks so much! Best regards,

Marguerite