Focus sul Piano straordinario per la gestione della fauna

Il contesto di riferimento

Nei mesi scorsi il Governo ha approvato il piano di contenimento straordinario per il controllo, in particolare, della specie cinghiale che, in alcune metropoli, ad esempio Roma, ha oramai raggiunto un livello di popolazione numericamente, ormai, incontrollabile. Alla fine dello scorso anno infatti ha fatto discutere l’approvazione dell’emendamento in Commissione bilancio alla camera che, di fatto, consente alle Regioni, con le dovute norme di sicurezza, di predisporre il controllo del cinghiale con l’utilizzo della figura del cacciatore di selezione anche in aree interdette alla caccia. Questo per consentire, concretamente, una gestione flessibile, armonizzata ed economica del problema che, di pari passo con la Peste suina, ha raggiunto livelli davvero preoccupanti.

Cosa prevede il piano

Da un punto di vista squisitamente tecnico, il fine che il Governo ha deciso di porsi e che, senza dubbio, sta raggiungendo, è quello di una armonizzazione e di un livellamento circa le modalità di gestione e controllo della fauna selvatica che, per ovvie ragioni legate alla dimensione legislativa regionale, è caratterizzato da profili sempre diversi e da strumenti altrettanto differenziati.

La modifica all’art. 19 della legge 157 del 1992 prevede, primariamente, l’ambito entro il quale la suddetta modifica può rendersi concretamente attuabile: stiamo parlano della caccia di selezione e di ogni altro strumento di controllo faunistico. Da questo nucleo va quindi a doversi escludere l’attività venatoria in generale.

Innanzitutto è necessario valutare quali sono le specie su cui il suddetto piano potrà essere applicato. L’insieme generale da cui partire è quello relativo alle specie che, in qualche modo, arrecano un grave danno all’agricoltura ed alle colture in generale, comprese attività strettamente legale ai piani di antropizzazione ed alla biodiversità in generale. Vi rientrano, quindi, specie sia autoctone sia alloctone, essendo invece escluse quelle relative all’allegato IV della direttiva Habitat. Parliamo quindi di lupi ed orsi. Il piano, che ha una durata quinquennale, dovrà essere applicato nelle aree protette e negli istituti faunistici.

L’uso del silenziatore ed altri strumenti

Rendiamoci conto di come  un piano del genere prevede l’intervento del selecontrollore in aree in cui di solito la caccia non viene effettuata, tantomeno quella di selezione. Si richiede quindi all’operatore deputato all’attività di controllo l’uso di strumenti che possano garantire un prelievo che sia sostenibile, efficace e sicuro. Per quanto riguarda l’uso delle armi per il contenimento, le regioni potranno autorizzare, con i dovuti strumenti di pianificazione, l’uso degli attenuatori di suono, ottiche con imaging termico, fucili ad aria compressa con potenza superiore ai 7,5 joule, quindi classificati come armi, ma anche fucili rigati il cui calibro risulti inferiore ai 5,6 mm. Sempre su autorizzazione regionale, sarà possibile l’uso di archi tradizionali con potenza non inferiore alle 50 libbre ed archi compound con potenza non inferiore alle 48 libbre. Interessante è anche la possibilità di controllare la fauna col metodo degli interventi non cruenti, quindi che non prevedono l’abbattimento dell’animale, piuttosto prevedono l’uso di gabbie e trappole per catturarlo.

Il personale e la figura del cacciatore professionista

Tra i fattori più interessanti relativi all’approvazione del suddetto piano, vi è quello relativo alle figure deputate ad effettuare l’attività di controllo. Infatti, oltre a Polizia, guardie venatorie e Corpo dei carabinieri forestali ed ai conduttori di fondi, sarà possibile per le regioni l’utilizzo di figure che siano indipendenti rispetto agli ATC di riferimento e che siano, in realtà, dipendenti da società private, ditte specializzate, oppure operatori professionali, cooperative o singoli professionisti, che siano stati adeguatamente formati e che siano dotati della licenza di caccia.

 Interessante perché in tal senso si prevede la nascita di una figura assai particolare, nuova in Italia ma comunque già conosciuta in altre realtà internazionali, e cioè quella del cacciatore professionista. Un professionista cioè specializzato nel controllo e nella gestione della fauna selvatica.

Video: Piano straordinario per la gestione della fauna


Corrado Maria Petrucci 

Esperto in Diritto delle Armi e della Caccia 

Responsabile rubrica legale  All4shooters.com  /  All4hunters.com      

email: legalall4shooters@gmail.com