Correttivo 204: una luce in fondo al tunnel?

Correttivo 204: una luce in fondo al tunnel?
Il Correttivo 204, pullulante di norme penalizzanti il mondo degli appassionati armieri italiani, dovrebbe essere destinato ad un'autentica neutralizzazione

Un breve preambolo: aspettate a stappare lo Champagne. Come già detto e scritto più volte, siamo in Italia, patria di Machiavelli e di altri geni dell'intrigo, e chi sta dietro l'infame "Correttivo 204" è persona furba e determinata, che potrebbe non lasciarsi "spuntare" così le lame puntate contro di noi. Dunque, finché non sarà stata detta l'ultima parola, manteniamo tutti calma e disciplina, e soprattutto teniamo alta la guardia.

Ciò detto, chi ha seguito le vicende riguardanti il proposto schema di decreto legislativo mirato ad apportare correzioni al D.Lgs. 204 del 26/10/2010 (appunto, "Correttivo 204"), e che è rimasto in apprensione nel conoscerne gli aspetti fortemente negativi e penalizzanti per il mondo degli appassionati d'armi e degli sport di tiro in Italia, mirati ad introdurre − o re-introdurre − restrizioni arbitrarie e prive di senso in base a giustificazioni e motivazioni fuor da ogni logica, potrà finalmente risollevarsi nel sapere che qualcosa, forse, inizia a muoversi anche nella giusta direzione, in nostro favore.

Correttivo 204: una luce in fondo al tunnel?
Tra i paragrafi "fuori delega" che dovrebbero cadere, spicca quello riguardante i caricatori

Lo scorso giovedì 4 luglio si è infatti tenuta, al Ministero dell'Interno, una riunione tra il prefetto Bruno Frattasi, responsabile dell'ufficio legale del dicastero, ed una pattuglia di cinque rappresentanti impegnatisi a difendere le nostre ragioni. Tra questi, quattro senatori: Anna Cinzia Bonfrisco e Luciano Rossi del PDL, Sergio Divina della Lega Nord e Gian Carlo Sangalli del PD. Era presente anche Ranieri De Maria, responsabile dell'area giuridica di ANPAM. I risultati non sono stati resi noti ufficialmente, a parte alcune dichiarazioni alla stampa di settore su una "atmosfera collaborativa" che si sarebbe respirata nel corso della discussione. Tuttavia, le notizie trapelate parrebbero indicare che la soluzione del problema possa essere vicina. Come ben sappiamo, infatti, il D.Lgs. 204/2010 nasce in seguito alla legge-delega 88/2009, con cui il Parlamento autorizzava il Governo a modificare la normativa italiana in fatto di armi in modo da uniformarla alla direttiva europea 2008/51/CE. Di conseguenza, alla legge-delega e alla direttiva europea deve obbligatoriamente rifarsi anche il "correttivo" oggetto della contesa questi giorni.

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Decisivo sarebbe stato un incontro tenutosi il 4 luglio tra un gruppo di senatori, favorevoli al nostro mondo, e il capo dell'ufficio legale del Mininterno

Ebbene, pare che il prefetto Frattasi, persona sicuramente molto esperta in ambito normativo, abbia dovuto ammettere, durante l'incontro con la "pattuglia dei cinque", che le parti più contestate − e penalizzanti per gli onesti appassionati d'armi italiani! − della bozza di correttivo 204 risultino "fuori delega", ovvero eccedano i limiti entro i quali il Governo, nella redazione delle nuove norme, possa muoversi in base a quanto stabilito dal Parlamento. Poiché il Decreto Legislativo deve, per entrare in vigore, ottenere l'Imprimatur dalle due camere − dovrebbe infatti essere al più presto presentato alle Commissioni competenti di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica − giocoforza tali parti dovranno essere modificate pesantemente, se non del tutto stralciate dal testo del Decreto Legislativo; ciò dovrebbe accadere in sede d'analisi da parte delle Commissioni medesime, se non già prima. Dunque, teoricamente, i Parlamentari chiamati a dare il loro parere, obbligatorio e vincolante, sulla bozza del Decreto Legislativo correttivo al 204/2010 dovrebbero essere chiamati a pronunciarsi su un testo molto diverso da quello finora conosciuto.

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Secondo l'analisi tecnico-normativa di Governo e Ministero, risulterebbero "non vendibili le armi con capacità superiore a quelle in uso alle Forze dell'Ordine"... ma scherziamo?

Quali sono le parti definite "fuori delega" e dunque da depennare o modificare pesantemente? Ma proprio quelle che noi avevamo indicato come più deleterie, e che sono state attaccate anche da FISAT, Assoarmieri, Conarmi ed ANPAM: prima tra tutte, quella riguardante il divieto d'introduzione e commercializzazione in Italia di armi, caricatori amovibili o serbatoi fissi aventi una capacità superiore ai 15 colpi per le armi corte e ai 5 colpi per le armi lunghe.

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Dovrebbe essere modificata anche la contestata norma atta ad "ammazzare" il settore dei poligoni privati

 Una vecchia fissa degli ambienti ministeriali, questa, che già all'epoca della Commissione Consultiva Centrale per il Controllo delle Armi e del Catalogo Nazionale delle Armi Comuni da Sparo era diventata un "indirizzo", spesso applicato proprio in fase di catalogazione, con le giustificazioni più varie. Nella relazione al Senato della Repubblica stilata in accompagnamento alla bozza del Correttivo 204 (trovate il link per lo scaricamento in fondo a questa pagina!) si legge che, nel prospettato D.Lgs., tale norma sarebbe "atta ad impedire l'ingresso sul territorio nazionale di armi d'assalto non vendibili in quanto armi con capienza di colpi superiore a quelle destinate alle forze dell'ordine". Inutile insistere su come tale giustificazione non stia, normativamente, né in cielo né in terra, oltre ad introdurre anche nel nostro paese l'uso del termine dispregiativo "armi d'assalto" inventato di sana pianta dal fronte anti-armi USA per i "Fucili sportivi moderni", ovvero quelli cosmeticamente e, in parte, tecnicamente derivati da armi d'ordinanza militari.

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Tra le norme apparentemente destinate a restare nel testo, quella relativa all'obbligo di custodia in cassaforte o armadio blindato

Tra gli altri codicilli che dovrebbero tramontare, anche quello che prevede l'esenzione dai limiti di capacità per le armi "sportive", nonché per le "repliche di armi antiche"; interpretato erroneamente in maniera positiva da molti, in prima battuta, esso nasconde infatti un altro "trappolone", ovvero quello di un altro "Ritorno dei Morti Viventi", stavolta quella dell'indirizzo, adottato negli ultimi tempi da Commissione e Catalogo, di classificare "Sportive" tutte le armi lunghe semi-automatiche d'impostazione militare. L'intento sembra essere triplice: da una parte, favorire alcuni nomi − i soliti, ben noti per i loro precedenti exploit! − che all'interno dell'industria e dell'associazionismo armiero già in passato hanno giocato il ruolo di "Giani Bifronte" contro di noi e tirato sempre e solo l'acqua al loro mulino personale a discapito degli altri; dall'altra, ancora una volta, appiccicare il cartellino di "Sportive" a tutte le armi d'impostazione militare, laddove invece esse dovrebbero essere ferreamente "da caccia" in base ai loro calibri, secondo la più corretta interpretazione della legge 157/1992. Lo scopo? Realizzare un vecchio "sogno" del Ministero, quello di ridurre − di nuovo! − a cinque colpi la capacità massima legalmente consentita per quelle armi che, in base ai dettami dellla legge 110/1975, sono detenibili in numero illimitato, ed imporre con uno stratagemma giuridico un limite al numero di armi in stile militare legalmente detenibili dal privato cittadino onesto. Questo è un aspetto su cui continuare a vigilare, perché si tratta di una tendenza di lungo corso del Ministero, e sul quale non è quindi il caso di dire "Gatto" sinché non l'abbiamo nel sacco!

Correttivo 204: una luce in fondo al tunnel?
I gravi livelli di criticità della bozza di decreto legislativo, soprattutto per eccessi di delega e violazioni delle normative europee, erano sotto gli occhi di tutti!

L'altra contestata norma che dovrebbe decadere, o subire pesanti modifiche, è quella relativa all'art.1, comma E della sezione relative alle "Modifiche al Regio Decreto 18 giugno 1931, n.773", ovvero quella che avrebbe creato una situazione di criticità per i poligoni privati, a vantaggio dei poligoni al chiuso gestiti da UITS e CONI. La "pattuglia dei cinque" e il Ministero dell'Interno hanno convenuto che, in un momento di crisi come questo, non è proprio il caso di rischiare la chiusura di tante importanti strutture, con le conseguenze sull'occupazione e sull'indotto, che ciò comporta. Sarebbe dunque sensato auspicare una modifica in nostro favore che preveda l'autorizzazione solo per quelle strutture che operano all'interno degli ambiti urbani, ed una maggiore − ma non completa! − supervisione di UITS e CONI solo per quelle che intendano poter rilasciare il certificato d'idoneità al maneggio e all'uso delle armi, cosa che peraltro realizzerebbe ciò che noi tiratori chiediamo da tempo, ovvero consentire il rilascio di tali certificazioni anche alle strutture private!

Correttivo 204: una luce in fondo al tunnel?
Aspettiamo e speriamo, ma se le cose dovessero risolversi per il meglio, il comparto armiero nazionale certo tirerà un sospiro di sollievo!

Ovviamente la storia del Correttivo 204 non è finita quì. Restano alcune criticità, nelle parti già citate e in quelle che rimangono: ad esempio dovrebbe restare intoccata quella concernente l'imposizione della custodia in cassaforte di armi o parti di esse e l'obbligo di sistemi di sicurezza più importanti per chi possieda più di nove armi. Non abbiamo inoltre voluto dilungarci sul fatto che la maggior parte delle norme abrogande eccedono i limiti della direttiva europea 2008/51/CE e sono gravemente lesive della libertà e della concorrenza sul mercato, e dunque sia Contra Legem − in base ad una legge ordinaria che vieterebbe di recepire le normative europee in chiave troppo restrittiva − che a rischio di sanzioni e procedure d'infrazione in sede UE. Di certo, se la soluzione fosse quella prospettata, a tirare un sospiro di sollievo sarebbero soprattutto le aziende del comparto armiero più dinamiche e moderne ma anche piccole e nuove, che altrimenti sarebbero penalizzate oltre ogni dire per via dello specifico tipo di prodotti che offrono. Noi vi terremo comunque aggiornati, nella consapevolezza di quanto abbiamo già citato, e cioè che, in questo mondo e in questo Paese, quando si parla di diritto alle armi, non si è mai sicuri di nulla. Continuate dunque a seguirci su ALL4SHOOTERS.COM, per conoscere gli ultimi sviluppi e, se del caso, le future linee d'azione comuni contro la minaccia rappresentata dal Correttivo 204!