Circolari in materia di armi

Circolare sulle spade, pugnali, spadini ed armi da taglio

Rif. Circolare del 17 gennaio 2020 class. 10171(20)

Cosa emerge dalla circolare

Classificazione armi proprie e improprie: sono armi proprie (art. 30 TULPS) quelle da sparo e tutte le altre la cui destinazione naturale e finale è l’offesa alla persona; sono armi improprie quelle la cui destinazione finale non è l’offesa alla persona ma che, per circostanze di tempo e luogo e modalità di utilizzo, possono essere usate come strumento di offesa nei confronti della persona.
Art. 45 TULPS: sono armi anche gli strumenti da punta e taglio la cui destinazione finale è l’offesa alla persona come pugnali, stiletti o simili.
Se spade e spadini presentano quelle caratteristiche tipiche degli strumenti la cui destinazione finale è l’offesa alla persona allora gli stessi sono sottoposti alla disciplina in materia di armi con le conseguenze giuridiche in tema di acquisto, detenzione, porto e trasporto.
Per il porto di arma bianca si applica l’art. 4 della legge 18 aprile 1975 n. 110 per cui non se non si ha un giustificato motivo l’arma bianca non si può in alcun modo portare.
All’atto del rilascio del nulla osta acquisto armi, per i meri detentori di armi bianche, ci sarà l’obbligo di presentazione del certificato medico.
Per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine l’obbligo di presentazione di certificato medico è sostituito dall’attestazione di servizio.
Per le sciabole e spadini commercializzati ab origine privi di punta e taglio, gli stessi non sono armi ma piuttosto meri strumenti atti ad offendere.
Anche se non sono armi, sempre ai sensi dell’art 4 della 110 del 75 non si possono portare, senza giustificato motivo, quegli strumenti atti ad offendere.

Circolare sugli orientamenti giurisprudenziali in materia di armi

Rif. Circolare del Ministero dell’Interno del 25 gennaio 2020 class. 10171(1)

Cosa emerge dalla circolare

Presupposti per adozione provvedimenti ex 39 tulps – Divieto detenzione armi e munizioni – Prefettura

Il provvedimento con cui il Prefetto vieta ad un soggetto la titolarità del porto d’armi e quindi la possibilità di possedere e armi e munizioni non ha natura sanzionatoria o punitiva ma, piuttosto, cautelare; essa viene infatti applicata quando vi è, anche solo potenzialmente, un rischio di abuso armi e munizioni.
In questo senso, il Consiglio di Stato (sent. 11 aprile 2018 n. 943) ha stabilito come per l’applicazione di questo provvedimento non serva che vi sia stato un vero e proprio abuso, accertato. È sufficiente che il destinatario dimostri di non essere, anche solo potenzialmente, del tutto affidabile.
Non solo le condizioni soggettive della persona verranno prese in considerazione per l’applicazione di questo provvedimento, ma anche quelle relative all’ambiente in cui il soggetto vive: come il contesto amicale o familiare.
Infatti, in questo senso, il TAR Calabria con sentenza 241 e 512 del 2019 ha stabilito come sia del tutto legittimo il provvedimento di divieto detenzione armi e munizioni nei confronti di chi intrattenga abitualmente frequentazione con persone con precedenti.
Altro elemento è quello in cui la situazione soggettiva della persona sia caratterizzata da grave conflittualità prescindendo dal contesto. In estrema sintesi possiamo affermare che una persona che sia destinatari di numerosi provvedimenti quali querele e denunce ad esempio per violenza non potrà certo possedere armi. In questo senso si è pronunciato il Consiglio di Stato con sentenza n. 664 del 2019 e 435 del 2020.

Durata dei provvedimenti ex art. 39 TULPS

1. Il provvedimento ex art. 39 TULPS ha carattere permanente, venendo a costituire un provvedimento con effetti durevoli nel tempo e non meramente istantanei.