"Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di Decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive riguardanti il controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi. L’intervento è finalizzato ad adeguare la normativa di riferimento alle modifiche che hanno portato alla sospensione del Catalogo Nazionale delle Armi e all’attribuzione del Banco Nazionale di Prova di competenze prima riconducibili al Catalogo. Inoltre colma i vuoti normativi e facilita l’applicazione pratica di alcune disposizioni che, nell’incertezza, determinano riflessi anche sull’attività economica degli operatori di settore e sulla sicurezza pubblica."
Con queste poche righe e niente più, il sito del Governo italiano rende edotta la massa bove − perché evidentemente è così che siamo considerati! − sull'ennesimo trappolone estivo che pare si stia preparando alle nostre spalle. Certo, ormai siamo abituati: è costume della politica italiana aspettare la stagione degli ombrelloni, e l'attenzione generalmente più bassa di un popolo già di "bocca buona", per far passare, o provare a far passare, le norme più impopolari e penalizzanti per i cittadini onesti.
Da qualche anno a questa parte, l'attenzione si è molto focalizzata sul discorso armi: gli appassionati ricordano anche troppo bene la querelle sotto il sole dell'anno scorso che accompagnò la breve vita del D.L. 79/2012. Eppure, pare che anche quest'anno le solite manine furbe ci stiano riprovando.
Ebbene sì: i nostri cari eletti romani, sotto l'egida unificatrice del "Governissimo Che Fa Benissimo", paiono essersi finalmente accorti del fatto che stanno per scadere i termini stabiliti dal legislatore per l'emanazione dei regolamenti attuativi del Decreto Legislativo 204/2010. Su questo, vorrei citare pari pari le parole di una persona che, più di me, è esperta al riguardo, ovvero l'ormai ex-giudice Edoardo Mori, fra i principali esperti italiani in materia di legislazione e diritto armiero:
«[il Governo] si è bloccato e non ha rispettato i tempi stabiliti dal legislatore perché non era assolutamente in grado di scrivere regolamenti su materie che ignora e, cosa per lui più importante, perché si è accorto che con i regolamenti non avrebbe potuto cambiare la legge come gli faceva comodo.
Perciò ha studiato un altro sistema per non fare i regolamenti: ha inserito qualche tassello da inserire qua e là nella legislazione sulle armi, ci ha infilato le solite fesserie stravaganti e ha scritto il tutto nel burocratese più sconcio, così che ogni norma si capisce (in parte) solo dopo attento studio, ma crea più problemi di quanti ne risolve.
È da anni che è stato emanata una legge che obbliga a rispettare certi criteri per rendere una legge chiara e comprensibile, ma al ministero non hanno in testa concetti e parole, hanno solo articoli, commi, numeri di legge. E così non capiscono neppure quale è il risultato finale.»
Cosa significa, nello specifico? Significa che, entro al massimo 90 giorni, dovrà essere trasmesso alle Camere per il parere obbligatorio, e vincolante, lo schema di decreto. Che, stando a quanto si legge nelle prime bozze, contiene alcune limitazioni decisamente pesanti per noi. Vediamole...
- Limitazione della capacità dei caricatori amovibili, a 5 colpi per le armi lunghe e 15 per le corte.Torna alla ribalta una proposta tanto cara ad una nicchia del comparto produttivo armiero della valtrompia. Tuttavia in aperto contrasto con la normativa europea che pone tali oggetti al di fuori dalle facoltà di regolamentazione dei governi nazionali in quanto non più "parte d'arma", con obbligo (pare) di "limitazione" per quelli già in circolazione che eccedano tale limite, e divieto d'importazione futura in violazione degli accordi sulla libera circolazione delle merci nell'U.E.
- Mantenimento del divieto delle armi corte in calibro 9x19mm, ed estensione a tutte le "armi corte in calibro militare".In linea con l'orientamento recentemente assunto dal Banco Nazionale di Prova di negare l'inserimento in categoria di tutte le armi in alcuni calibri, considerati "militari", che oltre a non stare né in cielo, né in terra a tutti i livelli − legale, tecnico, normativo, persino di buon senso − cerca di far rientrare dalla finestra ciò che, dopo 37 anni di Catalogo Nazionale e Commissione Consultiva Centrale per il Controllo delle Armi era stato fatto uscire dalla porta, ed in più introduce un altro arbitrio, quello dei "calibri militari", che vengono considerati tali, e dunque proibiti sulle armi corte ad uso civile, senza neanche il buon senso di rifarsi, al riguardo, alle normative internazionali sui materiali d'armamento, la cui lettura potrebbe risultare quantomeno illuminante per chi ciancia di "militare" e di "da guerra" da mattino a sera.
- Introduce l'obbligo della custodia in cassaforte per le armi e le parti di esse, con imposizione di armadi blindati o sistemi di sicurezza passivi ancor più pesanti, compresi allarmi e sensori perimetrali, a chi possieda più di nove armi. Norma di buon senso? Può darsi; anzi, certamente noi di all4shooters.com siamo i primi a raccomandare ai nostri lettori di prendere tutte le precauzioni necessarie ad evitare sottrazioni o accessi non autorizzati, con tutte le loro spiacevoli conseguenze. Tuttavia, tale norma sembra più che altro una reazione alla recente sentenza della Corte di Cassazione in merito, evidentemente sgradita al fronte antiarmi trasversale più vivo che mai nella politica italiana: più in generale, l'obbligo di sistemi di sicurezza ridondanti e dispendiosi per chi possieda più di un certo numero di "pezzi" suona come un machiavellico stratagemma volto a limitare il numero di armi che un privato cittadino possa riuscire a possedere senza per questo imporlo per lettera di legge.
A tutto ciò devono aggiungersi alcune norme che apparentemente faciliterebbero la vita agli operatori del settore. Tra queste annoveriamo l'estensione a tre anni della validità della licenza d'esportazione d'armi, la possibilità di effettuare le denunce relative ai trasferimenti e alla detenzione d'armi via PEC (Posta Elettronica Certificata), la decadenza della necessità della licenza prefettizia di "intermediario" per chi sia in possesso di mandato delle due parti tra cui avvenga uno scambio, e persino la liberalizzazione del Paintball, altrimenti vietato dal dettato del DL sulle armi depotenziate − che però non viene modificato abbastanza da aprire la porta, ad esempio, alle cosiddette "pistole traumatiche" tanto in voga nell'Est Europeo e che costituirebbero un'ottima alternativa per chi volesse dotarsi di un efficace strumento anti-aggressione di libera vendita e libero porto che sia diverso dagli Spray.
Per quanto queste ultime norme sembrino avere dei lati positivi, in realtà a molti analisti del settore − tra cui, non nascondiamo, anche noi di all4shooters.com − esse suonano più come un maldestro tentativo di ingraziarsi le associazioni di categoria di produttori e distributori d'armi al fine di ottenere la loro condiscendenza, o quantomeno la loro non-ingerenza attiva, nell'Iter di una legge che, lungi dall'avere effetti positivi sulla sicurezza pubblica − al riguardo si voglia interrogare questo database pubblico sui crimini commessi con armi da fuoco legali e illegali in Italia! − finirebbe per penalizzare, come al solito, i cittadini onesti e gli appassionati italiani, a privilegio di pochissime centinaia di satrapi politici e burocratici che, al sicuro grazie ai soldi delle nostre tasse, potrebbero continuare a dettar legge come meglio gli aggrada su qualunque materia, inclusa quella delle armi, la nostra passione, il nostro diritto.
"E ora?", direte voi? Beh, è ancora presto. Tanto per cominciare, lo schema di disegno di legge deve, come già detto, passare per le Camere. È vero che il Parlamento oggi ha problemi più pressanti di cui occuparsi, ma l'Italia, si sa, è l'Italia, e non è mai detta l'ultima parola su nulla. Un testo definitivo non circola ancora: ne esiste solo una versione commentata dal giudice Mori che potrebbe non essere quella che sarà presentata alle Camere, né quella che effettivamente ne uscirà. E questo "silenzio", oltre a preoccuparci, ci suona come deficit di democrazia: uno schema di D.Lgs. potrebbe avere effetti sulla vita quotidiana di centinaia di migliaia di italiani e non lo si rende pubblico? Se lo chiede anche la FISAT, che sul suo sito chiama ad una mobilitazione pubblica e politica in difesa dei nostri interessi, e a tutela dei diritti dei cittadini onesti.
Nonostante tutto, pare che qualche speranza ancora si possa riporre negli operatori del settore: ANPAM, CNCN, CONARMI ed Assoarmieri paiono non essersi lasciati allettare dalla possibilità di aggredire maggiormente i mercati esteri pur di abbandonare al loro destino gli appassionati italiani, e dovrebbero dunque perseguire una linea di resistenza a quello che, se dovesse essere approvato o anche solo discusso nei termini sinora espressi, sarebbe un autentico abominio giuridico.
Certo è che da tali associazioni ci saremmo aspettati una più attiva collaborazione nella divulgazione del testo approvato dal Consiglio dei Ministri − trattandosi del loro campo è quantomeno auspicabile che esso sia a loro disposizione! − ed un coordinamento con gli organi della stampa del settore, cosa che invece pare non stia accadendo, a meno che ovviamente essi non abbiano scelto di snobbare proprio e soltanto all4shooters.com a causa del potere mediatico che grazie a voi lettori la nostra piattaforma ha guadagnato in soli 18 mesi!
Ma in fin dei conti come vedete, per tenervi informati non abbiamo bisogno del loro aiuto.
Ovviamente restiamo a disposizione nel caso qualcuno di ben più informato di noi riscontrasse degli errori in questo nostro articolo...
Prima di parlare ancora di questo argomento, dunque, restiamo in attesa della presentazione del testo definitivo − cosa che avverrà, verosimilmente, contestualmente alla presentazione alle Camere, dunque entro 90 giorni. Ovviamente vi terremo aggiornati, ma come ben sa chi segue all4shooters.com sin dagli esordi, noi siamo noti per molte cose, ma sicuramente non per essere caciaroni ed allarmisti, né per sbraitare di cose che non conosciamo: lasciamo volentieri a certa concorrenza questo campo, e ci riserviamo di parlare solo di fatti concreti.
Nel frattempo, chi può agisca, contattando eventuali referenti istituzionali o all'interno dell'associazionismo, non foss'altro come "dovuta precauzione".
Far sentire la nostra voce è fondamentale: la resistenza ha salvato i nostri "fratelli e sorelle in armi" negli USA da un disarmo che dopo la sparatoria alla scuola Sandy Hook dello scorso novembre era dato per certo. Dimostriamo di non essere da meno, e di poter difendere i nostri diritti. Dimostriamo di essere stanchi di stare sempre sulla difensiva. Dimostriamo di essere tanti e forti!